Provincia. Venerdì 9 agosto anche in provincia di Savona scatta “lo sciopero” dei balneari. Una protesta a dir poco atipica, sicuramente unica nel modo in cui verrà realizzata. Ombrelloni chiusi dalle 8 alle 10 per protestare contro “l’immobilismo del Governo”. Il problema, ovviamente, è l’annosa questione della “Bolkestein” e della proroga della concessioni. Nei giorni scorsi, il Sindacato Italiano dei Balneari (Sib) guidato da Antonio Capacchione ha lanciato l’iniziativa, che tuttavia non sembra aver raccolto l’entusiasmo di tutti i diretti interessati.
“So che molti di voi non sono d’accordo con questa manifestazione – hanno scritto Capacchione ed Enrico Schiappapietra, vice presidente Sib, ai balneari -. Molti vorrebbero un’azione più forte, altri pensano che se non c’è una partecipazione totale non vale la pena fare nulla, altri ancora pensano che questo è un Governo amico e non è giusto dargli contro. Amici, a tutti voi dico: siamo agli sgoccioli”.
Sulla carta, l’obiettivo della manifestazione “non è arrecare un danno ai nostri clienti – hanno precisato Capacchione e Schiappapietra -, ma segnalare una nostra difficoltà”. La manifestazione è ricevuto un buon eco mediatico, ma i riscontri non sembrano del tutto positivi.
Bettina Bolla, presidente dell’associazione Donnedamare per l’impresa balneare, è tra i concessionari savonesi chiamati a partecipare allo “sciopero”. Interpellata da IVG, Bolla ha dichiarato ufficialmente di non voler aderire all’iniziativa. In realtà, sono diversi i balneari della provincia di Savona che condividono la sua opinione, ma molti preferiscono non esporsi pubblicamente, magari per evitare di esternare la loro posizione contraria nei confronti della categoria e del sindacato che ha organizzato la manifestazione.
Secondo quanto riferito da alcuni concessionari savonesi contattati dal nostro giornale, l’idea di protestare contro il Governo chiudendo gli ombrelloni per due ore arrecherebbe un danno solo ai clienti paganti e non contribuirebbe ad aumentare la solidarietà dei cittadini verso una categoria già oggetto di molte critiche da parte dell’opinione pubblica.