Rabbia

L’alta Valbormida di nuovo senza medico di famiglia: il sostituto si è già dimesso

La preoccupazione dei residenti: "Siamo gente forte, ma anche un po' stufa di continuare a batterci per servizi che si pensavano essere alla base di una società civile"

ambulatorio medico calizzano

Bardineto-Calizzano. A due mesi dall’annuncio, da parte di Asl2, della nomina di colui che da settembre avrebbe sostituito la dottoressa Sabrina Briozzo, l’Alta Valbormida è di nuovo senza medico di famiglia. A metà luglio, infatti, in occasione dell’inaugurazione del nuovo ecografo in dotazione nell’ambulatorio di Calizzano, i vertici dell’azienda sanitaria avevano ufficializzato l’arrivo del dottor Guido Loretu come successore della collega, che ha scelto di lavorare in ospedale e ha lasciato il servizio il 31 agosto.

Ora un’altra tegola cade sui pazienti di Bardineto e Calizzano, ovvero, come spiegato dal sindaco Pierangelo Olivieri, “L’attività del dottor Loretu si è interrotta a seguito di sue dimissioni. I referenti di Asl2 si sono immediatamente attivati alla ricerca di soluzioni sia di emergenza sia strutturali a garanzia della corretta fruizione del servizio di assistenza territoriale delle nostre comunità. Nel frattempo, per le urgenze relative alle prescrizioni, sarà possibile evidenziare la necessità anche nelle farmacie locali e sotto il coordinamento Asl si otterranno le “ricette” di cui si ha bisogno”.

Intanto sono numerose le richieste di aiuto da parte di cittadini valbormidesi giunte in redazione. “Colui che doveva subentrare e prendere servizio, inizialmente solo nell’ambulatorio di Calizzano, anche se solo a tempo determinato, ha dato le dimissioni dopo appena una settimana di lavoro – scrivono due donne bardinetesi – Come cittadini ci troviamo a non avere assistenza sanitaria, in paesi che hanno una grande percentuale di anziani, lontani dai pronto soccorso e con un servizio di trasporto per le emergenze basato sul volontariato, ormai allo stremo delle forze. Le istituzioni fanno intravedere la loro presenza tramite comunicati sterili e spesso in ritardo rispetto agli eventi, con tante parole, ma scarse di significato, intere pagine scritte girando intorno ad astratti pensieri senza mai giungere ad una conclusione concreta. Siamo rimasti soli“.

E ancora, scrive un calizzanese: “I fatti sono ben diversi dalle parole e purtroppo la rabbia è tanta, ma anche la rassegnazione vuole la sua parte, perché la sanità in Alta Valle Bormida è da tanto tempo che si sta sgretolando e oggi sembra essersi praticamente disintegrata. Ad oggi, se una persona non si sente bene, deve iniziare a pregare, a fare riti magici o qualsiasi altra cosa si voglia, perché il medico non c’è, per non parlare della continuità assistenziale (ex guardia medica). Se si avesse bisogno di farmaci sarebbe meglio tornare all’uso di rimedi naturali, perché il farmacista non tutto può anticiparti sulla fiducia, non avendo chi ti fornisce la ricetta. Ad andare ad intasare il pronto soccorso ti ci pensi due volte. E quindi, se per esempio sei un Calizzanese medio, di 80 anni, con qualche patologia cronica e magari una terapia domiciliare composta da una decina di farmaci al giorno, di cui anche solo due di questi prescrivibili in corso di validità di piano terapeutico ecco, la situazione inizia ad essere complicata. Se poi dovessi fare anche delle analisi del sangue, qui sarebbe un’altra storia, forse sarebbe meglio rinunciare; per non parlare delle richieste per esami e visite specialistiche. Il ruolo del medico di famiglia è importantissimo, tale deve essere e deve rimanere per garantire la cura e l’assistenza necessaria ai cittadini, che hanno il diritto, a loro volta, di avere un medico a cui potersi rivolgere e che sia di riferimento per la comunità. Speriamo che questo sia solo una brutta, bruttissima parentesi e che finisca presto; perché noi di montagna siamo gente forte, ma siamo anche un po’ stufi di continuare a batterci per servizi che si pensavano essere alla base di una società civile, del vecchio continente, nel 2024”.

 

 

 

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