Liguria. E’ una mattina da day after, specialmente per gli abitanti di Marassi che, martedì 25 settembre, per più di 12 ore, hanno dovuto fare i conti con una situazione di guerriglia urbana a seguito del derby di coppa Italia tra Genoa a Sampdoria. Avrebbe potuto essere una semplice mattina di sfottò da parte dei tifosi della Sampdoria, e di forte disappunto per quelli del Genoa, per la vittoria dei blucerchiati ai rigori, eppure sono purtroppo altri i temi al centro.
Il bilancio – per ora provvisorio – della notte di follia tra via Canevari, via Bobbio, corso De Stefanis, ponte Serra, via Del Piano e via Montaldo è di 8 persone fermate dalla polizia. Bilancio provvisorio perché in seguito a ulteriori indagini della polizia ci saranno sicuramente altri arresti differiti.
L’altro numero da registrare è quello dei feriti, 8 tra forze dell’ordine e tifosi, tutti finiti in condizioni non gravi al San Martino e al Galliera. Ed è un numero che conta perché, viste le premesse e la quantità di persone coinvolte, avrebbe potuto essere molto più alto. “Poteva scapparci il morto” è la frase ripetuta da moltissimi genovesi sulle pagine social di quartiere.
Vigilia ad alta tensione, pomeriggio di scontri
Già nei giorni scorsi era stato chiaro che la stracittadina sarebbe stata ad alto rischio scontri. Nelle sere precedenti gli ultras erano più volte arrivati alla collisione, fermate solo dall’intervento della polizia.
Mercoledì, nel primo pomeriggio, le prime manifestazioni di violenza con la polizia costretta a far scattare in anticipo la chiusura delle strade e i negozianti che decidono di abbassare le saracinesche.
Le bandiere del club sampdoriano appaiono in gradinata Nord: è il caos
Per ore, soprattutto sulle chat e sui social, si succedono – del tutto incontrollate e infondate – voci sulla possibile sospensione della partita per questioni di ordine pubblico ma il derby tra Genoa e Samp inizia e si gioca.
Nel secondo tempo, però, succede quello che la polizia aveva cercato di evitare attivando un sequestro preventivo degli striscioni: in gradinata Nord vengono esposti gli striscioni rubati agli Ultras Tito Cucchiaroni.
E’ la provocazione che fa deflagrare il caos. Prima dei rigori, prima del pareggio della Samp, alcuni ultras blucerchiati escono dalla Sud e cercano di raggiungere la gradinata opposta utilizzando passaggi interni allo stadio. Vengono bloccati dalla polizia e dagli steward e a quel punto escono in strada.
Dal Ferraris alle strade, tafferugli e caos
I disordini si sono allargati a macchia d’olio. I primi tafferugli sono partiti in corso De Stefanis – protagonisti i tifosi doriani – prima della fine del match. Sul posto sono intervenute diverse ambulanze e mezzi blindati di polizia e carabinieri.
Poco dopo le 23, con le persone che stavano lasciando lo stadio, sono scoppiati altri disordini in via Canevari (principalmente ultrà genoani) con il lancio di fumogeni, petardi e bottiglie da parte di ultrà a volto coperto e armati di spranghe, cinte e bastoni.
Le forze dell’ordine sono intervenute facendo allontanare rapidamente i presenti e chiudendo la strada e hanno poi azionato gli idranti e caricato per disperdere il gruppo e tentare di evitare che le due tifoserie entrassero in contatto. Alla fine hanno utilizzato anche i lacrimogeni.
Intorno a mezzanotte e mezza nuovi scontri sono scoppiati in via del Piano (ultras della Samp) e in via Bobbio (tifosi del Genoa), dove le forze dell’ordine hanno nuovamente azionato gli idranti. Un nutrito gruppo di ultrà si è poi spostato verso via Montaldo, incalzato dalle forze dell’ordine.
Altro fronte “caldo” è rimasto quello di corso De Stefanis, dove poco prima di mezzanotte l’attenzione era ancora altissima. Sulla zona dello stadio continui passaggi dell’elicottero per monitorare la situazione dall’alto.
Derby ad alta tensione, strade chiuse e dispositivo di sicurezza
Sempre intorno a mezzanotte sono state chiuse al traffico altre strade, via Bobbio (in direzione mare), via Invrea, corso Buenos Aires e corso Torino in direzione levante e via Toleimaide. In molte strade intorno allo stadio i cassonetti sono stati spostati in mezzo alla carreggiata, diversi i motorini rovesciati.
L’imponente dispositivo di sicurezza organizzato da prefettura e questura in vista del derby sarebbe dovuto servire non solo a evitare scontri all’esterno del Ferraris ma anche a impedire l’ingresso di materiale potenzialmente adatto a surriscaldare gli animi.
Se questo secondo obiettivo non è stato evidentemente raggiunto, è vero che gli agenti in assetto anti sommossa, anche con l’utilizzo di blindati, idranti e fumogeni – e con il supporto dell’elicottero che per tutta la giornata ha girato sopra Marassi – hanno evitato lo scontro diretto tra tifoserie e quindi un bilancio potenzialmente ben più alto tra feriti e danneggiamenti. Purtroppo l’impressione è che non sia finita qui: se le tifoserie sono intenzionate ad arrivare a un regolamento di conti l’appuntamento per un nuovo scontro è solo rimandato.
Il bilancio dei feriti
Come si legge in una nota diramata oggi dalla direzione dell’ospedale, al pronto soccorso del San Martino sono stati medicati 15 uomini della Polizia di Stato, dei quali 12 in tarda serata e tre durante il pomeriggio; a questi si sommano 11 militari dell’Arma dei Carabinieri. Tutti i pazienti in questione sono stati dimessi con prognosi variabili. Sono tre i civili coinvolti negli scontri, processati e dimessi: uomo di anni 32, uomo di anni 24, uomo di anni 19.
Le direzioni del Policlinico ringraziano “sentitamente i professionisti operativi presso il pronto soccorso nel corso della lunga giornata di ieri, esempi di dedizione e abnegazione, capaci di fronteggiare un iper afflusso derivante da quanto accaduto nei pressi dello stadio senza minimamente impattare sulla regolare attività del pronto soccorso”.
All’ospedale Galliera sono stati ricoverati 9 feriti, tutti ultras.