occupazione

Carcare, la crisi di Verallia approda in Comune. Il sindaco: “A breve un tavolo di tutto il comparto valbormidese del vetro”

I sindacati: "L'azienda non sta mettendo in campo alcuna strategia per far ripartire il forno e garantire continuità"

Carcare. “Siamo preoccupati per il futuro dello stabilimento carcarese di Verallia, e lo siamo anche per l’intero comparto del vetro che in Val Bormida è una fonte occupazionale importante (circa mille addetti, ndr). La settimana prossima coinvolgeremo anche le amministrazioni comunali di Altare e Dego, nonché la Provincia di Savona, la Regione, l’Unione Industriali e le sigle sindacali per aprire un tavolo a cui l’azienda non può sottrarsi”. Queste le parole del sindaco di Carcare, Rodolfo Mirri, che oggi ha ricevuto una delegazione di lavoratori di Verallia accompagnati dai sindacalisti e le Rsu. “Quando lo scorso autunno ci aveva chiesto un aiuto per realizzare un nuovo capannone ci siamo prontamente attivati ma ben presto abbiamo appreso che la tendenza era cambiata e che il progetto avrebbe avuto uno stop – prosegue Mirri – A nome di tutto il Consiglio comunale di Carcare dico che saremo in prima linea al fianco dei lavoratori, credo che sia ora che l’azienda venga incontro al territorio con coscienza e serietà”.

“Nell’ottobre scorso abbiamo condiviso i problemi legati alla crisi del settore, ponendoci in una fase di ascolto e comprensione – afferma Tino Amatiello della Filctem Cgil Savona – Dopo mesi dobbiamo constatare che dall’azienda non si è palesata alcuna strategia di intervento. Anzi, sta facendo pressioni per inviare alcuni lavoratori nel nord est d’Italia senza nemmeno garantire un’auto aziendale per gli spostamenti. Ecco quindi la necessità di bloccare il senso di responsabilità, prima lo abbiamo fatto minacciando di non firmare la cassa integrazione, ora abbiamo dato l’ultimatum del 27 giugno, prossimo incontro, in cui ci auspichiamo risposte esaustive sul futuro della linea carcarese”.

“Abbiamo sollecitato la scelta di fare diventare Carcare più competitiva, invece l’azienda sta spremendo le altre linee per dare il prodotto ad un costo più basso. Non siamo più d’accordo, concediamo ancora un mese, per vedere se ci saranno le azioni di marketing annunciate per ridurre i prezzi di bottiglie e vasetti -ribatte Corrado Galvanico della Femca Cisl – È Un’azienda di azioni, ogni anno aumentano i guadagni per gli azionisti che se non ricevono lauti compensi non autorizzano investimenti. Otto milioni per Carcare sono tanti e l’investimento ci era sembrato positivo. A gennaio doveva partire il forno ma vari fattori lo hanno bloccato. Il fatto di operare nell’area di crisi complessa dovrebbe essere uno spunto anche per la politica maggiore considerazione”.

“Fino a pochi anni fa l’azienda era attenta a territorio e lavoratori, non c’era l’attuale frenesia capitalistica. Ha cambiato stile di lavoro, un sistema che penalizza il più debole ma porta i guadagni ai piani alti”, prosegue Edoardo Pastorino di Uiltec, plaudendo alla proposta del sindaco di Carcare di allargare la vertenza e unire le forze.

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