Il percorso

Stop cellulari in classe, al Ferraris Pancaldo da oltre un mese un nuovo regolamento: ecco il bilancio

Il preside Gozzi: "Il problema non è un problema di disciplina all'interno della scuola ma riguarda la questione della salute pubblica"

cellulari

Savona. E’ passato un mese e mezzo da quando il preside Alessandro Gozzi, insieme a tutto il Consiglio di Istituto del Ferraris Pancaldo (formato da studenti, genitori, docenti, personale tecnico e amministrativo) ha dato il via a un vero e proprio giro di vite per contrastare l’uso dei telefoni cellulari in classe con un nuovo regolamento.

Ora dopo 45 giorni è quindi tempo di bilanci: “La cose vanno molto bene, siamo all’inizio di un cammino ma siamo tanto soddisfatti – afferma Gozzi, dirigente di questo Istituto da dodici anni – abbiamo iniziato con molta elasticità nell’applicazione delle nuove regole per aiutare i nostri ragazzi. Ora dopo oltre un mese, chi viene beccato ad usare il telefono negli orari non stabiliti è chiamato a confrontarsi con le proprie responsabilità, anche in termini di sanzioni”.

I ragazzi però hanno nella stragrande maggioranza ben capito il senso dell’operazione: se si entra nelle classi i cellulare sono tutti appoggiati nella rastrelliera, e neanche nei corridoi si vedono studenti con lo smartphone in mano. Nell’intervallo e nei trasferimenti, invece possono utilizzarlo con libertà”.

“Al termine delle vacanze pasquali presenteremo ai ragazzi un questionario, che stiamo preparando coi docenti, su questo nuovo regolamento per capire come stiano vivendo questa svolta. Sempre dopo Pasqua presenteremo ai genitori dei ragazzi di terza media che si sono iscritti da noi l’opzione di far parte di classi smartphone free dove il cellulare non entra in aula. Noi offriremo la possibilità, tramite un’azienda privata, di avere un armadietto dedicato dove posarlo alle otto per riprenderlo all’uscita”.

Il tutto era, appunto, partito a inizio febbraio quando il preside aveva mandato alle famiglie degli studenti una lettera aperta con le motivazioni che avevano portato a questo tipo di operazione: “Durante il collegio dei Docenti di inizio settembre, è stata posta la questione di come tutelare l’apprendimento dei ragazzi, come cercare di allontanare ogni forma di dipendenza da smartphone. La nostra riflessione è partita anche da un dato numerico, gli oltre 300 giorni di sospensione comminati lo scorso anno scolastico per uso non autorizzato del cellulare in classe, un numero gigantesco che deve calare e tendere all’azzeramento”.

“Il problema non è un problema di disciplina all’interno della scuola- afferma Gozzi – perché noi abbiamo, probabilmente gli stessi problemi di altri Istituti. La questione dello smartphone è un problema di salute pubblica, se noi rivendichiamo il fatto che la scuola sia un’agenzia educativa (e per noi lo è) ci dobbiamo confrontare  con il tema legato al cellulare”.

“Questo tema porta con sé diversi argomenti: garantire un livello di attenzione adeguato durante le lezioni; favorire l’autonomia personale dei ragazzi, che devono imparare a stare da soli. Ogni ragazzo deve avere la capacità di vivere il proprio presente in modo libero; favorire l’equilibrio emotivo durante la mattina di scuola e infine la dipendenza dall’oggetto smartphone”.
C’è anche il tema di aiutare gli studenti a non mettersi nei guai seri, parliamo ad esempio di riprese, non autorizzate in classe ma che postate sui social diventano subito virali e riconducibili a varie fattispecie di reato“.

Nessun aspetto punitivo, vogliamo favorire la socializzazione e l’autonomia, un percorso studiato e pensato. Ripeto siamo all’inizio di un cammino – conclude Gozzi – il cui passo più recente eè datato 12 marzo, è stato quello che (facendo seguito al nuovo regolamento interno) per il quale anche la componente Docenti ha voluto regolamentare il proprio utilizzo del cellullare in scuola, al fine di armonizzare i propri comportamenti con quelli richiesti alle studentesse e studenti”

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