Liguria. Sono eventi non del tutto positivi, per l’Osservatorio Savonese Animalista (OSA), le cinque nidificazioni di tartarughe caretta-caretta, avvenute per la prima volta sulle spiagge savonesi: “Sono infatti dovute al progressivo spostamento a nord dell’areale di questi animali a causa del riscaldamento del mare, a suo volta creato dal riscaldamento globale della terra”, spiegano.
“Con una temperatura del nido non superiore a 28 gradi rischiano di nascere in maggioranza maschi, come forse sono i 48 esemplari sgusciati a Laigueglia; niente o poche femmine quindi (servono temperature d’incubazione sopra i 30 gradi) e minore o nulla efficacia si avrà per la conservazione della specie. Quest’anno in Italia vi sono state finora circa 400 nidificazioni (240 nel 2022), progressivamente decrescenti da sud a nord, mentre qualche decina di episodi sono avvenuti anche sulle coste spagnole e francesi – sottolineano dall’Osa -. L’accoglienza da parte di residenti, turisti ed autorità è stata finora molto buona ma OSA è preoccupata dall’incremento delle temperature medie e quindi dal fatto che, di anno in anno, le nidificazioni si intensificheranno occupando sempre maggiori porzioni di spiagge e quindi con conflitti con stabilimenti balneari e turisti; mentre nel Lazio è avvenuto il primo maltrattamento di tartarughine neonate, pensa che siano utili le iniziative di informazione, conoscenza ed istruzioni avviate da enti scientifici, associazioni e comuni locali; e spera che si riescano ad evitare le vicissitudini di gabbiani reali, cinghiali, caprioli, orsi e lupi, inizialmente amati e poi temuti, odiati e uccisi“.
“Sorprendono infine le dichiarazioni del presidente pro-tempore della regione Liguria Piana prima della schiusa delle uova di Laigueglia: “questo traguardo eccezionale evidenzia il lavoro di valorizzazione del patrimonio costiero, rendendo le nostre località balneari sempre più attrezzate e sostenibili, nonché attente alla flora e fauna marina“. Nel chiedergli se sia mai stato in Liguria negli ultimi trent’anni, ricorda che la costa è vittima di ogni tipo di speculazione edilizia, mentre tartarughe e cetacei muoiono ogni giorno nel Santuario Pelagos annegando nelle reti perdute o abbandonate o della pesca professionale, nonché di inquinamento e plastica, senza che nessuna norma di protezione del santuario sia stata finora fatta, né dallo stato né dalla regione”, concludono.