Savona. Meglio riaprire corso Italia o invertire via Dei Mille? E’ il dibattito che, più di tutti, sta tenendo banco negli ultimi giorni in città. O almeno da quando il 10 settembre, in conferenza stampa, l’amministrazione e Sintagma Srl, la società incaricata della redazione del Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), hanno presentato le possibili soluzioni per diminuire il traffico in piazza Mameli. Il più generico dilemma sulla riapertura o meno di corso Italia (invocata a gran voce dalla minoranza con una raccolta firme che ormai ha superato quota 3000) si è quindi trasformato in un bivio: ripristinare la circolazione nel corso, oppure invertire il senso di marcia nella vicina via Dei Mille facendole svolgere di fatto la stessa funzione?
Il sindaco Marco Russo, in una intervista a IVG, ha provato a dare la “sua” risposta alla domanda (in sintesi: “Il tema è un altro, se è possibile risolvere il nodo viabilità senza riaprire il corso è la soluzione migliore“). Scatenando la dura reazione delle minoranze che, in una lettera a IVG, hanno apertamente accusato il primo cittadino di non ascoltare nessuno e non voler ammettere gli errori.
In ogni caso, queste soluzioni sono “figlie” di uno studio realizzato appunto da una realtà esterna, Sintagma. Abbiamo quindi voluto approfondire con l’ingegner Tito Berti Nulli, socio fondatore dell’azienda, cosa è emerso dalle loro rilevazioni, per fornire al dibattito ulteriori spunti di riflessione. In questo primo articolo ci concentriamo sulla fotografia della situazione esistente, i dati sul traffico rilevati dall’azienda, ossia la “base” su cui poggiano le soluzioni (di cui parleremo in un altro articolo).
Premessa: chi è Sintagma?
“Una società di progettazione e consulting con all’attivo più di 100 piani della mobilità, da Trieste a Catania. In questo momento, tra le altre cose, stiamo lavorando al piano di evacuazione dei Campi Flegrei a Napoli: si tratta di organizzare l’uscita di tutti i cittadini entro 48 ore, con un preavviso di sole 12 ore. Le lascio immaginare la difficoltà della cosa”.
Come sono stati acquisiti i dati sul traffico a Savona?
“Abbiamo posizionato telecamere e radar nei punti significativi. Li abbiamo lasciati attivi per 10 giorni in periodo scolastico: in questo modo abbiamo registrato l’andamento di ogni singolo giorno feriale, incluso il lunedì con il mercato, e nel weekend. A questi rilievi si aggiungono delle interviste fatte, in collaborazione con la polizia locale, agli automobilisti“.
Qui sotto i punti in cui sono avvenuti i rilievi: 5 si trovano nell’area di piazza Mameli (due incroci più via Boselli, via Paleocapa e via Niella), gli altri nel resto della città.
Cosa è emerso?
“Immaginiamo la città di Savona come una sfera. Ha del traffico che si muove dentro questa sfera, del traffico che entra dai Comuni esterni, del traffico che esce e infine quello che la attraversa (da questo scenario è ovviamente esclusa l’autostrada). All’ora di punta, il traffico interno alla città è il 44,5%, ossia circa 6700 ‘veicoli equivalenti’; i veicoli che entrano in Savona sono 3535, il 23,3%; quelli che ne escono sono 3094 in un’ora, ossia il 20,4%; e infine il traffico ‘attraversante’, ossia quello che più di tutti verrà influenzato dall’Aurelia Bis, è composto da 1780 ‘veicoli equivalenti’, l’11,8%“.
“I dati come detto sono legati agli orari ‘di punta’, che sono risultati essere due: al mattino dalle 7.30 alle 8.30 e al pomeriggio dalle 17 alle 18. Un dato che, per quanto simile, non è identico nelle varie città ma varia a seconda delle situazioni locali. La stima del numero giornaliero di ‘veicoli equivalenti’ si ottiene moltiplicando il dato per 12 o 13 volte”.
Nell’immagine qui sotto il ritardo medio nelle varie vie del centro: emerge chiaramente come la situazione più critica (colore blu) interessi chi arriva in piazza Mameli da via Niella e l’incrocio di questi con via Paleocapa. Ritardi alti anche nel tratto finale di via Boselli e nelle tre vie (Rella, Paleocapa e Brusco) che da piazza del Popolo portano in piazza Mameli.
Cosa significa “veicoli equivalenti”?
“Nella simulazione del micromodello diamo un ‘peso’ diverso ai vari mezzi di trasporto. L’automobile ‘vale’ un veicolo, i mezzi pesanti 2 o 3 a seconda delle dimensioni, gli scooter 0,5. Non è una nostra approssimazione, è una tecnica standard utilizzata in questo settore”.
Come è possibile che i veicoli in ingresso superino quelli in uscita? Non dovrebbero essere “simmetrici”?
“Chiaramente ogni veicolo che entra in città poi ne esce, quindi il totale giornaliero è in effetti simmetrico. I numeri qui sopra però, come detto, sono riferiti agli orari di punta: questo significa che, nelle ore di punta, Savona riceve più traffico di quello che ne esce. I veicoli ‘mancanti’ abbandonano Savona in altri orari”.
Il 44,5% del traffico è “interno” alla città: quanto sono lunghi i viaggi dei savonesi?
“Parliamo sempre del dato legato all’ora di punta, rilevato dal modello che abbiamo allestito con telecamere, radar e interviste. Noi abbiamo una matrice con origine e destinazione, quindi sappiamo dove inizia e finisce il viaggio. Dei 6700 savonesi che si muovono dentro la sfera abbiamo tracciato i percorsi fatti con l’auto: viene fuori che circa 4800 spostamenti (71,8%) hanno una lunghezza di 3 km o inferiore. Se si fissa il limite entro i 4 km, il dato sale all’85%“.
Durante la presentazione ha detto che il traffico a Savona è inferiore alla media delle città. Può spiegarci meglio?
“Nel corso della presentazione abbiamo mostrato una tabella che raffronta il quadro attuale di Savona con situazioni sovrapponibili emerse in altre città di cui ci siamo occupati, perché è importante relativizzare il problema”.
“Quando affrontiamo un nuovo studio, usiamo dei macromodelli che definiscono tutto il territorio all’interno dei quali poi elaboriamo dei micromodelli delle situazioni specifiche. Il micromodello di Piazza Mameli è stato sviluppato anche per altre situazioni: la circolazione per un nuovo ospedale a Livorno, la sistemazione di una rotatoria a Varese, quella di una piazza a Novara, la viabilità portuale a Genova. Anche tralasciando quest’ultimo caso, decisamente meno simile, e concentrandosi solo sugli altri tre, i dati sono tutti peggiori rispetto a Savona, dove il traffico – all’interno dell’area del micromodello – è da metà a un quarto rispetto a quelle realtà. Bisogna tenerne conto quando si lavora su una situazione: è giusto avere un occhio locale, ma occorre non dimenticare la visione generale”.
Nel prossimo articolo il raffronto tra la soluzione proposta e i dati che le simulazioni di Sintagma restituiscono per una ipotetica riapertura di corso Italia.