Liguria. Ci sono due città liguri tra le prime venti posizioni della classifica delle città più (o meno) naturali d’Italia, una addirittura tra le prime cinque: Savona, al terzo posto, mentre Genova si piazza al quattordicesimo.
La classifica è stata redatta e diffusa da 3Bee, azienda tech specializzata nella tutela della biodiversità, in occasione della giornata mondiale dell’habitat. È stata stilata grazie all’applicazione parziale della nuova piattaforma di monitoraggio della biodiversità interamente sviluppata dal team dell’azienda, che si basa su dati scientifici e permette a municipalità, imprese e parchi naturali di migliorare il proprio impatto su natura, biodiversità e clima a partire dal monitoraggio dei principali indici di rischio.
Venendo alla classifica, sono stati presi in considerazione 112 capoluoghi di provincia italiani, valutati sulla base del parametro “Abbondanza Media di Specie per uso del suolo indiretta” (MSA Land Use), un indicatore dell’integrità della biodiversità locale utilizzato per valutare l’impatto delle attività umane sull’ambiente naturale. Il calcolo viene fatto confrontando l’abbondanza delle specie in una zona con la loro abbondanza in un ambiente totalmente naturale, in cui non sono presenti dunque attività umane.
Il parametro va da 0 a 1, dove 1 indica che la distribuzione delle specie nella zona in analisi è completamente intatta e 0 indica una regione o area totalmente antropizzata e artificiale. In questa analisi è stato utilizzato un sotto parametro dell’MSA, il Land Use, che tiene in considerazione principalmente l’uso del suolo ed è stato calcolato grazie all’integrazione con i dati satellitari e l’esperienza di 3Bee nel definire le categorie di uso del suolo.
In questo quadro la Liguria si presenta, nella mappa italiana, interamente colorata di blu, il che significa che la maggior parte del suo territorio sfiora l’1 e che, dunque, mantiene un ambiente ricco di biodiversità, con un’ampia copertura vegetale e un basso livello di antropizzazione. Tanto per fare un confronto, la Lombardia e il Piemonte spiccano in rosso, e non è un caso che nelle posizioni più basse della classifica vi siano ben tre capoluoghi di provincia piemontesi. Analizzando invece la top ten delle città capoluogo di provincia più naturali d’Italia, sul podio ci sono Isernia, Belluno e Savona, con un MSA_LU superiore a 0.9.
Genova, come detto, è al quattordicesimo posto, primo capoluogo di regione a comparire insieme con Trento, che si piazza al ventesimo posto. Tra le grandi città è Milano quella in posizione più bassa, con un MSA_LU di 0.43 e posizionata al 98esimo posto: colpa della grande cementificazione e della scarsa copertura vegetale, elementi che riducono drasticamente la resilienza ecologica della città. Roma, al 66esimo posto con un MSA_LU di 0.57, pur vantando numerosi parchi storici, è penalizzata dall’espansione urbana incontrollata e dalla frammentazione degli habitat, che contribuiscono a limitare la connettività ecologica e la capacità della capitale di sostenere una biodiversità ricca. Torino (91° posto), Napoli (92° posto) e Catania (93° posto), con un MSA_LU che si aggira intorno allo 0.47) affrontano problemi simili: l’urbanizzazione intensa e la cementificazione.