E’ passato un anno da quel 31 agosto ai Giardini Serenella di Savona (nella foto), quando si svolse la prima serata d’informazione sul rigassificatore. Da lì è iniziata un dura battaglia da parte di svariate associazioni del territorio contro la realizzazione del nuovo impianto energetico previsto nel savonese.
E il tema del rigassificatore sarà al centro della stessa campagna elettorale per le prossime elezioni regionali in Liguria.
“Ricordiamo con piacere la partecipazione oltre ogni previsione, con la gente accalcata dappertutto, la Digos preoccupata, l’impegno per la prima volta davanti ai cittadini del sindaco e della giunta contro la sciagurata decisione dell’ex presidente della Regione di piazzare il “mostro” davanti alla spiaggia” afferma il coordinamento associativo “Fermiamo il Mostro”, che oggi può contare su 9mila iscritti.
“Ricordiamo quella serata non per autocelebrazione ma perché da quel momento prese il via una battaglia dei cittadini e dei sindaci che purtroppo è ancora in corso e che non deve assolutamente perdere energia. La ricordiamo perché tra qualche settimana si voterà per le elezioni regionali, in seguito al terremoto giudiziario che ha portato agli arresti di Giovanni Toti e Matteo Cozzani, nell’ambito di un’inchiesta che ha smascherato, a prescindere dalle sentenze che verranno, l’inclinazione di certa politica nell’agevolare alcuni poteri economici a scapito degli interessi collettivi”.
E ancora la stoccata politica che arriva in vista delle candidature: “Dopo gli arresti, molti degli stessi politici che hanno sempre sostenuto il trasferimento del rigassificatore a Savona-Vado hanno dichiarato di aver cambiato idea e di essere contrari all’operazione. Molti, ma non tutti: ad esempio non ha cambiato idea Toti, così come alcuni dei suoi più vicini sodali, come l’onorevole Ilaria Cavo, che pare tra i possibili candidati alla presidenza della Regione. Mostrando di non aver compreso un granché della questione e di recitare a pappagallo il copione scritto da Toti, Cavo aveva dichiarato che il rigassificatore non avrebbe cambiato molto nella rada di Savona-Vado perché sarebbe collocato nell’area già destinata alle petroliere. Forse non ha capito che la presenza di navi di passaggio è ben diversa dalla collocazione di un “mostro” per almeno 22 anni, che verrebbe raddoppiato a cadenza settimanale dall’accostamento delle metaniere che trasportano e scaricano il Gnl. Senza contare il danno ambientale e i pericoli per la sicurezza di cui abbiamo informato più volte i cittadini”.
Dalla rete associativa arriva poi il monito in vista delle prossime elezioni regionali: “Ma non ci si può fidare nemmeno di chi ora dichiara di essere contrario al rigassificatore dopo aver sempre votato a favore nelle sedi istituzionali. Di fatto la decaduta giunta regionale ha consegnato al governo la decisione finale, facendo tutto il possibile affinché il progetto sia approvato”.
“Ora, di fronte alla protesta popolare e alla vigilia delle elezioni qualcuno dice di aver cambiato idea, ma chi ci assicura che personaggi del genere dopo il voto non si accodino ai voleri del governo? A nostro giudizio la nuova giunta regionale deve avere come punto fondamentale del programma la strenua opposizione al trasferimento del rigassificatore a Savona-Vado, qualunque sia la decisione del governo in tal senso e con tutti i mezzi a disposizione. Queste precise parole nei programmi delle varie liste sono la condizione che poniamo affinché siano votabili, altrimenti inviteremo chi ci segue a contrastarle e ci batteremo per smascherarle” concludono.