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Classica&dintorni

Modest Mussorgskij, l’emblema della musica russa (parte 1)

“Classica&Dintorni” di Massimo Carpegna nasce con l'intento di portare i lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia

Classica e Dintorni Mussorgskij marzo 2024

Mussorgskij, insieme a Tchaikovsky e l’amico Rimsky-Korsakov, è forse il compositore russo più conosciuto anche da coloro che non sono particolarmente affascinati dalla musica classica. Questa popolarità è dovuta a un lungometraggio d’animazione, targato Walt Disney, che da bambini o da genitori abbiamo goduto sul grande schermo o alla televisione: “Fantasia”. Tra i vari episodi illustrati, e forse tra quelli che più colpivano l’immaginazione, vi era “Una notte sul Monte Calvo”, con diavoli e Satana in persona, composta appunto di Mussorgskij.

Il compositore nacque a Karevo il 21 marzo del 1839 e la sua carriera non doveva essere quella musicale, ma bensì militare, più sicura economicamente e ben accetta nella società dell’epoca. Ma il Nostro aveva un interesse diverso e seguì la sua passione, la musica, anche se gli procurò una vita di stenti, come tante volte abbiamo visto contraddistingue i geni.

A quel tempo, la cultura russa era molto influenzata da quella occidentale: moda e cucina erano quelle di Parigi, mentre la musica era italiana e austro-ungarica. Insieme ad altri artisti, Mussorgskij entrò in un sodalizio che si sarebbe chiamato “Gruppo dei Cinque”. La loro filosofia era quella di riscattarsi dalla musica francese, italiana, tedesca e rivolgersi al canto popolare tipicamente russo, così da porre le fondamenta per una musica nazionale. Lo scopo era quindi operare una “rivoluzione identitaria”, potremmo affermare.

Di animo inquieto, così come inquieto era l’impronta romantica, le composizioni di Mussorgskij rispecchiano questa sua condizione d’animo, che a volte si adagia su alcune peculiarità dei popoli slavi: la malinconia, il senso della pena e del dolore, il fascino per il soprannaturale, una potenza immane che è mortificata, ma poi trova il modo di esprimersi. Oltre alla citata “Una notte sul Monte Calvo”, è da ricordare a tale proposito anche “Canti e danze dei morti”.

Due sono i capolavori più noti: l’opera “Boris Godunov” e “Quadri di una esposizione”, composizione pianistica assolutamente ardita per il suo tempo, che divenne poema sinfonico nell’orchestrazione di Maurice Ravel.

Affrontiamo il melodramma, l’unico rappresentato mentre Mussorgskij era ancora in vita, considerato che le opere successive “Khovanshchina” e “La Fiera di Sorocinskij“ sono rimaste incompiute alla sua morte, e completate e/o orchestrate da altri musicisti russi, tra i quali Nikolaj Rimskij-Korsakov è il più noto.

Autore anche del libretto, la storia narrata da Modest Mussorgskij è tratta dall’omonima tragedia di Aleksandr Puskin e dalla “Storia dello Stato russo” di Nikolaij Karamzin.

Il lungo e complicato cammino dell’opera inizia nel settembre del 1868 in casa della sorella di Glinka, la dolce colomba Ljudmila Shestakova che, dopo la morte del fratello, raccoglie intorno a sé gli artisti e gli intellettuali della nuova generazione, per realizzare una cultura autenticamente russa. È proprio la Shestakova a inviare a Mussorgskij il volume di Puskin, inserendo alcuni fogli bianchi tra le pagine stampate. Mussorgskij li usa immediatamente, annotando melodie, parti corali, accenni d’orchestrazione. Il Nostro non ha ancora trent’anni e ha studiato con Balakirev. La sua volontà è quella di ricercare uno stile nazionale e popolare, lontano sia dall’opera italiana che da quella tedesca.

La tragedia appartiene ad una delle epoche più fosche della Russia zarista. Morto Ivan il Terribile, restano due eredi: il figlio maggiore, Fiodor, figlio di primo letto, e un bimbo di due anni, Dmitrij, nato dall’ultimo matrimonio dello Zar. La corona tocca a Fiodor, sebbene sia debole di mente. Occorre, perciò, un reggente per gli affari di Stato e questi è Boris Fedorovic Godunov, uomo di grande abilità, che lo stesso Ivan aveva avvicinato al trono, quando diede sua sorella in sposa a Fiodor. La vicenda si sviluppa, poi, attraverso congiure e un giallo: Dmitrij è trovato con la gola squarciata da un coltello. Si accusa Boris, naturalmente, che ha compiuto quel delitto per assicurarsi la successione… (Continua…)

Massimo Carpegna è direttore d’orchestra, critico musicale e compositore, con partiture lirico sinfoniche diffuse in mondovisione. E’ stato docente presso il Conservatorio di musica di Modena ed è Visiting Professor alla London Performing Academy of Music. Con “Classica&Dintorni” porterà i nostri lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia. Clicca qui per vedere tutti gli articoli.

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