Nel modo in cui è trattata l’opera, il dramma dello Zar, la figura del pretendente e la partecipazione delle masse acquisiscono nuove dimensioni. Lo stesso personaggio di Boris assume un carattere più doloroso: egli non è soltanto l’assassino del fanciullo, ma un uomo lacerato dai rimorsi. Quando il popolo insorge, la violenta esplosione della folla moscovita corona l’opera, dando al popolo un ruolo di protagonista. La rivolta però è vana. Mussorgskij resta nel suo pessimismo e l’ultima parola spetta all’Innocente: «Spargete amare lacrime, piangi anima ortodossa… Piangi popolo russo, popolo affamato». Non è ancora giunto il momento in cui «l’energia della nera terra contadina venga fuori».
Grandiosa e nuova, come abbiamo conosciuto per tanti altri capolavori, il suo esordio non fu felice. Alle iniziali esecuzioni, si registrò l’ostilità pressoché generale della critica, più interessata a trovare quelle che definiva “rozzezze” che ad ascoltare il cuore. Borodin, invece, ne fu entusiasta, mentre Tchaikovsky, dopo aver studiato “profondamente“ la partitura si espresse con un: «Io mando al diavolo con tutto il cuore la musica di Mussorgskij; essa è la più volgare e la più bassa parodia della musica».
Mussorgskij non aveva terminato gli studi al Conservatorio e certi errori di grammatica musicale, ma voluti dall’Autore a fini espressivi, saranno apparsi a Tchaikovsky come il parto di un dilettante presuntuoso.
Il merito d’avere sostenuto l’opera senza tentennamenti spetta a Rimsky- Korsakov, l’amico di Mussorgskij che ne ammirava il genio e ne temeva il vizio del bere. Purtroppo, e forse a causa del rigido clima della Russia, sorseggiare la vodka o qualsiasi altro intruglio alcolico è un vizio di molti che si è fatto cifra di una tradizione consueta in tutti i popoli nordici. Sul Boris Godunov, così scrisse Rimsky-Korsakov: «Adoro il Boris e nel medesimo tempo lo odio. Lo adoro per la sua originalità, l’arditezza, la bellezza; lo odio per la sua grossolanità, le durezze armoniche e le assurdità musicali».
Stessa genialità è espressa nel capolavoro pianistico “Quadri di una esposizione”.
Nel 1874, e per onorare la memoria dell’amico architetto e pittore Viktor Hrtmann morto l’anno precedente, compose appunto quest’opera per pianoforte, ispirata ad una serie di quadri dell’amico esposte a San Pietroburgo.
La composizione si presenta come un percorso ideale in cui si alternano momenti puramente descrittivi pagine con brevi episodi musicali, che indicano lo spostamento del visitatore da una sala all’altra (Promenade). Ecco l’elenco dei quadri: Gnomus, Il vecchio castello, Tuilleries, Bydlo, Balletto dei pulcini nei loro gusci, Samuel Goldenberg e Schmuyle, Limoges, Catacombae, La capanna su zampe di gallina Baba-Jagà, La grande porta di Kiev.
A proposito di “Baba-Jagà”, è curioso sapere che il quadro faceva riferimento a un progetto di Hartmann per un orologio in stile russo del XIV secolo rappresentante la capanna della fiabesca strega Baba-Jagà. E’ un brano tumultuoso, incentrato sulla figura folle e stravolta della strega.
In realtà, Mussorgskij utilizza spunti e suggestioni iconografiche per creare con forza visionaria quadri musicali autonomi che soddisfano diversi archetipi creativi: il gusto per le scene popolari, il mondo della fiaba e dell’infanzia, il senso del grottesco e del macabro, la concezione epica della storia e della tradizione russa, mentre le “Promenade“ in sé estranee ai quadri veri e propri, gli servono per raccordare sostanziali variazioni di tonalità, di ritmo e di ambiente.
Nel 1922 Maurice Ravel trascrisse per orchestra i “Quadri” e questo arrangiamento sinfonico rispetta fedelmente lo spirito e il testo dell’originale. Comprende i 14 pezzi, di cui quattro sono costituiti da una « Promenade”. (Continua…)
Massimo Carpegna è direttore d’orchestra, critico musicale e compositore, con partiture lirico sinfoniche diffuse in mondovisione. E’ stato docente presso il Conservatorio di musica di Modena ed è Visiting Professor alla London Performing Academy of Music. Con “Classica&Dintorni” porterà i nostri lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia. Clicca qui per vedere tutti gli articoli.