Liguria. “Diciamo la verità ai liguri. A Bucci dico: confrontiamoci, ma facciamolo sulle cose vere. Non tutto ciò che non va in Liguria è colpa di Toti, ma negare l’evidenza è il modo per non uscire dai problemi. Io non starò solo nella Ztl di Genova, la Liguria non finisce tra le mura della città. Noi vogliamo parlare di tutta la Liguria in tutta la Liguria. Bucci vuole fare un incontro con me, ma solo alla presenza dei candidati? Io gli rispondo che non mi siedo in un dibattito a cui partecipa anche Forza Nuova. Se Bucci vuole un confronto, che sia di persona, online o altro, sono disponibile ma che sia un confronto tra noi due”. E’ questo il “guanto della sfida” lanciato (o meglio, rilanciato) ieri sera da Andrea Orlando, candidato presidente della Regione Liguria per il centrosinistra, durante la Festa dell’Unità di Carcare.
Durante l’incontro pubblico moderato dalla giornalista Elena Romanato e svoltosi alla presenza del sindaco di Carcare Rodolfo Mirri, del consigliere regionale uscente (e nuovamente candidato) Roberto Arboscello e del consigliere comunale ingauno (e probabile candidato consigliere regionale) Giorgio Cangiano, Orlando ha spaziato analizzando “il passato e il presente” della Liguria e lanciato alcune proposte per il futuro.
In apertura, Orlando ha voluto esprimere la sua “solidarietà a Giovanni Toti: era l’idolo del centrodestra ligure fino a poco tempo fa, ora sembra non lo conosca più nessuno, si sono smarcati tutti”. E sull’inchiesta per corruzione: “Delle intercettazioni mi ha colpito una in particolare: in un’occasione, il sindaco di Genova Bucci e l’ex presidente Toti hanno cancellato tutti gli appuntamenti della loro giornata per incontrare un noto armatore (non coinvolto nell’inchiesta) in arrivo a Genova. E sono stati sotto il suo studio ad attendere il suo arrivo. Ecco, così ti metti in una posizione di totale subalternità. Noi dobbiamo avere la schiena dritta perché l’economia sia al servizio delle persone. Noi dobbiamo aumentare il Pil, ma aumentando la qualità della vita di tutti. La politica deve stare in piedi, mai mettersi in ginocchio“.
E questo proposito ha raccontato un aneddoto personale: “Ho fatto l’assessore alle attività produttive quando ero molto giovane e il giorno in cui divenni assessore mi chiamò un vecchio sindaco della città, già comandante partigiano e deputato del partito comunista, e mi disse: ‘Ricordati sempre che i poveri li incontri dove ti pare, i ricchi soltanto nel tuo ufficio‘. Una lezione che ho seguito tutta la vita. Se io mi metto in ginocchio davanti al potere economico, posso chiedere qualcosa per me e per la mia campagna elettorale ma non certo per il mio territorio”.
E parlando del suo avversario Bucci, ha chiosato: “Io non sottovaluto mai gli avversari, chiunque siano, ma Bucci è un personaggio che non dice mai la verità. Ha detto ‘Non mi candido per non tradire i genovesi’ e lo ha fatto. Ha detto: ‘Sono un civico’ ma, allo stesso tempo, ha detto che lo ha convinto una telefonata di Giorgia Meloni. Ha detto che ‘la Liguria sta vivendo un ciclo positivo’, ma non c’è niente di più falso. Non siamo l’El Dorado che si sta raccontando. Dal centrodestra ci accusano di essere quelli del ‘no’ e che non vogliono le infrastrutture: ma tutte le infrastrutture più importanti per il paese sono state progettate dal centrosinistra e dal governo Conte 2 e poi sono state bloccate dall’insipienza del centrodestra”.
Infrastrutture come il rigassificatore: “Sul rigassificatore Bucci ha detto: ‘Aspettiamo di vedere cosa dice il ministero’. E invece no, a parlare deve essere per prima la Regione Liguria e lo deve fare per dire ‘no’. Se vogliamo conquistare spazi di manovra e investimento a favore della Liguria dobbiamo combattere. Da quando c’è il PNRR ci si è concentrati solo su Gronda e diga di Genova, come se il resto della Liguria non avesse problemi: la Genova-Ventimiglia, ad esempio, è da piangere. L’attenzione del centrodestra è stata sempre concentrata solo sulla dimensione genovese”.
Secondo Orlando è necessario “costruire un asse con Piemonte ed Emilia Romagna, non possiamo soddisfare solo Genova: così facciamo un danno alla Liguria, che deve rompere il suo isolamento”.
Ad oggi, il “link” con le altre regioni riguarda principalmente la sanità e le bene note “fughe” verso Piemonte e Lombardia. Per il candidato serve “serve una riorganizzazione strutturale della sanità in Liguria. Finora sono state messe solo pezze su un vestito pieno di buchi, ma le pezze sono state peggio dei buchi. Va ricostruito un processo in cui si mette in evidenza la centralità della sanità pubblica, su cui bisogna tornare ad investire seriamente. La sanità privata, inutile negarlo, ha sostituito la pubblica, non l’ha integrata. Abbiamo reparti con carenze di personale del 20/30%, macchine che smettono di lavorare perché non c’è il personale per farle funzionare. Bisogna investire sul personale della sanità pubblica. Dobbiamo ricostruire i servizi territoriali nell’ottica di impedire che tutto si riversi sui grandi ospedali, che sono al collasso”.
“Tutti devono avere il diritto a potersi curare, è un diritto costituzionale: se falliamo su questo, significa che la politica ha fallito su tutto – ha aggiunto – Io non prenderò finanziamenti dalla sanità privata in campagna elettorale: lo prometto perché voglio dare un segnale in questo senso. La Manovra di bilancio del Governo si basa su due voci fondamentali: tagli su sanità e pensioni, non possiamo permetterlo”.
Infine, sul cosiddetto “campo largo” Orlando ha precisato: “Dobbiamo verificare la compatibilità tra le varie forze del centro, stiamo cercando di metterle assieme: non è detto ci saranno tutte le componenti del centro, ma cercheremo di avere una lista forte che identifichi nella fine dell’esperienza Toti un nuovo inizio, un punto di partenza”.