Villanova d’Albenga. Un grande spazio industriale vuoto. Pochissime opere d’arte, cinque in tutto, provenienti da luoghi e tempi molto diversi tra loro, scelte ad esempio di quanto verrà ospitato nello spazio. Un pianoforte a coda al centro. Un musicista che fa dialogare i suoi strumenti con la eco imponente che caratterizza lo spazio, camminando tra poche persone che anch’esse si aggirano incuriosite nello spazio suggestivo e straniante. Così è stato presentato domenica 22 settembre a Coasco (a Villanova d’Albenga ) in località Marina Verde un nuovo spazio destinato ad ogni forma d’arte, apripista di un progetto destinato a trasformare entro il 2025 l’intero luogo (notissimo centro sportivo fino a qualche anno fa) in un polo fieristico museale di respiro internazionale.
“Sugli oltre 50.000 metri quadri di verde e spazi edificati sorgeranno in progressione spazi dedicati a musica, teatro, esposizioni d’arte, workshop in collaborazione con prestigiosi Istituti di Cultura nazionali ed internazionali. Entro dicembre 2024 cinquecento metri quadrati fino a poco tempo fa usati come magazzini diventeranno Spazio Espositivo Permanente,. Seguirà il recupero del resto dello spazio, confidando nella collaborazione attiva delle realtà pubbliche e private presenti sul territorio” dice il giovane presidente della Associazione MAP, Museo di Arti Primarie Lorenzo Gaudenti, laureato in Scienze dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Milano e laureato in Economia e Gestione delle Arti e delle Attività Culturali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia.
” L’Associazione MAP – Museo di Arti Primarie, è nata con l’obiettivo di contribuire a rendere sempre più evidente l’esistenza di un #arcipelagoculturale che rende vivo il territorio Ingauno grazie al mare di intelligenze, attività, memorie che caratterizza questa realtà da secoli. La cultura non è solo un inutile orpello, ma presidio di civiltà e motore di un’economia sostenibile, che valorizza appartenenze e tradizioni locali, ponendole in relazione con la complessità della globalizzazione – prosegue Gaudenti – si avvale della #CollezioneTribaleglobale e di altre collezioni private per costruire eventi che per il tramite della potenza evocativa della bellezza costruiscono dialoghi destinati ad agire nel profondo; l’arte non è semplice decorazione, ma strumento destinato a evocare stati di coscienza legati alle grandi domande che l’essere umano si pone da sempre, e le arti extraeuropee, nella loro essenzialità archetipica, risultano sorprendentemente attuali e adeguate a dialogare sia con i linguaggi tradizionali dell’arte occidentale, sia con le forme di espressione più contemporanee nate dalla nuove opportunità creative offerte dalle nuove tecnologie e dalla rivoluzione comunicativa consentita da Internet.”
MAP è una rete di spazi espositivi esistenti da anni, e in divenire: le Case degli Artisti di Onzo e Cosio d’Arroscia, la Biblioteca Tribaleglobale di Onzo e il Parco delle Sculture di Rainer Kriester, a cui si aggiunge oggi il nuovo, importante e prestigioso sito di Villanova d’Albenga.
La presentazione è stata decisamente inusuale e suggestiva, pensata per indicare quale sarà il linguaggio espositivo scelto dagli organizzatori. Gli invitati (artisti, operatori culturali, esponenti di associazioni e istituzioni) sono entrati uno ad uno nel grande capannone che fino a poche settimane fa ospitava materiale edile, accolti dal suono del corno di Jean Duchamp, prestigioso musicista e musicologo francese che ha composto appositamente per l’evento una serie di brani intitolati ‘6 Echoes from Marina Verde’, caratterizzati dal dialogo tra gli strumenti musicali usati e la eco prodotta dal grande spazio vuoto; all’interno, sul lato sinistro un grande dipinto del XVI secolo posto a dialogare con un’opera in bronzo di Rainer Kriester ed una importante maschera a elmo di cultura Fang (Gabon). Al centro, davanti al pianoforte a coda (un Bechstein del 1922 posto su un antico tappeto persiano) la dimensione contemporanea delle arti visive è testimoniata da un grande trittico di Enzo L’Acqua (Strutture Asimmetriche , cm 190 x 225, anno 2000). Sul lato opposto dello spazio è una grande scultura del popolo Asmat (Papua N.G.) , 258 centimetri di altezza, a garantire il dialogo tra tempi e luoghi così diversi tra loro.
“Per tutto il mese di ottobre lo spazio ospiterà performance musicali e teatrali che si terranno in concomitanza con le attività di ristrutturazione degli spazi, ovviamente nel rispetto delle normative di sicurezza; da qui la scelta di chiamare questo ciclo di eventi #bellezzaincantiere – dice Giuliano Arnaldi, curatore del MAP – Per questo motivo non prevediamo l’apertura al pubblico, ma la trasmissione in diretta sui social network”.
Più informazioni sul sito www.mapmuseum.it.