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Carcere di Marassi: caos dopo l’ennesimo lancio di droga e cellulari, agente si rompe una gamba durante una perquisizione

Continuano i lanci di droga e cellulari dalle vie limitrofe. Pagani: "Serve intervento immediato"

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Genova. “Purtroppo il Carcere di Genova Marassi è diventata una autentica polveriera, ancora lanci lato stadio, seconda sezione, l’ennesimo, alle 15 di ieri, intercettato dalla Polizia Penitenziaria di Marassi che dopo una accurata perquisizione dei detenuti ai passeggi, circa 100, recupera 2 cellulari e droga. Durante il controllo di un detenuto di origine africana, sul quale è stato rinvenuto uno dei cellulari, lo stesso ha opposto feroce resistenza e un poliziotto ci ha rimesso tibia e perone, trasportato d’urgenza al nosocomio cittadino è stato sottoposto a primo intervento chirurgico”.

A raccontare l’ordinaria giornata di caos all’interno del carcere di Marassi è Fabio Pagani, segretario Uilpa Polizia Penitenziaria. Il sindacato riporta alcuni dati allarmanti: “Secondo i dati censiti dall’Ufficio Attività Ispettiva e di Controllo del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, nei soli ultimi quattro mesi dell’anno appena trascorso ben 614 sono state le aggressioni dei detenuti nei confronti di appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria. Per esse, 137 sono stati i poliziotti che hanno riportato oltre 8 giorni di prognosi e 44 coloro che si sono visti prescrivere periodi di guarigione maggiori di 20 giorni. Negli stessi mesi, 2.877 sono stati i casi di resistenza e ingiuria a pubblico ufficiale nelle carceri. In media, si contano oltre 5 aggressioni e 24 casi di resistenza e ingiuria ogni singolo giorno.”

“Se si pensa che ciò si perpetra laddove pure attraverso l’esempio e la pratica della legalità si dovrebbe rieducare il reo, secondo il dettato costituzionale – commenta Pagani – appare evidente il paradosso di luoghi che non assolvono a nessuna della loro funzione e generano altri crimini oltre che degrado, sofferenza e morte”.

“A pagare le spese di tutto ciò, oltre ai reclusi e agli operatori penitenziari che scontano le pene dell’inferno per la sola ‘colpa’ di essere al servizio dello Stato, sono la stessa collettività e l’intero Paese la cui civiltà, se va comparata con quella delle sue carceri, si ritrova a livelli davvero poco gratificanti. In altri termini, per le prigioni attuali si pone in dubbio lo stesso presupposto giuridico al loro mantenimento”.

“Occorre un cambio di passo in quel di Genova Marassi, è palese che non c’è più tempo – conclude Pagani – Il Governo intervenga subito con un decreto carceri per potenziare concretamente gli organici di tutte le figure professionali, in primis della Polizia penitenziaria, mancanti di 18mila unità, e deflazionare la densità detentiva anche mediante una gestione esclusivamente sanitaria dei detenuti malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti, e il Parlamento approvi una legge delega per la riforma complessiva dell’apparato d’esecuzione penale, con la reingegnerizzazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e la riorganizzazione del Corpo di polizia penitenziaria. Ogni ora che passa vanamente non fa altro che alimentare il tragico bollettino di guerra”.

Sull’episodio è intervenuto anche Vincenzo Tristaino, segretario regionale per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Sono ormai anni che, come Sappe, denunciamo questi lanci. Servono grate, droni, sentinelle e un servizio automontato dedicato per stroncare gli illeciti tentativi di introduzione e possesso di droga e microcellulari, che oramai hanno dimensioni sempre più ridotte, da parte dei detenuti. Ci auguriamo che al più presto, il personale del Corpo di polizia penitenziaria di Marassi venga dotato di apposite strumentazioni per contrastare questo fenomeno, come il potenziamento tecnologico della Sala Regia, fulcro del monitoraggio della sicurezza interna ed esterna”.

Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, evidenzia come i rinvenimenti nel carcere di Marassi “fanno comprendere come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale. Parliamo di un carcere che contiene regolarmente oltre 700 detenuti a fronte dei circa 400 posti letto regolamentari. Solo lunedì, dal lato del centro commerciale adiacente il penitenziario, altri tre pacchetti erano stati lanciati e intercettati. Questo deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari, come ad esempio le attività finalizzate a prevenire i tentativi di introduzione di droga in carcere, proprio in materia di contrasto all’uso ed al commercio di stupefacenti”.

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