Albenga. Da una parte l’immagine dei danni del maltempo e il dolore delle famiglie che ne hanno patito le conseguenze, dall’altra il volto dei soccorritori, che hanno operato, senza sosta, tutta la notte. “Angeli” silenziosi, che compaiono durante le emergenze per evitare il peggio. Ed è stato così anche questa volta.
Parliamo di protezione civile, personale delle pubbliche assistenze, vigili del fuoco e agenti della polizia locale. Tanti di loro sono volontari, pronti ad abbandonare il posto di lavoro o a non presentarsi pur di prestare servizio a chi ne ha bisogno.
Hanno risposto ancora una volta “presenti”, senza risparmiarsi. Oltre 50 gli uomini della protezione civile, non solo da Albenga, ma supportati anche da colleghi provenienti da tutta la provincia, coordinati dal consigliere ingauno Antonio Caviglia e dal caposquadra di Albenga Gianni Naso.
Anche i vigili del fuoco di Albenga sono stati supportati da colleghi di Genova e La Spezia e da altri provenienti addirittura dalla Lombardia. Con tutti loro, sempre presente la croce bianca di Albenga, con due jeep in supporto.
La notte si è accesa verso le 3.30, quando decine di chiamate hanno iniziato ad arrivare corredate da altrettante richieste di aiuto. Hanno recuperato due automobilisti rimasti bloccati in mezzo all’acqua con l’auto e li hanno messi in sicurezza. Hanno sfollato una famiglia da un’abitazione di Campochiesa, dove l’acqua aveva già invaso il primo piano.
Hanno anche aiutato diverse persone nella medesima situazione degli sfollati, ma che per fortuna non hanno dovuto abbandonare le proprie case: hanno contribuito a liberarle dall’acqua e ad accompagnarne gli occupanti ai piani superiori.
Una menzione speciale per Dino Ardoino, presidente della Croce Bianca di Albenga. La sua carta d’identità dice “85 anni”: era in prima linea, un metro dentro l’acqua, per aiutare chi era in difficoltà e dare supporto ai suoi ragazzi.
“Questi son ragazzi fantastici, e non parlo solo dei ‘miei’ – spiega ai microfoni di IVG il caposquadra della protezione civile di Albenga, Naso – Tutti si sono messi a disposizione, senza risparmiare le forze”.
“Il mondo del volontariato è spesso un mondo di invisibili – conclude – le persone ci vedono solo quando ci sono gli interventi, ma durante tutto l’anno organizziamo corsi, procediamo alla manutenzione dei mezzi. Tutto per prepararci a eventi come questi, dove il nostro primo pensiero è l’incolumità delle persone”.
Un lavoro che non si è limitato alla notte, ma è proseguito questa mattina, quando le chiamate di aiuto si sono trasformate in richieste di supporto per ripulire e riparare ai danni: decine e decine di telefonate. Ore febbrili al COC di Albenga, dove, nonostante gli sforzi profusi, nell’espressione dei soccorritori traspare anche tristezza e una sorta di rammarico: “Facciamo il possibile, ma purtroppo siamo in pochi per troppe persone. Vorremo fare di più e non è possibile”.