Attesa

Ceriale, le minoranze: “Che fine ha fatto il Puc? La città non può farne a meno, ne va del suo futuro”

I due consiglieri di minoranza attaccano l'amministrazione del sindaco Marinella Fasano

Ceriale panorama

Ceriale. “Che fine ha fatto il nuovo Puc di Ceriale? E’ uno strumento fondamentale per programmare il futuro urbanistico, economico, turistico di ogni comune e la nostra città non può restarne priva ancora a lungo”. A dirlo sono i due capigruppo di minoranza di Ceriale Antonello Mazzone (CerialeSi) e Piercarlo Nervo (Noi per Ceriale).

Ricordano i due capigruppo di maggioranza: “In una intervista dell’8 settembre 2022 l’allora sindaco Luigi Romano dichiarava che ‘il piano regolatore generale Prgc è lo strumento principe della pianificazione urbanistica, localizza i servizi e infrastrutture, divide il territorio comunale in zone omogenee per caratteristiche e previsioni urbanistiche ed è essenziale per il futuro e lo sviluppo del territorio e della comunità’. Può una città rimanervi priva per tanti anni?’. Il Prg adottato con DPGR numero 180 del 15 novembre 2001 è scaduto, ad oggi, da 13 anni. Con quali danni e conseguenze allo sviluppo armonico e bene comune? Ma finalmente il Puc è pronto. O così pare”.

“Effettivamente, in data 9 dicembre 2022 con delibera di giunta numero 182 veniva approvato lo schema del Puc e l’avvio delle procedure per l’adozione. Come si rileva dall’atto era presente alla votazione anche il riconfermato vice-sindaco. Da allora vi sono state le elezioni che a maggio 2023 hanno portato in carica una nuova amministrazione con un nuovo sindaco ed il precedente vice-sindaco che rappresenta la continuità e la coerenza dei suoi valori nella azione amministrativa. Ebbene nonostante il grido di dolore e preoccupazione lanciato da Romano, ad oggi dopo 20 mesi non si sono più avute notizie. Come dire che la nuova amministrazione non pare interessata allo strumento, non lo ritiene urgente né necessario e il vice-sindaco, che pure si era unito al grido di dolore votando la delibera di giunta, non se ne è più preoccupato né interessato né ne ha parlato. Forse la ritiene materia da maneggiare con cura”.

“Per questa amministrazione meglio occuparsi delle faccende domestiche e lasciare ad altri magari più preparati la responsabilità della programmazione -pianificazione del territorio. Queste sono cose serie. Non si può mai sapere. Meglio luci, buche e marciapiedi. Ed è inutile prendersela con chi li ha votati: la politica è come al ristorante, il cliente ha sempre ragione. Qualche saggio aggiungeva anche che la politica è come il maiale non si butta via niente.”

“Il termine ‘turismo’ è sempre stato considerato un’espressione esotica infilata ad effetto tra le pieghe di tutti i programmi elettorali – commentano ancora Mazzone e Nervo – nessuno si è poi scusato di aver disatteso gli impegni assunti. E’ importante comprendere che non esiste una economia turistica basata sul nulla. Non bastano il sole, il mare, la sabbia, le canzonette. E’ vitale che il nuovo strumento di pianificazione del territorio valorizzi tutte le risorse del territorio, l’entroterra, l’ambiente, la storia, la cultura. E’ necessario gettare le basi per il cosiddetto turismo congressuale. Sappiamo quanto sia ambito il nostro territorio per convegni di carattere sportivo, scientifico-culturale-economico-sindacale. Integrare le attività elioterapiche con opportunità di investimento extra-stagionali consentirebbe di affrontare e risolvere finalmente le situazioni drammatiche e pericolose richiamate con lungimiranza nell’intervista dall’ex sindaco Romano (Zona T1, Palazzo Pesce, Colonia Veronese, scuole Carbonetto e scuole Muragne, la Risacca, le aree ex tempo d’estate) e farle diventare opportunità. Non possiamo continuare a camminare con il freno a mano tirato. Abbiamo parlato di economia del sale da mettere in ogni minestra senza renderci conto che a Ceriale stavamo oziando davanti alle pentole vuote”.

“Ceriale sembra destinato alla stessa sorte delle classi agiate di un tempo che piano piano si affezionavano alle loro malattie: noi ci stiamo affezionando alle nostre incompiute, alle nostre incapacità e viviamo nel terrore che magari arrivi qualcuno che le risolva. Bisogna confrontarsi, parlare, coinvolgere, pur nelle diverse espressioni, ideologie, tutte le categorie. Bisogna sognare per le nuove generazioni. Non ci sono progressi con gli arrocchi, non basta difendere quello che hanno fatto le generazioni che ci hanno preceduto. Gli amministratori che non si sono resi conto dei cambiamenti, del progresso e che hanno adottato questa non strategia hanno trasformato i loro paesi in siti archeologici turistici. Per esempio il rudere del Grand Hotel di Garessio è ancora lì in bella mostra a testimonianza del passato splendore, sta a pezzi, non si riesce neanche a tirarlo giù. E questo a perenne testimonianza della superficialità, della miopia politica-amministrativa. Il ruolo della politica consiste, non a caso, nel garantire a tutti i cittadini la fruizione di un bene comune. La politica deve avere il polso della comunità, della sua evoluzione, non deve lasciare la comunità indifesa ed impreparata”.

“Chi tace in politica è connivente. Chi finge di non capire, addirittura di non sentire, è responsabile quanto gli altri e molto spesso con l’aggravante di essersi piegato ad un qualsiasi compromesso per evitare qualsiasi responsabilità. E’ ovvio che se non c’è malafede ed interesse privato a giustificare l’ignavia ed il silenzio di qualsiasi consigliere comunale, si pone una questione ben altrimenti grave: quella della sua incapacità di intendere e di volere il bene nostro e nostra città”, concludono Mazzone e Nervo.

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