Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera di un familiare di una paziente che ha beneficiato dei servizi offerti da Savona Insieme, l’associazione di volontariato savonese che fornisce assistenza domiciliare gratuita ai malati di cancro e supporto ai loro familiari.
Al fianco di ogni paziente c’è quasi sempre un familiare tipo me che non ha alcuna formazione specifica e su cui ricadono non solo le difficoltà legate alla gestione pratica, ma soprattutto tutta una serie di emozioni e stati d’animo difficili da sostenere: dolore, angoscia, paura, frustrazione, sensi di colpa, sfinimento.
Trovare persone come l’infermiere Marini e il dott. Vallauri è stato come trovare un’oasi nel deserto, o la terraferma dopo un naufragio. Professionisti di valore, dotati di non solo di conoscenze e competenze, ma anche di una grande intelligenza emotiva, di solidità e di capacità di comunicare. E non solo verbalmente: per es. un messaggio mai espresso ma che mi è sempre arrivato chiarissimo è quello in relazione al tempo : “noi ora siamo qui, siamo qui per voi, non abbiamo la testa al dopo, non dobbiamo correre da nessun’altra parte, c’è tutto il tempo di cui avete bisogno”. Naturalmente sapevo e so che non è così, che sono tantissimi i pazienti e le famiglie seguite, ma avere la percezione di questo spazio esclusivo interamente dedicato ha avuto per me un valore immenso.
Così come la possibilità di poter chiamare, in qualsiasi momento per qualsiasi difficoltà. Tutto ciò mi ha suscitato la sensazione di una rete protettiva e quindi l’allentamento dei sentimenti di angoscia, paura, impotenza.
Queste sono considerazioni che riesco a mettere a fuoco adesso, ma che erano già tutte presenti a livello percettivo nel momento in cui sono entrati in casa l’infermiere Marini e il dott. Vallauri, anzi già dalla prima telefonata del coordinatore Marini, quando il mio primo pensiero, immediato, pieno di sollievo e di gratitudine, è stato: “ecco, adesso non sono più da sola”.
E questo mi porta anche ad altre considerazioni: nei professionisti e in tutta la struttura organizzativa di Savona Insieme ho ritrovato qualcosa che pensavo perso per sempre, il riconoscimento della dignità della persona malata.
Sto parlando in questo caso di diritti, di equità, di uguaglianza, di opportunità riconosciute a tutti quelli che ne hanno bisogno, di universalità: i principi che erano alla base del nostro sistema sanitario nazionale è che sono stati via via ridotti, calpestati e cancellati.
Anche ritrovare inaspettatamente vivi ed operanti nella vostra pratica quotidiana questi principi ha contribuito per me (e credo contribuisca per tutti i vostri pazienti e i loro familiari) a riacquistare una dignità, umiliata nei tanti contatti precedenti con la sanità pubblica, come nelle frasi testuali che mi sono sentita dire riguardo a mia mamma: “tanto è vecchia”, “è terminale, cosa volete, lasciatela in un letto”, “è sorda, non possiamo comunicare, quindi non possiamo fare niente”, “noi interveniamo solo per i dolori fisici, per altro si rivolga ad un neurologo”, ecc ecc… Giustificando così qualsiasi forma di omissione di una cura o di un trattamento e, se una cura non era possibile, del prendersi cura.
E intanto l’unico che ha indicato la soluzione più efficace e contemporaneamente meno impattante al problema dell’agitazione notturna e dell’insonnia di mia mamma è stato il dott. Vallauri, né i neurologi né il gerontologo né il reparto di cure palliative né altri. Tirandola fuori da uno stato perenne di angosce, agitazione paure e ossessioni in cui viveva da mesi e restituendole la possibilità di una vita il più possibile serena, qualunque durata futura possa avere.
Vi ringrazio tutti, per quello che avete fatto per noi e per quello che avete fatto e farete per tantissimi altri. È stato un onore per me conoscervi.
Paola Valenti