Savona. “E’ andata abbastanza bene, sarei voluto tornare a casa con una medaglia ma purtroppo non è arrivata. Sono pronta a riniziare un ciclo olimpico e rimettermi in gioco di nuovo con l’obiettivo di salire sul podio. Tra quattro anni avrò più esperienza”. Così Chiara Rebagliati, 27enne, atleta savonese delle Fiamme Oro, commenta la sua seconda esperienza olimpica con la soddisfazione di chi è migliorato e ha ancora tanta voglia di crescere.
Chiara pratica questo sport da quando aveva 10 anni, iniziato per “gioco” e col tempo diventato il lavoro che la tiene impegnata 6 ore al giorno: “E’ stato amore a prima vista, ero con i miei e siamo passati in macchina vicino a un campo di tiro, poi mi sono informata, ho iniziato a Savona e non ho mai smesso”. Nata nella Città della Torretta, qui ha vissuto vent’anni, per poi trasferirsi in provincia di Torino per gli allenamenti: “Mi piacerebbe allenarmi a Savona, ma non posso, mi alleno vicino a Pinerolo e torno a Savona per salutare i miei genitori. Servirebbe una struttura che abbia gli spazi: poter tirare a 70 metri e una piccola struttura chiusa dove avere la postazione di tiro nei mesi invernali”.
Aveva partecipato già a Tokyo nel 2021 (in periodo Covid) ma Rebagliati è più soddisfatta di questa seconda esperienza dove è stata la prima azzurra a scendere in campo: “Ho incontrato difficoltà nella gara individuale ma soprattutto mi è dispiaciuto per la squadra mista con Mauro Nespoli dove ai quarti di finale siamo stati eliminati dalla Corea. Fossimo riusciti a superare quella fase avremmo potuto giocarci la medaglia, ma i coreani sono i più forti, da sempre. Li abbiamo incontrati troppo presto. In altri gironi con i punteggi realizzati, avremmo vinto”. Dopo un primo set conquistato dagli azzurri 38 a 34, gli altri tre set sono andati agli asiatici con il punteggio di 39-37, 38-36 e 40-38.
Tokyo 2020 ha aiutato Chiara ad affrontare meglio le competizioni di quest’anno: “I primi giorni della scorsa edizione ero molto più tesa e agitata, in questa occasione sono arrivata più matura e più consapevole su come affrontare i passi pre gara. L’ho vissuta serenamente ed ero tranquilla, consapevole di aver lavorato bene”.
Due esperienze olimpiche molto diverse tra loro dovute al periodo, nel 2021 le regole dovute alla pandemia imponevano molte restrizioni: “Sono state due cose diverse, Tokyo era blindata, non si potevano vedere gli altri sport e potevamo spostarci solo per le nostre gare. A Parigi, invece, abbiamo gareggiato in un posto turistico a pochi passi dalla Torre Eiffel con la presenza di migliaia di persone sulle tribune e il loro tifo. Si passava dal silenzio durante il tiro a urla e boati subito dopo, bisognava riuscire a concentrarsi subito in pochissimi secondi”.
Niente polemiche sul villaggio olimpico: “Il clima è sempre bello, si vede qualsiasi ragazzo o ragazza che fa sport diversi, tutti con un obiettivo comune e i grandi campioni che di solito si vedono sui giornali o in televisione. Bisogna godersi il momento, tutto il resto passa in secondo piano“.
Conclude con un aneddoto: “Prima di iniziare il secondo scontro individuale, ho dato al mio tecnico un secondo parabraccio. Mi ha chiesto perchè, ma non lo sapevo. Dopo due giorni durante la squadra mista, non faccio in tempo a entrare nella waiting room che si rompe e avevo l’altro pronto all’uso”.
Tra i prossimi obiettivi il campionato nazionale di tiro di campagna e il tiro a 70 metri a fine agosto e inizio a settembre. A metà del mese prossimo la aspettano i campionati del mondo della prima specialità: “Due anni fa ho vinto il titolo, quest’anno andrò a difenderlo“, dice Chiara. Poi il meritato riposo in attesa di riprendere la preparazione.