Andora. Tantissime persone e clima di festa, questa mattina ad Andora, per l’apertura straordinaria del cantiere di scavo del complesso monumentale di Borgo Castello interessato dal progetto “Ricordare il passato per costruire il futuro” che prevede la rigenerazione dell’antico abitato. Una apertura, alle ore 10.30 e alle 15, organizzata da Soprintendenza, Comune di Andora e Università di Genova in occasione della Giornate Europee del Patrimonio promosse dal Ministero della Cultura.
Un’occasione unica per i visitatori che, guidati dagli archeologi della Soprintendenza, dell’Università e della ditta che sta effettuando le ricerche, hanno potuto vedere in anteprima gli scavi archeologici e i resti degli antichi edifici riportati alla luce rimuovendo terreno e materiali che si erano accumulati nei secoli. Residenti e turisti hanno potuto scoprire l’antico abitato, crocevia di strade, ove sorgevano edifici di cui si conosceva l’esistenza grazie al Catasto Napoleonico e le cui rovine raccontano molto della vita quotidiana, delle varie modifiche e usi a cui erano destinati.
“Oggi è veramente una giornata importante – è il commento del sindaco di Andora Mauro Demichelis – perché, in questo anno di grandi lavori che ha svolto la Soprintendenza insieme all’Università e agli uffici comunali, sta emergendo veramente qualcosa di importante: degli aspetti che noi non conoscevamo, un patrimonio culturale e artistico che racconta sicuramente la storia di questo borgo ma anche di Andora. E forse di tutta la Liguria, perché qui sono passati i genovesi, i Clavesana e per un periodo la famiglia Grimaldi. Credo sia importante aprire questo borgo oggi per raccontare quello che sta emergendo. Stiamo lavorando per portare a termine un progetto molto importante di rigenerazione urbana del borgo, un progetto che vale 20 milioni di euro; ma nulla vieta poi di continuare ad apprezzare e far rinascere i ruderi che emergono da questo terreno e che sicuramente contribuiranno ad arricchire la nostra proposta anche a livello turistico”.
Gli scavi archeologici sono la premessa indispensabile per la conoscenza del borgo, oggi abbandonato, che verrà riportato in vita e svolgerà un ruolo fondamentale per la comunità con scopi residenziali, ricettivo turistico, culturali, sociali e artigianali. Sono inoltre previste opere di completamento e restauro conservativo del Paraxo che diverrà un centro espositivo. Un progetto all’avanguardia che vedrà anche l’utilizzo della realtà virtuale aumentata nell’ambito della promozione culturale.
“Sta riemergendo la storia dai rovi e dalla terra – racconta Marta Conventi della Soprintendenza – Una storia che parla di quotidiano: non sono più solo la chiesa o il castello, ma sono le abitazioni della gente comune“. E ne illustra una appena tornata alla luce: “Avevano una casa piuttosto ridotta, con un pavimento in terra battuta e due aperture che davano su un orto probabilmente di sostentamento. E avevano una cisterna che assolveva alla grande problematica dell’acqua”. Nel corso degli scavi non sono mancate le sorprese: “L’edificio del Corbaio ce lo aspettavamo abbastanza esteso ma non così diversificato. Abbiamo portato alla luce ben 11 vani, contenenti ambienti sia residenziali che artigianali, con focolari e macine dedicate forse a vino e olio. Quella è stata una grande sorpresa”.
Ci vorrà ancora del tempo perché il borgo sia interamente fruibile, ma l’obiettivo è fare prima possibile per non mettere a repentaglio i 20 milioni di euro di finanziamento del PNRR: “Stiamo riportando alla luce in tempi velocissimi tutti gli edifici che verranno interessati dal progetto di rigenerazione – spiega Conventi – Non si può progettare una cosa che non si conosce, e quindi lo scavo è la premessa fondamentale per acquisire la conoscenza su questi edifici: come erano fatti, quanto erano estesi, che caratteristiche avevano. La futura progettazione avrà come chiave la conservazione massima dei resti che verranno portati alla luce”.
“Dobbiamo rispettare una tempistica data dall’Europa – conferma Pierluigi Vinai, direttore di Anci Liguria – per questo è importante mettere insieme tutti i soggetti che partecipano a vario titolo come Regione, Prefettura, Sovrintendenza, tutte le imprese, la direzione lavori, i partenariati che stiamo creando per gestire un domani la rigenerazione di questo borgo, la Fondazione Sgarbi Cavallini che curerà l’area culturale espositiva dentro il castello. Un lavoro importante per il quale prestiamo molto volentieri la nostra opera: questa opportunità per Andora e la Liguria è davvero eccezionale, e non possiamo perderla“.