Idee per lo sviluppo

Regionali, Lessi (Pd): “Con il rigassificatore si torna indietro. Lavoriamo per reindustrializzazione sostenibile e comunità energetiche”

La candidata del PD: "E' necessaria una reindustrializzazione sostenibile e mirata che coinvolga il terriotorio"

Savona. “Anche se ora il rigassificatore non lo vuole più nessuno, non è tutto risolto. Purtroppo la palla in mano la ha il governo. Così come Giorgia Meloni ha telefonato a Marco Bucci per chiedergli di candidarsi, io chiederei al candidato del centrodestra di chiamare la presidente del consiglio per farsi firmare un documento con scritto che non sposterà il rigassificatore nelle nostre acque”. Lo dichiara Aurora Lessi, candidata consigliere regionale nella lista del Partito Democratico alle elezioni regionali del 27 e 28 ottobre.

Per Lessi bisogna continuare a puntare sulla blue economy: “Teniamo al nostro territorio, stiamo investendo tanto in questa area anche in termini di sostenibilità e un rigassificatore ci porta indietro, si tratta di energia fossile. Superare questa produzione deve essere il nostro obiettivo, lavoriamo per una reindustrializzazione sostenibile“.

Tra le soluzioni per sfruttare l’energia pulita Lessi propone le comunità energetiche: “Io mi sono battuta e ci credo fortemente. A livello regionale manca un regolamento completo per dare avvio, ma ci stiamo arrangiando e alcune stanno nascendo in provincia”.

Per la candidata Dem un pilastro fondamentale, nei processi di sviluppo, è la condivisione tra stakeholders: “E’ necessario un vero impegno da parte della Regione per costruire insieme ai territori, con tutte le parti sociali, un processo di una vera reindustrializzazione mirata sul territorio che tiene conto di tutti e di tutte coloro che lo compongono, cosa che in questi anni non è avvenuta. Non è stato  dato ascolto ai territori e alle istituzioni comunali che hanno più volte bussato alle porte della Regione e sono rimasti inascoltati”.

Per le risorse si possono sfruttare le opportunità che offre l’Unione Europea: “Si possono usare i fondi europei in maniera strutturata e mirata rispetto agli obiettivi da raggiungere. Servono industrie che non sfruttano l’ambiente ma cercano di integrarsi all’interno di esso (come quelle del riuso di oggetti, soprattutto quelli elettrici) e che si basano su una catena virtuosa a favore dell’ambiente con energie che sfruttano le risorse che offre il territorio in accordo con esso”.

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