Ligure. “È stata una sorpresa anche per me”. Matteo Rosso parla finalmente col sorriso, dopo che la candidatura di Marco Bucci alle regionali ha tolto le castagne dal fuoco a tutto il centrodestra. Il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia non ha dubbi: “È la carta vincente, un uomo che ha dimostrato di saper fare bene a Genova e potrà continuare a farlo in Liguria”.
Ma senza questo jolly come ne sareste usciti?
Non lo so, non mi pongo neanche più il dubbio. Certamente lui è un fuoriclasse, ci toglie tutti i problemi e ci dà una forza molto maggiore in campagna elettorale. Incrociamo le dita, ma credo sia la carta vincente.
Ora possiamo spiegare cosa impediva di candidare Ilaria Cavo, che voi avete spinto per giorni?
Sinceramente non l’ho mai capito. Alla festa di Beverino Rixi e Cavo erano uno accanto all’altro in grande sintonia. Forse la preoccupazione era continuare la linea Toti o che fosse testimone al processo. Io l’ho sempre detto, a me andavano bene tutti e due: la prima scelta, se avesse voluto farlo, era Edoardo Rixi per le sue caratteristiche, e poi ho sempre riconosciuto grande stima a Ilaria Cavo. Ma è ovvio che il sindaco Bucci è molto più forte.
Lo avevate mai sondato?
No, perché non si pensava che fosse disponibile. Chi l’ha convinto ha fatto un grande lavoro.
E Giorgia Meloni è stata decisiva.
Credo abbiano lavorato tutti, Salvini, immagino anche Tajani, pure Rixi ha avuto un ruolo fondamentale. Sicuramente Giorgia ha avuto una parte importante, se pensiamo che una presidente del Consiglio molto accreditata si è esposta fortemente. Siamo passati da una situazione che poteva essere vincente, ma con mille tensioni, a una situazione che ha unito tutti in un colpo solo, cosa molto rara in politica.
Perché Bucci può vincere secondo voi?
Perché è visto non come uomo della politica, ma come uomo del fare, che decide, che si assume responsabilità, l’uomo che ha coraggio. In altre città e province mi dicevano “avessimo un sindaco come Marco Bucci…’. Anche altrove è sentita fortemente la sua determinazione. È l’uomo del fare, nel complesso è l’uomo che il cittadino ligure medio vuole.
Ma non date la vittoria per scontata, giusto?
In politica non c’è mai nulla di scontato, questo vale per tutti, a qualunque livello e in qualunque campagna elettorale. Però siamo molto fiduciosi. Incrocio sempre le dita.
Se però dovesse perdere, Bucci e tutto il centrodestra ne usciranno fortemente indeboliti. A quel punto continuerà a fare il sindaco o gli chiederete un passo indietro?
Intanto ce la metteremo tutta, tutti insieme, perché questo non avvenga. Eventualmente continuerà il suo mandato, è ovvio. Una cosa è il Comune di Genova, altra cosa è la Regione Liguria. Il Comune gli ha già tributato la sua stima.
Anche se emergesse una perdita di consenso a Genova?
Certo, ci mancherebbe. Il consenso purtroppo è variabile nel tempo. Nella malaugurata idea che dovesse perdere continuerà il suo mandato.
Se invece dovesse vincere, sarà Piciocchi il vostro candidato a Genova?
Non ne abbiamo parlato ma penso di sì. Ho detto che Piciocchi non doveva essere tolto dal Comune di Genova perché è una persona di grande capacità, quindi penso che sia fisiologico. Poi vedremo se ci saranno altre candidature spontanee, ma per me Pietro Piciocchi è il candidato naturale.
Tra l’inchiesta su Toti e la ritrovata unità della sinistra cosa vi preoccupa di più?
Quello che mi preoccupa è che comunque la Liguria ha zone importanti di centrosinistra, come l’area genovese, savonese e spezzina. Speriamo di riuscire a raggiungerle e convincerle. Alla Spezia certamente Orlando farà la sua partita. L’importante è riuscire a convincere una regione che per natura non è di centrodestra che Bucci non è un candidato di centrodestra, ma un candidato civico che lavorerà per tutti.
L’incertezza dell’area centrista di Italia Viva, combattuta tra Bucci e Orlando, potrebbe risultare determinante?
Determinante non credo, ma certamente importante. In Comune è stato fatto un buon lavoro insieme, non vedo perché non debbano continuare con noi in Regione. Non è solo un valore aggiunto in termini percentuali. Io confido che anche loro siano della partita con noi.
Rixi annuncia che sarà capolista nella Lega, anche voi avrete un candidato “forte” con funzione di traino?
Io non lo faccio. Abbiamo i candidati uscenti che sono già forti: Balleari, Ferro, Sartori. È entrata con noi Lilli Lauro che è altrettanto forte, poi Gambino, De Benedictis, Medusei. I nostri ci mettono tutti la faccia e sono in tanti, una bella squadra compatta. Noi, più che avere un alfiere, abbiamo tanti che corrono per fare un bel risultato assieme.
A proposito di Lilli Lauro, non crede che il suo arrivo possa portare problemi all’interno del partito? Potrebbe scalzare qualcuno…
In un partito che cresce, che ha il 30% a livello nazionale, bisogna guardare anche a chi ha consenso elettorale e chiede di entrare, sennò rimarremo sempre un partito piccolino. È ovvio che ci sono malumori, ma i malumori poi si mettono a tacere e tutti a pancia bassa a prendere voti. Lilli Lauro da sempre è sul territorio, ha un grosso seguito. Nel momento in cui chiede di poter entrare è chiaro che sia un valore aggiunto importante.
Dunque l’obiettivo è il 30% anche alle regionali?
No. Dipende da quanto incideranno le liste civiche. Il 30% di Fratelli d’Italia a livello nazionale è dovuto a Giorgia Meloni che attira voti. Non so oggi valutare il nostro obiettivo, dobbiamo anche capire quante liste civiche saranno in campo, forse ce ne saranno due. Sono importanti perché ci aiutano a vincere, però al tempo stesso le percentuali si riducono. Ma non importa, il risultato è governare la regione tutti insieme.
Potrebbe quindi riproporsi uno scenario in cui l’area civica è preponderante sui partiti, come nell’era Toti?
È possibile, mi sembra evidente. Nel momento in cui Bucci fa la sua lista è ovvio che abbia una grande attrattiva, sia per chi si vuole candidare sia per l’elettore. Ma ripeto, l’obiettivo finale è vincere. Se facciamo il 30% ma poi perdiamo a cosa serve?
Quanto è importante vincere in Liguria per Fratelli d’Italia e il centrodestra?
Tanto. Il fatto stesso che Giorgia Meloni abbia chiamato il sindaco vuol dire che ci tiene. Non è che tutti i giorni un presidente del Consiglio chiama qualcuno per convincerlo a candidarsi…