Per non dimenticare

Era il 14 agosto 2018: 6 anni dal crollo di Ponte Morandi. Mattarella: “Responsabilità devono essere accertate”

Genova e la Liguria tornano a ricordare una ferita profondissima e ancora aperta: rabbia, dolore e incredulità aspettando ancora giustizia

Liguria. Sei anni da una delle più grandi tragedie della storia italiana, 2.192 giorni, 72 mesi durante i quali le famiglie e gli amici delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi si sono svegliati ogni mattina tra rabbia, dolore e incredulità, continuando a chiedere che i loro cari ottengano giustizia.

Oggi, 14 agosto 2024, Genova torna a ricordare una ferita profondissima e ancora aperta, che da due anni tiene banco in tribunale nell’ambito di un processo in cui sono imputate 58 persone tra dirigenti, funzionari e tecnici di Autostrade per l’Italia, ministero delle Infrastrutture e Spea, la società responsabile delle manutenzioni e delle ispezioni.

Il messaggio di ricordo e cordoglio di Regione Liguria: “A sei anni dal 14 agosto 2018, data del crollo del ponte Morandi, Regione Liguria ricorda le 43 vittime di una tragedia che non solo travolse la Città ma il Paese intero, lasciando un segno indelebile nel cuore e nella memoria degli italiani. Oggi la Regione si stringe attorno alle famiglie delle persone scomparse e rende omaggio alla loro memoria per non dimenticare“.

La cerimonia nella Radura della Memoria e il minuto di silenzio

La giornata è iniziata alle 9 nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo della Certosa con la santa Messa officiata dall’arcivescovo di Genova, monsignor Marco Tasca, poi il trasferimento nella Radura della Memoria, lo spazio nato sotto i piloni del ponte che ha preso il posto del gigante di Riccardo Morandi, il San Giorgio.

Dopo la deposizione delle corone alla presenza dei rappresentanti del Comitato Parenti Vittime del Ponte Morandi e delle autorità – il sindaco di Genova Marco Bucci, l’imam Salah Hussein, il prefetto di Genova Cinzia Torraco, il presidente ad interim della Regione Liguria Alessandro Piana e il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi, con delega della presidenza del Consiglio dei Ministri – alle 11.36 si è osservato un minuto di silenzio, mentre suonavano le sirene delle navi in porto e le campane delle diocesi.

Il messaggio del presidente Mattarella: “La costruzione del nuovo ponte non costituisce attenuante per quanto accaduto”

Poco prima il sindaco Marco Bucci, che nel ricordare la mattina del 14 agosto 2018 si è commosso, ha letto il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Desidero unirmi alla commemorazione delle vittime del crollo del ponte Morandi, le immagini di quel drammatico evento appartengono alla memoria collettiva della Repubblica e richiamano alla responsabilità condivisa di assicurare libertà di circolazione e assenza di rischio a tutti gli utenti, tutelando il patrimonio infrastrutturale del Paese – ha scritto Mattarella – le responsabilità devono essere definitivamente accertate e auspico che il lavoro delle autorità preposte si svolga con efficacia e prontezza necessarie a ogni sentimento di giustizia”.

“Il tempestivo processo di ricostruzione del collegamento tramite ponte san Giorgio non costituisce attenuante per quanto accaduto – ha concluso Mattarella – in questa giornata di cordoglio e memoria la Repubblica esprime vicinanza ai familiari delle 43 vittime e un profondo sentimento di solidarietà alla città di Genova”.

Le parole della politica

Questo il ricordo dell’assessore regionale alla sanità Angelo Gratarola durante la commemorazione delle vittime di Ponte Morandi: “Questa giornata è importante per la città non solo perché riviviamo il dolore per le 43 vittime innocenti ma perché deve servire da monito a tutto il mondo per non dover mai più affrontare tragedie di questo tipo. Nel 2018 rivestivo da pochi giorni il ruolo di coordinatore dell’emergenza in tutta la regione e nel giro di poche ore, con le direzioni sanitarie del San Martino e con tutti gli altri ospedali della città, avevamo messo in piedi un sistema che poteva accogliere centinaia di feriti. Presto purtroppo abbiamo capito che questa organizzazione non sarebbe servita a nulla perché avremmo dovuto fare soprattutto una conta dei morti. Quel giorno avevano adibito anche locali non lontani dal Pronto soccorso ad obitorio. Una scelta dal valore simbolico che metteva vicino le persone scomparse con chi invece continuava a lottare per sopravvivere”.

“In Liguria il sistema per la risposta all’emergenza – aggiunge Gratarola – ancora una volta ha dimostrato di essere all’altezza. Quel giorno non abbiamo neanche avuto bisogno di particolari sistemi organizzativi perché il personale che stava lavorando non è smontato dal turno e quello del turno successivo è arrivato in anticipo in modo tale da aumentare gli organici stessi e poter garantire risposte all’altezza della situazione. Il primo grazie ancora una volta va quindi ancora ai sanitari che hanno lavorato strenuamente per far fronte ad una tragedia immane ed incomprensibile”.

Matteo Bellegoni, segretario regionale del Partito Comunista Italiano, dice: “Sono già trascorsi 6 anni dalla mattina del 14 agosto del 2018 quando il ponte Morandi, alle 11,36, crollò tra la pila 8 e la pila 10 causando la morte di 43 persone. Una delle tante tragedie annunciate riguardo una struttura che presentava già da diversi anni notevoli criticità più volte denunciate e dovute all’assenza di manutenzione, di messa in sicurezza, di custodia delle opere e del territorio. Priorità che non possono essere soggette a rigore di spesa o, peggio, a taglio di risorse come avviene ormai da troppo tempo nel nostro Paese. La vicenda rappresenta l’evidenza di quanto le grandi opere infrastrutturali all’epoca fossero assolutamente necessarie e quanto rimangono importanti ma se non vengono poi effettuati, o se vengono ridotti al lumicino, gli interventi di manutenzione, il nostro diventa un Paese nel quale è sempre più pericoloso vivere”.

“Da quel terribile giorno di 6 anni fa i familiari attendono ancora giustizia e la fine di un processo iniziato nel luglio del 2022 che ha visto imputate 58 persone tra dirigenti, funzionari e tecnici di Autostrade per l’Italia, Ministero delle Infrastrutture e Spea, la società responsabile delle manutenzioni e delle ispezioni. Società che, insieme con Autostrade, è uscita dal processo con un patteggiamento di quasi 30 milioni, mentre il processo continua per i singoli manager e i funzionari. Le accuse sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d’atti d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. I reati di falso ideologico, relativi anche a documenti informatici commessi a tutto il 2011 si sono prescritti a giugno 2024, così come i reati di rifiuto in atti di ufficio commessi nel 2016; un’ulteriore affronto subito dalle vittime e dalle loro famiglie dopo quello dei Governi che, anni fa, hanno preferito operare per il riacquisto delle quote della società concessionaria Atlantia con 9,5 miliardi di denaro pubblico anzi che togliere la concessione a chi si è reso responsabile della mancata manutenzione e di una vergognosa superficialità sulla pelle delle persone”.

“Invece di pensare a nuove autostrade e ferrovie veloci sarebbe il caso di dedicarsi alla dotazione di un utilizzo serio, in sicurezza dei servizi pubblici già esistenti con un indirizzo di risorse pubbliche a favore delle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture del Paese senza far prevalere la logica del profitto a tutti i costi rispetto a quella della salvaguardia delle vite umane come accaduto in questa tremenda vicenda che speriamo sera da monito e da lezione. Non si può pensare a tagli e austerità quando in gioco c’è la vita dei cittadini. Ci stringiamo in un forte abbraccio alle famiglie delle vittime nella speranza si faccia al più presto giustizia e chiarezza nel rispetto e nel ricordo dei loro cari”.

Una legge per le vittime di tragedie come quella del Morandi

Nell’occasione proprio il viceministro Rixi ha parlato della legge per le vittime di tragedie come quella del ponte Morandi: Abbiamo cercato di chiudere finalmente la proposta di legge per dare un giusto riconoscimento alle vittime di una tragedia come questa, che deve andare oltre il dibattimento processuale, in questo Paese sempre troppo lungo – ha detto Rixi – A noi interessa che il Paese si prenda cura di chi subisce una situazione come questa, dovuta al decadimento, al crollo totale e parziale, di un’opera stradale o autostradale di interessa nazionale. Lo Stato ha un dovere nei confronti dei cittadini di garantire la sicurezza e di occuparsi di loro in caso di tragedie come queste”.

Le 43 vittime del crollo del ponte Morandi

Una giornata in cui si ricorda chi non c’è più, coloro che hanno perso la vita per una questione di minuti: in auto diretti verso il luogo delle vacanze, o verso casa dopo le ferie, sotto una pioggia scrosciante sono precipitati nel greto del Polcevera quando la pila 9 si è accartocciata su se stessa in un boato, creando un enorme vuoto riecheggiante prima di choc muto, poi di grida terrorizzate e agghiacciante rumore di ferraglia.

“C’eravate voi, c’eravamo tutti”, è una delle frasi che più spesso è stata pronunciata per manifestare vicinanza ai 43 che non ci sono più. Quel 14 agosto 2018 però sul ponte c’erano proprio loro: il piccolo Samuele, 8 anni, e la piccola Crystal, 9 anni, sono le vittime più giovani, la loro perdita se possibile brucia ancora di più. Stavano andando verso le vacanze, negli occhi e nel cuore le giornate al mare, il sole e tuffi. Con loro i genitori: Roberto Robbiano, 44 anni, ed Ersilia Piccinino, 41, papà e mamma di Samuele, Dawna Munroe e Cristian Cecala: con la piccola Crystal vivevano a Oleggio, nel novarese, ed erano partiti la mattina del 14 agosto per arrivare all’isola dell’Elba.

Da Pinerolo, in Piemonte, arrivavano invece Andrea Vittone, 50 anni, la compagna Claudia Possetti, 48 anni, e i figli di Claudia, Manuele e Camilla, di 16 e 13 anni. La sorella di Claudia, Egle, è diventata la portavoce del Comitato, voce stentorea che da sei anni ormai chiede giustizia ai livelli più alti. Sempre del Piemonte erano originari Alessandro Robotti, 50 anni e la moglie Giovanna Bottaro.

Alberto Fanfani, 32 anni, e Marta Danisi, 29, erano invece originari della Toscana. Marian Roşca, 36enne di Curtişoara, in Romania, e il collega Anatoli Malai, 44 anni, erano autotrasportatori e quella mattina viaggiavano a bordo del loro camion come Gennaro Sarnataro, 43 anni, di Casalnuovo, e il collega di Grotte (Agrigento), Vincenzo Licata, 58 anni.

Ancora:  Matteo BertonatiGiovanni BattiloroGerardo Esposito e Antonio Stanzione, quattro giovani originari di Torre del Greco, e Juan Carlos Pastenes, 64 anni, chef, con la moglie Nora Rivera Castillo e l’amico Juan Figueroa. Nathan Gusman, 20 anni, la fidanzata Melissa Artus-Bastit, 22, e gli amici Axelle Namate Place, 20 anni, e William Pouzadoux, 20. Angela Zerilli, 60 anni, di Corsico Milanese, e Henry Diaz, 30 anni, residente a Uscio: quella mattina aveva dato un passaggio ad Angela. Stella Boccia, 24 anni, e il fidanzato, Carlos Jesus Eraso Trujillo, 24 anni, entrambi residenti in provincia di Arezzo. Tutti loro erano diretti, o tornavano, dalle vacanze.

E poi le vittime liguri. Mirko Vicini, 31 anni, dipendente Amiu assunto con contratto a termine per l’estate insieme con il collega Bruno Casagrande, 57 anni, pochi giorni prima del crollo. Quella mattina stavano lavorando nell’isola ecologica che sorgeva sotto il viadotto, il loro furgoncino è stato sepolto da tonnellate di calcestruzzo. La mamma di Mirko, Paola Vicini, è diventata il simbolo del dolore e della resilienza. Anche Alessandro Campora, 46 anni, dipendente di Aster, è rimasto schiacciato dalle macerie crollate nell’isola ecologica.

Elisa Bozzo, di Busalla, e Andrea Cerulli, “camallo” della Culmv, andavano entrambi a lavorare. Proprio l’ex moglie di Andrea Cerulli, Giovanna Donato, nel sesto anniversario della tragedia, ha parlato di un “silenzio assordante: “Non si può avere idea in questo silenzio assordante di quanto lavoro e rumore abbiamo fatto – è lo sfogo – ore, tempo, soldi, testa, notti insonni, tutto questo per non dimenticare, per dare più dignità possibile a 43 anime innocenti dimenticate da tutti. Dovrebbe essere lutto nazionale il 14 agosto, perché quello che è accaduto riguarda tutti, la sicurezza di ogni cittadino, un sistema omertoso, negligente e avido di cui tutti facciamo parte, un sistema politico dei più forti. E invece il 14 data scomoda per i vacanzieri, per le autorità politiche che si riempiono solo la bocca di frasi fatte sui giornali e tutti finisce lì in quel maledetto silenzio assordante, che ha assuefatto tutti portando nell’oblio tutti. Nulla è cambiato sulla sicurezza in Italia e sulle società coinvolte in questa strage”.

Francesco Bello, 41 anni, era originario di Serra Riccò e abitava a Pegli. Giorgio Donaggio, imprenditore 57enne di Toirano, titolare della Donaggio Boat Service di Andora. Marius Djerri, 22 anni, originario di Shijaku, in Albania, ma da anni residente a Cornigliano, che quella mattina stava andando al lavoro a Rapallo con il suo collega, Admir “Edi” Bokrina. E poi Luigi Matti Altadonna, 35 anni, originario di Borghetto Santo Spirito. Sposato con Lara, era papà di 4 bambini.

Procedono i lavori per il Memoriale

Proseguono intanto i lavori per la realizzazione del Memoriale. L’inaugurazione dovrebbe avvenire il 14 novembre, e nell’ex magazzino Amiu sulla sponda sinistra del Polcevera ruspe ed escavatori sono in azione con gli operai della ditta Gambino, vincitrice dell’appalto per la sistemazione edile, e della Crocco, titolare dell’impiantistica.

Ponte Morandi, viaggio nel cantiere del Memoriale per le 43 vittime: ecco come sarà

La struttura sta prendendo forma, e sono già visibili le ampie vetrate che caratterizzeranno gli ambienti. Il memoriale della tragedia del ponte Morandi sarà strutturato su diverse stanze che racconteranno da vari punti di vista la vicenda del crollo: con documenti, reperti e strumenti interattivi si parlerà della struttura e della sua storia, della macchina dei soccorsi, del contesto della Valpolcevera, del processo in corso. Il capannone del Memoriale sarà collegato alla serra bioclimatica, che dovrebbe ospitare 43 specie diverse di piante.

Il punto del processo sul crollo del Morandi

Come detto, nel processo per il crollo del ponte, iniziato nel luglio del 202, sono imputate 58 persone tra dirigenti, funzionari e tecnici di Autostrade per l’Italia, ministero delle Infrastrutture e Spea, la società responsabile delle manutenzioni e delle ispezioni. Società che, insieme con Autostrade, è uscita dal processo con un patteggiamento di quasi 30 milioni, mentre il processo continua per i singoli manager e funzionari.

Le accuse sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d’atti d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. I reati di falso ideologico, relativi anche a documenti informatici, commessi a tutto il 2011 si sono prescritti a giugno 2024, e si sono anche prescritti i reati di rifiuto in atti di ufficio commessi  nel 2016.

Tra gli imputati nel processo ci sono l’ex amministratore delegato di Autostrade, Giovanni Castellucci, il capo delle operazioni Paolo Berti e l’ex direttore delle manutenzioni Michele Donferri Mitelli, l’ex amministratore delegato di Spea Antonino Galatà, il responsabile tecnico Massimiliano Giacobbi, l’ex direttore di Autostrade per Genova Stefano Marigliani, il successore Riccardo Rigacci e il braccio destro Paolo Strazzullo, i dirigenti del ministero delle Infrastrutture Bruno Santoro e Carmine Testa. A oggi 13 imputati hanno preannunciato la volontà di rendere dichiarazioni spontanee.

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