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Classica&dintorni

Miklos Rozsa, l’ultimo dei tardo-romantici per il cinema kolossal (parte 2)

“Classica&Dintorni” di Massimo Carpegna nasce con l'intento di portare i lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia

Classica Dintorni Miklos Rozsa

Parte 1

Nel 1929 si diploma Cum laude e diviene l’assistente di Grabner, ma Budapest ormai gli sta stretta e nel 1931, dopo che alcune sue musiche sono state eseguite con successo a Parigi, si stabilisce nella capitale francese. Ma non sarà questa la nuova patria: l’esecuzione del balletto Hungaria ottiene un tale favore del pubblico che nel 1936 decide di trasferirsi a Londra. L’anno prima era stato invitato a dirigere al Duke’s of York Theatre, il cui nome è legato a Puccini e all’opera Butterfly. Infatti, è in questo teatro che il Maestro di Lucca, insieme all’amico Tosti, assistette al dramma in un atto Madame Butterfly di David Belasco. Ma torniamo al Nostro.

A Londra incontra il regista francese Jacques Feyder e così Miklós racconta quella sera, dopo la rappresentazione di Hungaria: “Jacques sembrò molto colpito e insistette perché dopo [la rappresentazione] andassimo a festeggiare il mio successo. Ordinò champagne […]. Man mano che lo champagne diminuiva, le mie quotazioni come compositore salivano. Entro la fine della seconda bottiglia, secondo la sua opinione, ero più bravo di quanto Beethoven non fosse mai stato. Affermò che ero il più grande compositore vivente, e quindi perché non scrivevo per il cinema? Gli risposi che non ci avevo mai pensato, soprattutto perché non scrivevo i fox-trot. E lui ribatté: «Tu sei pazzo! Io non voglio i fox-trot, io voglio musica seria». «Nei film?» gli chiesi. Allora Feyder mi informò che aveva deciso che avrei scritto le musiche del suo prossimo film […].”

Era Knight Without Armour, La contessa Alessandra con Marlene Dietrich e Robert Donat, prodotto dal geniale Alexander Korda. Miklós è entusiasta e spaventato al contempo. S’infila in una libreria per cercare un testo su come si scrive una colonna sonora.

Rózsa deve scrivere la soundtrack per un film, ma non sa come fare. Considerato che non trova un serio libro di testo sull’argomento, frequenta le sale cinematografiche con assiduità mai accaduta. «Andai anche a vedere molti film – scrive nella sua biografia – e pensai che gran parte della musica fosse terribile, specialmente nelle pellicole americane. Alcuni dei migliori film francesi beneficiavano di partiture scritte da Honneger, Ibert e Milhaud, e mi furono di ispirazione. Ma avevo molto da imparare su questo mestiere e imparai nel modo più difficile: commettendo errori.»

Si butta a capofitto nella nuova avventura, che gli consente di spaziare in tutti i generi musicali, e scrive le partiture per una mezza dozzina di film prodotti da Korda, finché nel 1939 gli viene assegnato di commentare Il ladro di Bagdad: nasce il primo capolavoro.

La pellicola è girata in Inghilterra, ma lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale costringe la troupe a spostarsi negli Stati Uniti. Miklós Rózsa la segue e approda a Los Angeles. A Hollywood tutti si accorgono della sua maestria e, dopo aver musicato nel 1942 Il libro della giungla, firma il contratto con la Paramount.

Siamo nel 1943 e la casa di produzione gli assegna il film I cinque segreti per la regia di Billy Wilder. L’incontro tra i due non è dei migliori e il regista gli dice che avrebbe preferito Franz Waxman, ma se sarà soddisfatto, per il film successivo la prima scelta sarà proprio lui.

A quei tempi era in voga molto lo stile compositivo Broadway-cum- Rachmaninov e la partitura di Rózsa non piace al Musical Director della Paramount. «Una volta mi chiese perché ci fossero così tante dissonanze nella mia musica» scrive il Nostro. “Quali dissonanze?”, gli domandai. “Beh, in un punto i violini stanno suonando un sol naturale e le viole un sol diesis. Non potrebbe scrivere anche per le viole un sol naturale, giusto per farmi un favore?” Quando rifiutai, si infuriò: mai essere in disaccordo con un produttore. Comunque, Billy Wilder corse in mio aiuto e gli disse […] che avrebbe fatto meglio a starsene nel suo ufficio e a lasciare che alla musica ci pensassi io.» (Continua…)

Massimo Carpegna è direttore d’orchestra, critico musicale e compositore, con partiture lirico sinfoniche diffuse in mondovisione. E’ stato docente presso il Conservatorio di musica di Modena ed è Visiting Professor alla London Performing Academy of Music. Con “Classica&Dintorni” porterà i nostri lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia. Clicca qui per vedere tutti gli articoli.

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