Economia circolare

Da Vado Ligure al porto di Marghera, l’ultima nata in casa Haiki: ecco il riciclo del fotovoltaico

Vetro, alluminio e silicio tra i materiali recuperabili e pronti per nuove applicazioni industriali

raimondo fotovoltaico

Da Vado Ligure al porto di Marghera, al decollo l’ultimo progetto in casa Haiki dedicato alle nuove tecnologie per riciclare i pannelli solari esausti: la società che gestisce la discarica per rifiuti speciali di Bossarino a Vado Ligure è sempre in prima linea nel settore dell’economia circolare.

In media la vita di un pannello fotovoltaico è di circa 25 anni e considerando che le prime installazioni risalgono oramai agli anni 2000, entro i prossimi due anni ci saranno diverse tonnellate di moduli da smaltire: si stima infatti che nel 2050 ci saranno 80 milioni di tonnellate da smaltire.

Haiki quindi ha intrapreso un percorso virtuoso supportando la nascita della nuova start up 9-Tech a Porto Marghera, che opera all’interno del Green Propulsion Lab del del gruppo Veritas.

Nella sede dove operano ricercatori, tecnici e addetti, il modulo esausto non viene solo parzialmente smontato per recuperare pochi materiali, bensì viene riciclato del tutto e gli elementi nobili di cui è composto tornano nella filiera come materie prime seconde, con un livello di purezza molto alto. Un esempio concreto e innovativo di economia circolare e della stessa e futura transizione green, un modello di impresa che promette di essere di massima produttività ed efficacia, garantendo un sostanzioso risparmio di risorse minerarie.

L’innovativa attività legata alla filiera del ciclo dei rifiuti, in questo caso “molto speciali”, ha visto un percorso complesso ma che ha portato alla sua certificazione finale con tanto di brevetti per l’invenzione industriale e la sua stessa utilità applicativa.

Oltre al vetro e all’alluminio recuperabili in grandi quantità, una tonnellata di moduli fotovoltaici dismessi contiene circa 30 kg di silicio metallico ad altissima purezza, 10 kg di rame e circa 0,5 kg di argento.

Il recupero dai rifiuti di questi metalli rappresenta inoltre un notevole beneficio ambientale, considerando l’enorme consumo energetico necessario per la loro estrazione dal minerale vergine e l’inquinamento che ne deriva. E diventa centrale anche sul piano strategico ed economico, in relazione ad una domanda di componenti recuperati da moduli fotovoltaici destinata a salire alle stelle nei prossimi anni: il numero di installazioni aumenterà per far fronte alle necessità della transizione energetica e potrebbe incombere la minaccia di un collo di bottiglia nella fornitura delle materie prime, soprattutto per il silicio prodotto in larga parte in Cina e in altri paesi al di fuori dei confini europei.

Ora, per la start-up la sfida di ampliare su larga scala l’impianto per il riciclo, oltre ai test e alle verifiche sulle performance dei materiali recuperati da utilizzare per altre applicazioni industriali, dalle nuove celle fotovoltaiche, agli anodi di batterie agli ioni di litio o ancora ferroleghe in silicio.

“Sfide difficili ma importanti e strategiche in un settore ormai determinante per la nostra economia e per la sostenibilità ambientale. Come partner operativo del progetto abbiamo curato la parte strettamente industriale e siamo convinti delle significative opportunità di sviluppo di queste produzioni che consentono davvero di recuperare tesori dai pannelli fotovoltaici ormai in disuso” sottolinea l’Ad della società Haiki Flavio Raimondo.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.