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Cairese in Serie D: le pagelle di un’impresa attesa 33 anni

La squadra che doveva solo vincere, alla fine, ha saputo solo vincere

Cairese in Serie D

Il 16 giugno 2024 rimarrà nella storia della Cairese. La squadra gialloblù vince i playoff nazionali di Eccellenza e vola in Serie D, un traguardo che mancava dalla stagione 1991/1992. Altri tempi, altro calcio. Era la Cairese del presidente Franco Pensiero, che conquistava l’Interregionale a circa dieci anni di distanza dall’inizio dell’epopea vincente, fino alla C2, del leggendario Cesare Brin.

L’avvento del presidente Fabio Boveri ha alzato l’asticella. Investimenti importantissimi hanno spinto il club a puntare fino dal secondo anno, quello appena concluso, alla Serie D. I giudizi sono sempre stati severi per una squadra costruita per  e condannata a vincere. Non è stata una passeggiata di salute, anzi. I momenti di tensione ci sono stati così come quelli di sconforto, ma alla fine una volta all’angolo e costretta davvero solo a vincere la compagine gialloblù ha svoltato eliminando in ordine e con sole vittorie Pietra Ligure, Rivasamba, Mapello e Terni. La squadra che doveva solo vincere, alla fine, ha saputo solo vincere.

I PORTIERI

La rosa iniziale vedeva a difesa dei pali i giovani Scalvini e Negro. Quest’ultimo è poi passato all’Albissole e in gialloblù si è scelta l’esperienza di Basso, il quale ha diviso la porta con Scalvini.

Scalvini: arrivato dall’Albenga, anche quest’anno ha diviso la titolarità con un portiere più esperto. Qualche passaggio a vuoto (Campomorone e playoff contro il Rivasamba) ma in più frangenti è stato decisivo. A inizio stagione tenendo in piedi una squadra in difficoltà e nella strepitosa semifinale playoff contro il Pietra Ligure. A 21 anni già due promozioni in Serie D. Voto: 6,5.
Basso: arriva nel mercato di gennaio per dare esperienza, si alterna con Scalvini e contribuisce a dare sicurezza al reparto anche grazie alla sua grinta. Voto: 6,5.

Difensori

La Cairese ha impostato la stagione in estate con mister Lepore, poi dimessosi dopo quattro giornate, per giocare con la difesa a 3. Tuttavia, c’erano solo tre centrali di ruolo, chiamati quindi a un super utilizzo. In campionato sono stati incassati 29 goal in 30 partite. Mentre nei playoff, tra regionali e nazionali, cinque goal in sei partite. Una buona tenuta per una formazione a trazione offensiva.

Boveri: la fascetta sul suo braccio pesava doppio con tanto di ironie dei detrattori per essere figlio del presidente. Lui, forte della titolarità anche negli anni passati, ha gestito bene la pressione rispondendo sul campo. Buone prove sia a tre sia quando la squadra ha dovuto giocare a quattro. Entra di diritto nella storia dei capitani gialloblù. Voto: 8.

Tazzer: arrivato con un cv di categoria superiore, ha faticato a ingranare. Poi, quando la squadra ha cominciato a girare un infortunio gli ha impedito di prendere parte al finale di stagione. Voto 6.

Gargiulo: leader della retroguardia, all’inizio fatica anche lui perché la squadra era lontana dai meccanismi oleati dell’Albenga dell’anno precedente. In ogni caso, con la sua grinta ed esperienza è uno dei pilastri della promozione. Voto: 7,5.

Garbarino: poco appariscente ma estremamente affidabile, bravo nel giocare centrale ma anche terzino nella difesa a quattro. Voto: 7,5.

Centrocampisti

Forse il reparto chiave della promozione in Serie D. Un reparto che all’inizio era stato costruito intorno a Sancinito, poi andato al Pietra Ligure. A gennaio è arrivato Gabriel Graziani, che si è integrato benissimo nella nuova batteria di centrali.

Silvestri: è il Re Leone della Cairese. Anche nei momenti di crisi come all’inizio o a gennaio, l’ex Ligorna ha sempre fornito prestazioni di livello. Strapotere fisico unito a tecnica sopraffina, ha calciato un rigore di piombo allo scadere contro il Rivasamba. In sintesi, fortissimo. Voto: 10

Turone: mezzala, centrale in un centrocampo a due, vertice alto e pure – come contro il Rivasamba – seconda punta. Dove lo metti sta e dà garanzie. Un giocatore prezioso in attesa di capire in quale posizione potrà esplodere. Voto: 6,5.

Gabriel Graziani: arriva a dicembre quando la Cairese se lo “aggiudica” insieme al gemello Thomas in un derby di mercato contro l’Imperia. Forse leggermente sottotono rispetto a quello straripante visto lo scorso anno, ma le sue prestazioni sono sempre di sostanza. Voto: 6,5.

Lazzaretti: gioca con grande qualità sia davanti alla difesa sia come mezzala. Il plus della stagione sono le tre partite dei playoff giocate al centro della difesa per la squalifica di Gargiulo. Giovane, classe 2001, ma già senatore. Voto: 7,5.

Facello: uno dei pochi reduci delle stagioni passate. Ha avuto poco spazio e anche qualche acciacco. Il cuore gialloblù batte forte in lui e nel momento topico della stagione è venuta fuori tutta la sua grinta. Goal in rovesciata al Mapello al ritorno, assist contro il Terni all’andata e partita da terzino. What else? Voto: 7.

Esterni

La miglior Cairese della stagione si è vista quando la squadra ha tenuto il baricentro alto con il 3-5-2 o quando è passata al 4-2-3-1. In entrambi i casi si è alzato il raggio d’azione di Sassari e Anselmo.

Anselmo:  arriva dall’Albenga a dicembre. Nei primi mesi, complice anche una squadra che ha tanti alti e bassi, non sembra quello devastante della scorsa stagione. Stava forse solo prendendo le misure. Quello visto nel finale è un giocatore straripante. Come Harry Potter al binario 9 e 3/4 il “treno” è così travolgente da infilarsi anche dove la strada sembra sbarrata. Voto: 8,5.

Sassari: la definizione “alla Mandzukic” gli è costata qualche sfottò, ma la qualità e la corsa, con le debite proporzioni, ricordano l’importanza del corazziere croato quando fu spostato nella stagione 16/17 sulla fascia. Con Anselmo, una delle chiavi tattiche del successo. Voto: 8.

Chiarlone: quando nell’intervista in estate si era chiesto al dg Laoretti di identificare il “nuovo Berretta”, il dirigente aveva fatto il suo nome. Ha subito impressionato per qualità e personalità. Poi ha trovato meno spazio ma il futuro è suo. Buon sangue non mente. Voto: 6,5.

Attaccanti

Il peso del reparto avanzato è stato sorretto da Sogno. Visto che Poggi per problemi fisici non c’è mai stato e Zunino non aveva ingranato né con Lepore né con Boschetto. A dicembre, i rinforzi di Hernandez e Thomas Graziani hanno ampliato il ventaglio delle scelte di mister Boschetto.

Sogno: capocannoniere del campionato, bravo anche nel legare con il centrocampo. Vale la pena scomodare il detto “non lo scopriamo certo oggi”. Ennesima perla della sua carriera ligure dopo Savona, Finale e Albenga. Voto massimo per una stagione, tanto per ricadere nel banale, da Sogno. Voto: 10.

Hernandez: in arrivo dall’altra parte del mondo, l’attaccante argentino non ha fatto sfracelli, tre i goal in campionato. Ma i goal e le giocate più che contarle è bene pesarle: suo il tiro da cui è scaturito il rigore salva stagione contro il Rivasamba. Suo il primo goal nel 2 a 0 di oggi. Tanta corsa e lavoro sporco. Una bella scoperta. Voto: 7.

Thomas Graziani: un solo goal all’attivo, poche volte titolare. Quando è entrato ha sempre lottato. Il tempo è dalla sua parte e, nel frattempo, intasca la seconda promozione in due anni. Voto 6.

L’allenatore

Mister Riccardo Boschetto è stato scelto per sostituire Lepore e per portare la Cairese in Serie D. Al suo arrivo, ha fatto la scelta coraggiosa di accantonare Sancinito (che poi ha fatto le fortune del Pietra Ligure) e di varare una Cairese più “verticale”.  A ogni risultato negativo, le critiche non sono mancate, e talvolta sono state mal digerite. Non ha ceduto alla pressione e al suo destino con poche chance: o vittoria o stagione fallimentare. Alla fine ha vinto con le sue idee, finalmente interiorizzate da una squadra diventata micidiale negli scontri diretti nel 2024. Voto: 8,5.

La dirigenza

La proprietà: il presidente Fabio Boveri non ha lesinato risorse economiche per portare la Cairese in alto. Sforzi ripagati con gli interessi oggi, dopo una stagione ricca di picchi e cadute. Ad alcuni forse non è piaciuto come il club abbia “ridisegnato” i rapporti con altri club limitrofi e non solo, ma il lavoro nell’interesse della Cairese è evidente. Dopo due anni: squadra in Serie D e rapporti stretti con il Novara (di cui è vicepresidente) e il Monza (con la partnership per il settore giovanile). Voto 9.

La dirigenza. Federico Boveri, Matteo Giribone, Franz Laoretti: il vicepresidente e il ds hanno costruito la squadra. Non era facile e ad agosto qualche errore è stato commesso. Ma al momento della presentazione della rosa in pochi avevano dubbi sulla forza della Cairese. Sono poi stati bravi nell’assecondare Boschetto a dicembre e a creare una rosa capace di interpretare più moduli. Laoretti, con il ruolo di dg, è spesso intervenuto nei momenti di difficoltà dando sfoggio delle sue grandi doti diplomatiche, un ruolo prezioso in una stagione ad alto tasso di tensione. Voto: 8.

 

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