Savona. Corso Italia chiusa, via Dei Mille invertita. Che questo sia il futuro prossimo della città di Savona, nonostante la raccolta firme e la richiesta di referendum della minoranza, è ormai assodato: il sindaco Marco Russo ha a più riprese ribadito l’intenzione di non tornare indietro, e Sintagma Srl – sulla base dei dati rilevati in città – ha elaborato una soluzione che, stando alle simulazioni, avrà performance migliori rispetto alla riapertura.
Ma, guardando più in là, cos’altro ci aspetta? Quale sarà il futuro di Savona immaginato da Sintagma, la società che ha vinto la gara per redigere il Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile)? In attesa del documento – che arriverà solo a fine anno – abbiamo chiacchierato con il fondatore dell’azienda, l’ingegner Tito Berti Nulli, per capire quali potrebbero essere a grandi linee gli scenari futuri. E tra soluzioni e suggestioni, sono emerse alcune idee destinate a colpire l’immaginario dei savonesi.
I dati dicono che il quasi la metà del traffico all’ora di punta viene da fuori città. Come diminuirlo?
“Si tratta di 3500 veicoli in un’ora, circa 35mila in un giorno: se non vogliamo che entrino nel cuore storico della città, dobbiamo ‘fermarli’ dando loro delle opportunità. Il primo spunto progettuale è naturalmente quello di avere adeguata disponibilità di parcheggi di cerniera all’esterno. Ma non è l’unico. Si può incentivare l’uso del treno mediante, ad esempio, la creazione di una passerella pedonale protetta che dalla stazione ferroviaria porti facilmente in centro: se facilitassimo le relazioni pedonali tra l’attuale stazione e il centro storico con un percorso diretto, sarebbe più facile venire da Genova in treno e poi a piedi anziché prendere l’auto“.
Questa passerella pedonale è già una possibilità concreta o per ora è solo un’idea?
“No, allo stato è solo una suggestione. Fino a quando non avremo il Pums mancheranno le basi per ragionamenti più concreti. Ma diciamo che l’indicazione generale è quella di cercare di spingere, in termini di offerta, sia nei parcheggi esterni sia nei collegamenti pubblici con l’interno. Nelle grandi città il sistema funziona; nei centri più piccoli come Savona è meno semplice, vero, ma ci sono città che stanno facendo quando percorso“.
I vostri dati dicono anche che il 72% dei savonesi prende l’auto per meno di 3 km: cosa fare su questo fronte?
“Premessa: è molto più facile convincere chi arriva dall’esterno a rinunciare all’auto, disincentivare chi dentro Savona la usa per pochi km è più complesso. Parte di questi km – sempre non per imposizione o per divieto, ma grazie alla costruzione di opportunità pedonali, ciclabili o di trasporto pubblico – potrebbero essere ridotti fornendo come alternativa dei sistemi ettometrici“.
Parentesi: cosa sono i sistemi ettometrici
Si tratta in sostanza di sistemi di trasporto pubblico urbano a breve raggio, generalmente a guida automatica come ad esempio marciapiedi mobili, scale mobili, ascensori (anche inclinati) o funicolari. Il nome deriva dall’ettometro (ossia 100 metri) in riferimento proprio alla breve distanza che rende questi sistemi particolarmente adatti a realizzare collegamenti urbani in città dal profilo orografico complesso.
Un esempio concreto è il progetto di pedonalizzazione di Spoleto, dove a partire dal 2007 sono stati realizzati tre maxi-parcheggi posti ai margini del centro storico e tre relativi percorsi meccanizzati sotterranei (tappeti mobili ed ascensori) o superficiali (scale mobili) che trasportano residenti e turisti direttamente nel centro storico.
Avete già esperienze in merito?
“Sì. Nel nuovo Pums di Cuneo, ad esempio: un ascensore inclinato che per collegare parcheggio e piazza pedonale. Serve anche a un ciclista, che può mettere la bici nell’ascensore e fare quei 50 metri di dislivello che sarebbe difficile fare pedalando. Savona si presta bene a questo tipo di interventi”.
Qualche esempio?
“Pensiamo a un ascensore inclinato che porti verso l’ospedale. Uno analogo potrebbe congiungere il centro città con il complesso culturale di San Giacomo. Mentre dal centro alla Villetta si potrebbe salire con un ascensore verticale. In questi giorni abbiamo fatto e stiamo facendo dei laboratori partecipati, dei tavoli in cui ragionare con i nostri tecnici su possibili idee e progetti. Cercheremo di mettere a terra cose come queste”
Le ha definite suggestioni. Ma il problema di piazza Mameli è concreto e va risolto immediatamente. Come si collegano le due cose?
“La cosa importante è che il tema di Piazza Mameli rientri dentro questo ragionamento generale. I piani della mobilità sono piani strategici che si strutturano su due fasce temporali: breve-medio periodo (da qui a 5 anni) e medio-lungo periodo (da qui a 10 anni). Serve una visione strategica, che il vostro sindaco ha: ne ho conosciuti diversi di sindaci in Italia e non è così scontato, non è un sindaco da interventi ‘giorno per giorno’. I vecchi piani del traffico prendevano in considerazione solo il capofamiglia, che usciva di casa e doveva arrivare il prima possibile a lavorare; oggi invece l’attenzione si è spostata sulle esigenze di tutti, anche giovani e anziani”.
“In questa visione strategica il completamento della pedonalizzazione di corso Italia è assolutamente in sintonia con l’idea della mobilità sostenibile, che è la direzione in cui vanno anche le direttive del Ministero. E’ il motivo ad esempio per cui abbiamo escluso la rimozione degli attraversamenti pedonali. Secondo me Piazza Mameli, con il rito delle ore 18 per cui la città si ferma al suono della campana, è un esempio nazionale di civiltà: e qui vorremmo far girare le macchine penalizzando i pedoni?“.
L’approfondimento di IVG sulla nuova viabilità, per ora, si conclude qui. Fino al 25 settembre sarà possibile per i cittadini inviare osservazioni, considerazioni, critiche o suggerimenti via mail all’indirizzo piazzamameli@comune.savona.it.