Genova. “Aiutateci a cancellare la macchina dalla bandiera della Regione Liguria. Se continueremo ad avere lo spirito di questa sera ce la possiamo fare, anzi ce la faremo”. Andrea Orlando, candidato del centrosinistra alle elezioni regionali parla davanti alla folla di sostenitori (e potenziali candidati) che in questo martedì sera hanno partecipato all’inaugurazione del point genovese, in via Scurreria. Uno spazio non enorme, certo, ma vista la ressa e la strada praticamente bloccata (con tanto di inevitabile gag al passaggio di un camioncino Esselunga) l’intervento di Orlando è stato spostato nella più ampia piazza Campetto.
Il clima è di generale ottimismo: il sondaggio pubblicato dall’emittente tv Primocanale, che vede Andrea Orlando avanti di 5 punti su Marco Bucci (se non si considera la candidatura di Nicola Morra, di Uniti per la Costituzione). Ovviamente Orlando non commenta: “Segnale positivo? Se fosse stato al contrario sarebbe stato un segnale negativo, ma non commento i sondaggi”. E anche i presenti, a parole, tendono a prendere quei numeri con le pinze, però la fibrillazione è palpabile in maniera trasversale tra i presenti.
Se il messaggio che voleva essere lanciato questa sera dal campo largo era quello di unità, missione compiuta. In piazza si sono visti stringersi la mano Stefano Giordano, coordinatore genovese del M5s, e Claudio Burlando. Ad ascoltare Orlando c’erano esponenti illustri del Pd come Sergio Cofferati e Roberta Pinotti, oltre ai vertici locali e regionali dem, ma anche molti esponenti pentastellati, Cristina Lodi di Azione, c’erano l’ex presidente della Provincia di Genova Alessandro Repetto, e poi i rappresentanti del mondo rossoverde, Linea Condivisa, Lista Sansa, Avs nonché figure legate alla società civile come Walter Massa, presidente nazionale dell’Arci, e Ilaria Gibelli, del comitato Liguria Pride, portavoce della comunità Lgbt+.
Molti anche i volti di chi si candiderà, con ogni probabilità, in una delle liste dei partiti del centrosinistra o in una delle liste civiche o semi-civiche a sostegno di Orlando: saranno tre, una “del presidente”, una detta “degli amministratori” e una squisitamente centrista-riformista.
L’ex ministro Orlando, dalla piazza, insiste sul tema della legalità: “In questi giorni misuriamo il rischio di una sottovalutazione di quello che è successo in Liguria, si dice che in fondo la montagna ha partorito il topolino. Spieghiamolo ai liguri: se tu prendi due o tre anni col patteggiamento vuol dire che la pena poteva essere il triplo. Chi direbbe che si tratta di un topolino?”.
Orlando parla di “grande danno reputazionale, ci vorrà fatica e lavoro per superarlo, ma credo che dobbiamo essere tutti preoccupati per il danno amministrativo, c’è il rischio di stallo, che noi non vogliamo. In questo momento abbiamo contemporaneamente un Comune in campagna elettorale con metà della sua giunta e due Autorità portuali decapitate, nel momento in cui dovrebbe essere massimo lo sforzo per realizzare le condizioni di utilizzare tutte le risorse del Pnrr”.
Tra gli argomenti affrontati anche quello, spesso tralasciato dagli avversari, della cultura: “Dovremo lavorare per fare in modo che la parola cultura non sia un’appendice della parola turismo. La cultura è l’elemento che deve caratterizzare l’identità di una terra, costruire legami con il resto del mondo. Per questo, è un impegno facile da prendere, se sarò eletto nominerò un assessore alla cultura”.
A margine dell’inaugurazione, interpellato dai media, commenta anche la decisione della maggioranza in consiglio comunale di sospendere le sedute negli ultimi giorni di campagna elettorale: “Ecco cosa sta producendo il modello Liguria al momento – afferma – alcuni patteggiamenti, l’interruzione dell’attività istituzionale del Comune e la decapitazione delle Autorità portuali liguri, forse c’è qualcosa da rivedere”.