Liguria. Esce oggi Ecosistema Urbano 2024 – il rapporto di Legambiente realizzato con il contributo di Ambiente Italia e Il Sole 24 ore che analizza la qualità e le performance ambientali di 106 comuni capoluogo.
Quest’anno in testa alla classifica 2024 ci sono Reggio Emilia, Trento e Parma. I primi 10 capoluoghi sono tutti nel nord e sono centri di medie dimensioni. Bologna è l’unica tra le prime città (8° posto). La parte bassa della classifica è occupata dal meridione.
“Analizzando il dossier emerge come la Liguria resti una regione con troppe criticità – dichiara Stefano Bigliazzi, presidente Legambiente Liguria – Genova e Savona si distinguono negativamente per l’elevato inquinamento dell’aria, la scarsa raccolta differenziata e l’inaccettabile numero di vittime sulle strade; La Spezia per le elevate perdite della rete idrica e l’eccessiva produzione dei rifiuti; Imperia per l’insufficiente offerta di trasporto pubblico. Tutte le città liguri restano a misura di automobile: con pessime prestazioni sulla disponibilità di aree pedonali e verdi fruibili, zone a traffico limitato, a 30 km/h e percorsi ciclabili. Sotto la media anche la produzione di energia da solare. Inoltre, anche quest’anno non sono disponibili i dati di Imperia sull’inquinamento”.
“Auspichiamo che gli amministratori della nostra Regione prendano atto di questa situazione e decidano di affrontare con coraggio i problemi e le criticità, dando ai temi ambientali e della vivibilità l’importanza che merita, quella che sentono sulla loro pelle gli abitanti delle nostre città”, conclude Bigliazzi
Le aree tematiche di Ecosistema Urbano 2024
Qualità dell’aria
Insufficiente la qualità dell’aria a Genova e Savona che superano per almeno due parametri i limiti della normativa UE per le emissioni di biossido di azoto, particolato sottile (PM10 e PM2,5) e ozono. Anche quest’anno Imperia non ha fornito i dati delle centraline che rilevano la qualità dell’aria in città e sui quali si definiscono strategie per la riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti e misure di tutela della salute pubblica.
Nel 2023 Genova ha sforato le emissioni di ozono per 88 giorni (il doppio dell’anno precedente) posizionandosi penultima nella classifica prima di Piacenza con 90 giorni di sforamento. Savona passa dai 28 giorni del 2022 ai 39 del 2023. La Spezia non supera i limiti di emissioni.
Per quanto riguarda il biossido di azoto Genova e La Spezia non rispettano i limiti europei previsti a partire dal 2030 (20 µg/mc) e quelli indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (10 µg/mc) pur registrando una leggera riduzione delle emissioni: Genova passa da 30 a 28 µg/mc (necessaria una riduzione del 29%) e La Spezia da 24 a 23 µg/mc (necessaria una riduzione del 12%). Savona passa da 18 a 15,8 µg/mc restando sotto i limiti UE.
Per le PM10 si registra una diminuzione delle concentrazioni nei tre capoluoghi (Genova da 19 a 17,4 µg/mc; La Spezia da 20 a 17,3 µg/mc; Savona da 17 a 16 µg/mc) rispettando i limiti UE di 20 µg/mc.
Le emissioni di PM 2,5 restano alte a Genova (da 11 a 10,3 µg/mc) e appena sotto il limite UE di 10 µg/mc alla Spezia (da 10 a 9,6 µg/mc) e Savona (da 10 a 9,4 µg/mc).
«Registriamo un leggero miglioramento delle emissioni di particolato ma sono insufficienti i valori relativi all’ozono e al biossido di azoto – dichiara Daniele Salvo, responsabile regionale Ecosistema Urbano – ed è scandalosa la cronica assenza di dati relativi a Imperia. I fumi delle navi, il traffico urbano e l’aumento delle temperature medie sono tra le cause dello sforamento dei parametri e a farne le spese sono le persone più fragili. Sono necessari interventi per favorire l’ammodernamento dei mezzi pubblici e privati, l’elettrificazione delle banchine portuali ed incentivare forme di mobilità sostenibile».
Rifiuti, raccolta differenziata
Per quanto riguarda la raccolta differenziata Savona e Genova non rispettano l’obiettivo di legge del 65% che andava raggiunto nel 2012, ormai rispettato da 62 città su 106.
Savona è in 98° posizione con il 42,2% in diminuzione rispetto all’anno precedente (-2,3%), Genova è in 97° posizione con il 42,7% (+4%) ma, pur registrando un leggero aumento, gli sforzi sono insufficienti per colmare rapidamente il divario con il resto del Paese.
Imperia peggiora rispetto all’anno precedente con il 65,8% (-2%) pur rispettando l’obiettivo di Legge e producendo meno rifiuti delle altre città liguri (457 kg/ab) mentre La Spezia guida la classifica regionale al 13° posto con l’81,4% in crescita (+3%) ma produce troppi rifiuti procapite (580 kg/ab) rispetto al valore medio annuo a livello nazionale (513 kg/ab).
«I dati evidenziano che occorre un’accelerazione nell’applicazione delle misure previste dal Piano regionale dei rifiuti in particolare per l’adozione della tariffazione puntuale, per le politiche volte alla riduzione e per la realizzazione dei biodigestori», aggiunge Salvo.
Acqua potabile, uso e sprechi
Per quanto riguarda l’uso domestico di acqua potabile diminuiscono i consumi a Genova (127 l/ab/giorno) e alla Spezia (136 l/ab/giorno) restando sotto la media nazionale (147 l/ab/giorno). Gli sforzi di Savona non sono sufficienti e con 158 l/ab/giorno resta sopra la media nazionale (147 l/ab/giorno). Imperia peggiora e passa dai 102 l/ab/giorno consumati nel 2022 ai 144 l/ab/giorno del 2023.
Rimane alto il dato sulla dispersione idrica alla Spezia, dove la metà dell’acqua immessa non arriva a destinazione (50,3%, 81° posizione) e Imperia (43%).
Genova (27,7%) e Savona (16,9%) restano sotto la media nazionale (36,3%).
Trasporto pubblico locale, più passeggeri ma servizi invariati
In merito al Trasporto Pubblico Locale (TPL) gli indicatori nel Dossier sono costruiti rapportando le città in base al numero di abitanti. Tranne Roma tutte le grandi città, tra cui Genova, presentano un incremento del numero di passeggeri (viaggi/abitanti/anno). Genova è sul podio insieme a Milano e Venezia con 393 viaggi/ab/anno (nel 2022 erano 360). Migliora La Spezia con 120 viaggi/ab/anno (erano 102); A metà classifica Savona con 51 viaggi/ab/anno mentre resta in fondo alla classifica Imperia con 11 viaggi/ab/anno senza variazioni dal 2022.
A fronte dell’aumento dei passeggeri resta pressoché invariata l’offerta del servizio confermando la tendenza ad avere mezzi sempre più affollati soprattutto a Genova.
Positivo il dato riguardante l’immatricolazione delle autovetture rispetto alla media nazionale (68 auto su 100 abitanti) ma tra le più alte d’Europa: Genova (48/100 ab) con Venezia è l’unica città italiana con meno di 50 auto immatricolate ogni 100 abitanti. Anche La Spezia (53/100 ab), Savona (59/100 ab) e Imperia (63/100 ab) presentano un tasso di immatricolazione inferiore alla media. Il dato è in parte compensato negativamente dall’alto numero di motocicli. In base ai dati ISTAT 2022 Imperia è la città italiana con il maggior numero di moto seguita da Savona (3° posizione) e Genova (4° posizione).
Troppi incidenti sulle nostre strade
Per quanto riguarda l’incidentalità stradale siamo lontani dall’obiettivo UE di dimezzare il numero di vittime di incidenti. La media italiana di morti e feriti sulla strada è di 5,12 vittime/1000 residenti (dati ISTAT 2022).
Genova (8,4 vittime/1000 ab) è la 4° città più pericolosa d’Italia seguita da Savona (8,1 vittime/1000ab) in crescita rispetto all’anno precedente.
Anche Imperia (6,2 vittime/1000 ab) e La Spezia (6 vittime/1000 ab) superano la media nazionale.
L’auspicato aumento di percorsi ciclabili e zone 20/30 km/h si è “concretizzato” in 50 centimetri ogni 100 abitanti a Genova e alla Spezia. A Imperia addirittura un metro! Savona non presenta variazioni. A fronte del dato di Reggio Emilia, prima in classifica, con 48,14 metri equivalenti/100 abitanti emergono negativamente i quattro capoluogo liguri: Imperia 8,02 m eq/100 ab (52° posizione su 106), La Spezia 5,36 m eq/100 ab (67° posizione), Savona 4,69 m eq/100 ab (70°) e Genova 1,23 m eq/100 ab (93°).
Aree pedonali e Ztl, la situazione in Liguria
Deludente anche la presenza di zone a traffico limitato (ZTL), tranne Savona che non ha fornito il dato, La Spezia e Genova si posizionano in fondo alla classifica e solo Imperia raggiunge il valore di un metro quadro per abitante, restando ampiamente sotto la media nazionale (4 mq per abitante).
Preoccupante la disponibilità di aree pedonali in Liguria. Rispetto alla media italiana di 50,7 mq/100 abitanti solo Savona (17,2 mq/100 ab) dispone più di 10 metri quadri ogni 100 abitanti, dato comunque insufficiente.
Solo 15 città in Italia offrono meno di 10 mq ogni 100 abitanti, tre sono in Liguria. Resta infatti invariata la scarsa disponibilità di aree pedonali alla Spezia (5,5 mq/100 ab, quintultima posizione) e Imperia (6 mq/100 ab) mentre Genova addirittura decide di rimuovere aree destinate ai pedoni (8,3 mq/100 ab, nel 2022 erano 11 mq).
In queste città ogni abitante ha a disposizione circa 0,05 mq di area pedonale a testa, pari a un foglio A4.
Verde urbano, spesso un miraggio
Anche quest’anno il verde fruibile resta un miraggio, con performance al di sotto della media nazionale pari a 53,1 mq/abitante. Imperia (5,7 mq/100 ab) e Savona (5,9 mq/100 ab) si posizionano penultima e terzultima nella classifica nazionale appena dopo Crotone.
La Spezia con 13,3 mq/100 ab (88° posizione) e Genova con 21,4 mq/100 ab (65° posizione su 106) si posizionano ad una notevole distanza da Isernia, prima in classifica con 1022,2 mq/100 ab.
La Liguria è in fondo alla classifica anche per numero di alberi in aree pubbliche. Belluno è al primo posto nella classifica con oltre 200 alberi ogni 100 abitanti mentre Genova (7 alberi/100 ab) e Imperia (8 alberi/100 ab) occupano le ultime 10 posizioni in Italia poco dopo La Spezia (12 alberi/100 abitanti). Savona non ha fornito il dato.
«Aumenta il divario delle città liguri con il resto del Paese a causa della mancanza di interventi coraggiosi a favore di una mobilità “lenta” attraverso la creazione di isole pedonali, zone 30, percorsi ciclabili, aree verdi e, al tempo stesso, potenziando il trasporto pubblico locale rispondendo alle esigenze degli abitanti – aggiunge Salvo- Interventi di questo tipo in una strategia regionale di rigenerazione urbana consentirebbero di ridurre l’incidentalità stradale e l’inquinamento trasformando le nostre città in luoghi più sicuri e vivibili».
Energie rinnovabili
Male le città liguri anche nel solare pubblico (termico e fotovoltaico), calcolato sui kW di potenza installati su edifici pubblici per abitante.
La media italiana è pari a 5,83 kW ogni 1000 abitanti mentre i comuni con le maggiori disponibilità installate hanno valori che si collocano tra i 27 e i 31 kW/1000 ab.
Imperia (4,34 kW/1000 ab) crolla rispetto al passato scendendo sotto al valore medio nazionale. La Spezia (3,73 kW/1000 ab) aumenta di poco la propria potenza installata mentre Genova (2,46 kW/1000 ab) e Savona (1,90 kW/1000 ab) restano stabili in fondo alla classifica.
Consumo di suolo, dati sempre in crescita
Continua la crescita di consumo di suolo in tutte le città liguri, in particolare a Savona.
I dati fotografano un consumo suolo pro capite (mq/ab) nel quinquennio 2017-2022 per Savona +6,12 mq/ab (35° posizione su 105), a seguire Genova +3,50 mq/ab (18°), La Spezia +3,06 mq/ab (15°) e Imperia +2,05 mq/ab (11°). È come se ogni abitante della Liguria avesse costruito una camera matrimoniale in aggiunta al suo appartamento.
L’edizione 2024 presenta, rispetto agli anni precedenti, diverse variazioni nel sistema di valutazione dei parametri che determinano la classifica generale. Ad esempio la raccolta differenziata dei rifiuti è meno determinante nella valutazione complessiva delle performance ambientali mentre acquisiscono maggior importanza la dispersione della rete idrica, l’estensione delle isole pedonali e la trasmissione (da parte dei comuni) di dati reali anziché stimati per incentivare le amministrazioni locali ad avviare un percorso di maggiore trasparenza dei dati.