Procedura

Russa residente a Savona pone fiori per Navalny davanti a consolato, identificata dalla polizia. La politica: “Atteggiamento intimidatorio”

Nel question time Luca Pastorino del Pd chiederà spiegazioni al ministro Piantedosi

Alexei Navalny

Savona. E’ una cittadina di origini russe ma residente a Savona la donna che, sabato pomeriggio, ha deposto davanti al consolato russo di Genova Nervi un mazzo di fiori, una candela e una foto di Alexei Navalny per poi rimanere “in silenzio”, come in preghiera.

Un gesto di protesta e di cordoglio a favore dell’attivista politico morto in carcere in Siberia che tuttavia ha messo in allarme il personale dell’ufficio diplomatico, che ha subito allertato la polizia.

Sul posto sono subito giunti gli agenti della Squadra Volanti e della Digos, che hanno subito proceduto con l’identificazione della donna.

Una procedura “dovuta” visto il luogo particolarmente sensibile davanti al quale sono stati depositati gli oggetti, ma che ha scatenato la reazione della politica.

Cristina Bicceri, della direzione nazionale di +Europa e Federico Pizzarotti, presidente di +Europa, commentano: “Ieri a Milano, un gruppo di liberi cittadini hanno deciso di omaggiare la memoria di Navalny, depositando mazzi di fiori presso la targa dedicata alla giornalista Anna Politkovskaja vittima del Regime di Putin, e sono stati prontamente identificati dalla Digos; poco dopo anche a Genova una cittadina italiana di origini russe, subisce lo stesso incomprensibile trattamento dalla polizia”.

“Il ministro Piantedosi, si è affrettato a specificare che identificare qualcuno ‘non lede le libertà’ di nessuno. Nel secondo caso sembra emergere che l’ intervento della polizia sia stato conseguente alla segnalazione dell’Ambasciata Russa, evidentemente intimorita dalle preghiere e dai fiori della donna genovese. Una condotta tutt’altro che minacciosa, insomma; eppure le disposizioni del ministro, vista la sollecitudine avuta sia a Milano che a Genova, devono essere state molto chiare in merito a queste operazioni, che non lederanno le libertà, ma hanno sicuri effetti intimidatori verso coloro che pacificamente, esprimono condanna verso un regime totalitario e vicinanza per le sue vittime”.

Il deputato ligure del Pd Luca Pastorino: “Dopo le molte manifestazioni spontanee in Italia seguite alla morte dell’attivista russo Alexei Navalny colpisce la scelta di intervento da parte della polizia di Stato che in almeno due casi diversi (a Milano e a Genova) ha scelto, attraverso l’uso di agenti della Digos in borghese, di identificare alcuni liberi cittadini. Si trattava, da un lato, di un piccolo gruppo di persone che a Milano si è incontrato davanti al monumento ad Anna Politkovskaja, per commemorare Navalny e posare un fiore; dall’altro di una cittadina italiana, di origini russe e residente a Savona, che ha deposto un mazzo di fiori, una candela e la foto di Navalny davanti al consolato russo di Genova Nervi”.

“Questo atto di controllo, seppur lecito, desta perplessità in termini di opportunità. Per questo chiedo, nel corso del question time alla Camera dei Deputati in diretta tv domani 21 febbraio alle 15 su Rai 3, che il ministro dell’interno Matteo Piantedosi chiarisca le ragioni delle azioni di identificazione valutando se siano imprescindibili o se in talune situazioni vi possa essere un grado di tollerabilità differente, nel rispetto dell’ordine pubblico ma anche della pacifica espressione di cordoglio per la morte”, conclude Pastorino.

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