Decisione

Scuole, la Regione ha deciso: accorpati Boselli-Alberti e Mazzini-Da Vinci, “salvi” Calasanzio e comprensivo Valbormida

Approvato dal Consiglio regionale il provvedimento definitivo sul discusso piano scolastico

In provincia di Savona viene cancellato l’accorpamento fra l’Istituto comprensivo di Carcare con il liceo Calasanzio, previsto nella precedente versione del provvedimento. Nella integrazione è previsto, invece, l’accorpamento fra l’Istituto secondario superiore Boselli–Alberti (istituto tecnico) e l’Istituto secondario superiore Mazzini-Da Vinci (istituto professionale). E’ quanto stabilito nel Piano di dimensionamento della rete scolastica ligure approvato oggi in Consiglio regionale, con 17 voti a favore (maggioranza) e 10 contrari.

L’integrazione al centro del dibattito odierno nel corso dell’Assemblea legislativa ligure ha quindi rimodulato quanto previsto per il bacino savonese. Secondo la relazione della maggioranza, l’accorpamento fra l’Istituto secondario superiore Boselli–Alberti e l’Istituto secondario superiore Mazzini-Da Vinci consente di rafforzare nel territorio savonese la filiera formativa tecnico professionale, dando maggiore consistenza alle scuole coinvolte in linea con i più recenti orientamenti normativi nazionali che valorizzano l’indirizzo formativo. Questo accorpamento, inoltre, potrà favorire una offerta integrata verso i settori di “cura della persona” negli ambiti sociosanitari, economici ed ecologici.

Prima dell’approvazione, la Regione ha avviato ulteriori interlocuzioni con le amministrazioni di Savona per condividere soluzioni aggregative e integrative a quelle già effettuate con la deliberazione del Consiglio regionale 23/2023, per raggiungere i target previsti dal Ministero provvedendo al riallineamento del Piano di dimensionamento della rete scolastica, con una riduzione, a livello regionale, di 4 dirigenze anziché di 8.

“Con il voto di oggi si chiude finalmente un dibattito a tratti surreale che ha smascherato le contraddizioni delle opposizioni: i consiglieri di minoranza sono infatti esponenti degli stessi partiti che a Roma hanno approvato e applaudito la Riforma voluta dal governo Draghi nel 2021 e qui, invece, per puro opportunismo politico, hanno sollevato polemiche strumentali pur sapendo benissimo che nessuna scuola chiuderà e che i ragazzi continueranno a frequentare le classi come hanno fatto fino ad oggi” hanno evidenziato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore alla Scuola Simona Ferro.

“Il provvedimento consente alla Liguria di adeguarsi all’obiettivo minimo dei 12 accorpamenti previsti dal cosiddetto decreto “Milleproroghe” in relazione alla “Riorganizzazione del sistema scolastico” richiesta dal PNNR e messa in atto dal ministero dell’Istruzione e del Merito”.

“Nell’aula del Consiglio regionale si è volutamente trasformato un argomento, che a conti fatti coinvolge l’assetto amministrativo della scuola e non certamente quello formativo, in una diatriba esclusivamente politica. Le polemiche strumentali sollevate dalla minoranza hanno avuto il solo effetto di alimentare la paura tra le famiglie e i ragazzi, paventando il rischio, del tutto infondato, che il provvedimento comportasse la chiusura dei plessi e una riduzione dell’offerta formativa. Quella che abbiamo approvato è l’attuazione della Riforma varata nel 2021 dal governo Draghi e fermamente sostenuta anche dagli esponenti del centrosinistra a livello nazionale”.

“Non solo: i criteri utilizzati per le riduzioni delle autonomie sulle quattro province sono stati approvati dal Consiglio regionale nel 2007 e fino ad oggi non erano mai stati contestati da nessuno. Abbiamo assistito a una pagina buia del dibattito consiliare, in cui, per puro opportunismo, si sono rivelate la totale incoerenza e l’incapacità di dialogare sui contenuti da parte della minoranza. Vogliamo infine ringraziare l’Ufficio Scolastico Regionale, con il suo direttore, con cui abbiamo condiviso ogni passo e scelta e tutto il Dipartimento istruzione della Regione Liguria” hanno concluso Toti e Ferro.

Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) ha definito il Piano “un grande pasticcio che ha rivelato un alto livello di insipienza» da parte della giunta e ha criticato, in particolare, l’azione dell’assessore alla scuola Simona Ferro e la maggioranza di centro destra che non avrebbe sul tema una linea politica comune”.

Stefano Mai (Lega Liguria-Salvini) ha ricordato le innovazioni introdotte dai precedenti Piani di dimensionamento scolastico e ha ricordato che nel 2023 il PNRR ha imposto forti condizionamenti. Mai ha sottolineato il lavoro di ascolto e confronto fatto sul territorio durante l’elaborazione del provvedimento: “L’accorpamento a Savona non influenzerà minimamente il percorso formativo dei ragazzi, né creerà disagi alle famiglie e, come risulta dai dati dell’ufficio scolastico provinciale, non ci saranno esuberi di personale”.

Alessandro Bozzano (Cambiamo con Toti presidente) ha rilevato le difficoltà imposte dalla necessità, decisa a livello nazionale, di ridurre la rete, ma ha ribadito l’azione di ascolto del territorio ligure e degli operatori scolastici prima della presentazione del Piano di dimensionamento scolastico: “L’opposizione fa terrorismo psicologico e disinformazione: nessun istituto verrà chiuso o cambierà posizione; la continuità didattica è assicurata a tutti gli studenti e alle loro famiglie che non vedranno alcuna differenza per un provvedimento che riguarda esclusivamente una questione amministrativa”.

“Qualche collega ha sostenuto che i bambini verrebbero iscritti a scuole che non esistono più, come se le famiglie non trovassero più la sede, le aule, gli insegnanti lì dove erano ieri e dove resteranno in futuro – ribadisce Bozzano -. Una narrazione falsa e fuorviante, le uniche novità riguarderanno il personale amministrativo, non l’offerta didattica e formativa, né gli studenti o il corpo docente. Piuttosto la sinistra decida una buona volta cosa vuol fare: questo Piano è figlio della decisione del governo Draghi, voluta dal ministro Bianchi e votata da chi oggi si lamenta per gli effetti che la scelta produce sul territorio. E soprattutto si sappia che la mancata approvazione del nuovo dimensionamento avrebbe potuto dare origine alla contestazione di un danno erariale. Un consiglio non richiesto a certi colleghi: gli unici a dover prendere i voti a scuola sono i ragazzi” conclude.

Angelo Vaccarezza (Cambiamo con Toti presidente) ha ricordato di avere convintamente votato a favore della delibera di dimensionamento scolastico in quanto è “profondamente rispettosa del territorio e che ha fatto un’opera corretta e coraggiosa” rispetto alle indicazioni del ministero.

Nelle dichiarazioni di voto sono intervenuti anche altri consiglieri regionali. E’ stato respinto un emendamento presentato da Sergio Rossetti (Gruppo misto-Azione) nel quale si chiedeva di sperimentare il Liceo Made in Italy con l’avvio di una prima classe nel Liceo della Rovere e nell’ISS Firpo che avevano manifestato l’intenzione di sperimentare questo percorso.

L’assessore alla Scuola Simona Ferro ha voluto poi replicare ancora alle accuse della minoranza: “La seduta di oggi mi permette di fare un bilancio e sono certa che si è volutamente trasformato un argomento in una diatriba esclusivamente politica a prescindere dai contenuti”. Ferro ha aggiunto: “ll termine territorio è stato abusato in questa discussione in aula”.

Secondo l’assessore la minoranza ha mosso critiche al Piano di dimensionamento “solo per interesse elettorale in modo da garantire la propria esistenza politica e si è montata la paura fra i ragazzi e le famiglie facendo credere che sarebbero stati chiusi dei plessi. Niente di più falso perché non saranno chiusi dei plessi. Il confronto ci deve essere sempre, ma occorre farlo sui contenuti e, invece, abbiano assistito esattamente all’opposto”.

L’assessore ha precisato che, al contrario, la norma mira a adeguare la Liguria alle indicazioni europee e ha ricostruito nel dettaglio l’iter della delibera precisando ancora che c’è stato un capillare confronto con il territorio.

Il Consiglio regionale ha poi approvato con 16 voti a favore (maggioranza), 5 contrari (Lista Ferruccio Sansa Presidente, Movimento 5Stelle e Linea Condivisa) e 5 astenuti (Pd-Articolo Uno e Gruppo misto-Azione) l’ordine del giorno 1133, presentato da Stefano Mai (Lega Liguria-Salvini), Veronica Russo (FdI) e Alessandro Bozzano (Cambiamo con Toti presidente) che impegna la giunta a intervenire presso il Ministero competente per verificare se siano possibili compensazioni interregionali con altre Regioni che non hanno usufruito di quanto statuito da Decreto ministeriale 127 del 2023 e, in tal caso, verificare la possibilità di prevedere nel triennio operazioni di compensazione territoriale per le Province che sono state coinvolte dalle riduzioni previste per l’anno scolastico 2024-25.

Il Consiglio regionale ha inoltre approvato con 16 voti a favore (maggioranza) e 11 astenuti l’ordine del giorno 1134, presentato da Stefano Mai (Lega Liguria-Salvini), Veronica Russo (FdI) e Alessandro Bozzano (Cambiamo con Toti presidente) che impegna la giunta a chiedere al Governo, per gli istituti accorpati a seguito del Piano di dimensionamento scolastico, di mettere in campo tutti i provvedimenti necessari atti a garantire tempi congrui per gli adempimenti amministrativi conseguenti, in particolare con l’estensione dei termini per la chiusura dei portali (SIDI), e a garantire il pieno utilizzo dei fondi del PNRR già assegnati, considerando la “trasformazione” degli istituti beneficiari degli aiuti.

“Sebbene non abbia motivo di ritenere che ci saranno problemi sull’utilizzo di risorse Pnrr già assegnate agli istituti in oggetto di accorpamento e sulla possibilità degli stessi di avere il tempo adeguato per eseguire gli adempimenti burocratici conseguenti ad esso, per dare un riscontro ai dubbi sollevati dagli auditi, abbiamo chiesto un impegno formale per le verifiche del caso” ha infine precisato il consigliere Stefano Mai.

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