Pensiamoci

Una promozione eccezionale

Festival 2024, Geolier secondo con un brano in napoletano: ora sarà finalmente la volta di una canzone in dialetto ligure?

I Buio Pesto lo avevano chiesto da tempo. Non mancano cantanti e autori della nostra regione che potrebbero farlo

Toti Geolier

Sanremo. Il Festival non va mai in archivio, c’è solo un intervallo tra un’edizione e l’altra, neanche poi così lungo, visto che per mesi si parla di quello terminato e mesi prima si comincia a parlare di quello che arriverà. 

È un argomento non male, per l’edizione 2024, quinta e ultima (salvo sorprese) di Amadeus, quella del dialetto. Geolier, secondo classificato, ha infatti cantato un intero brano in napoletano (ci sono alcuni precedenti, ma non così sfacciati). È comprensibile che Amadeus abbia voluto sfruttare la vasta popolarità (tradotta in milioni di contatti) di Geolier, ma non si può ridurre tutto a questi parametri. 

Riassunto di ciò che andiamo a proporvi: il dialetto era storicamente bandito dal regolamento (trattandosi appunto del Festival della canzone italiana), quindi che cosa è accaduto, che cosa è cambiato? E soprattutto, se il dialetto è ammesso, perché non anche quello ligure, come da anni proponeva Massimo Morini, leader dei Buio Pesto? 

Abbiamo cercato di comprendere, con l’aiuto di qualche esperto, perché Geolier ha potuto partecipare con una canzone in napoletano. La conclusione più logica è che la Rai fa ciò che le pare, con poco rispetto per gli utenti paganti del canone, e ancor più fa come gli pare Amadeus, conduttore, direttore artistico, plenipotenziario da sempre un po’ arrogante dall’alto del successo degli ascolti e quindi degli introiti pubblicitari. 

Potrebbe essere accaduto (è solo una ricostruzione, ma forse la più vicina alla realtà), che il regolamento sia stato modificato quando Geolier è stato scelto tra i cantanti in gara, o che Amadeus-direttore artistico abbia utilizzato i suoi sterminati poteri per farlo. 

Piuttosto stupisce che la questione non abbia avuto più risonanza sui media o non sia stata valutata da qualche associazione di difesa dei consumatori, visto che incide anche sulle scommesse. Comunque…

Comunque abbiamo speranze di sentire il dialetto ligure sul palco dell’Ariston e come potrebbe accadere? Ci pare improbabile, non impossibile. Intanto il regolamento – o meglio la scappatoia – che ha consentito a Geolier di partecipare potrebbe tout court essere abolito nel 2025, considerando anche che Amadeus non ci sarà più. O ancora, e sarebbe semplicissimo, non scegliendo eventuali canzoni che fossero presentate, interamente o con alcune frasi, in dialetto ligure.

Val la pena provarci? E perché no? Sarebbe, anche il solo tentativo, una incredibile promozione per la Liguria e le sue peculiarità.  D’altronde non ci mancano interpreti, cantautori, autori musicali, parolieri. All’edizione 2024 hanno partecipato la carcarese Annalisa e il genovese Alfa, oltre agli inossidabili Ricchi e Poveri.

La storia del Festival annovera anche un successo come autore – ma è anche apprezzato interprete – dell’albenganese Franco Fasano (nel 1989, con “Ti lascerò”, portata alla vittoria da Fausto Leali e Anna Oxa). Se ne avesse voglia, Fasano, dall’alto del suo interminabile palmares (“Io amo”, “Mi manchi”, “Regalami un sorriso” e molto altro ancora) potrebbe farci un pensierino. Forse il dialetto non è proprio nelle sue corde, ma mai dire mai, perché Fasano non è uno che si sottrae quando la “Patria” chiama. 

Sull’intera vicenda abbiamo chiesto un parere a Marco Dottore di Eccoci Eventi, che ha tra l’altro organizzato alcune manifestazioni collaterali al Festival quando si affacciava per le prime volte fuori dall’Ariston.

Dice Dottore: “Credo che a questo punto sia più che legittimo sdoganare il dialetto ligure al Festival, dando atto di quanto fosse giusta la battaglia dei Buio Pesto. Tra l’altro, solo per il dialetto ligure c’è stata una richiesta esplicita. C’è molta Liguria al Festival, a cominciare dagli spot della Regione, e il dialetto ligure è conosciuto, a volte parlato, in molte parti del mondo. Se il regolamento è stato modificato, non può esserlo solo per il napoletano”.

Abbiamo tanti artisti, ripetiamo, compresa Annalisa, più che mai sulla cresta dell’onda. È arrivata terza, anche il dialetto (non sappiamo ovviamente come se la cava con la lingua madre) potrebbe essere un’opportunità. Oh belin…

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