Savona. Alla fine il tanto atteso incontro si farà. Invocato a più riprese da Comuni, sindacati e associazioni, il confronto con Asl 2 sul questionario a tema rigassificatore – che quest’ultima ha sottoposto loro a fine novembre – si terrà martedì 23 gennaio alle ore 15 in Comune a Savona.
La convocazione è arrivata al termine di un lungo pressing sull’azienda sanitaria: diversi sindaci e rappresentanti di vari enti e associazioni locali, chiamati da Asl 2 a compilare entro il 31 gennaio 2024 un questionario per stimare gli impatti socioeconomici del rigassificatore sul nostro territorio, avevano da subito sollevato perplessità. Due gli aspetti controversi: l’opportunità che fosse una azienda sanitaria a occuparsi di una indagine socioeconomica (ma si tratta di un passaggio previsto dall’iter e richiesto dall’ISS), e soprattutto la reale utilità del questionario, che poneva a svariati soggetti domande spesso estranee alle loro specifiche competenze. E senza consentire di articolare risposte più strutturate.
Così erano iniziate le richieste di incontro ad Asl. La prima già a dicembre, firmata dal sindaco di Savona Marco Russo. Per poter discutere davanti a un tavolo invece di compilare un freddo questionario farcito di “non so”. All’inizio l’incontro era stato fissato per oggi pomeriggio; in seguito, però, Asl2 ha chiesto di spostare il vertice di qualche giorno a causa di altri impegni. Martedì alle 15 in Comune, dunque, le varie parti si riuniranno per fornire ad Asl risposte, osservazioni e dubbi utili a compilare la valutazione richiesta.

LE TAPPE DELLA VICENDA
Il 27 ottobre 2023 Snam scrive ad Asl2 chiedendo appunto la redazione, entro 120 giorni, di un parere sulle possibili ricadute dell’opera a livello sociale ed economico. Per la precisione “una valutazione dei vantaggi e svantaggi derivanti dall’esecuzione dell’opera“, necessaria “per la descrizione dei profili socioeconomici e di altre condizioni di giustizia ambientale“.
E già questo è un primo punto di perplessità tra i soggetti coinvolti in seguito: perché chiedere a una azienda sanitaria un contributo su temi totalmente diversi? Con quale “competenza” potrebbe essere redatta la risposta? Va comunque precisato che non si tratta di una “scelta” di Snam bensì di un atto dovuto per legge: quel parere è stato chiesto dall’Istituto Superiore di Sanità poiché l’iter prevede (è successo anche a Piombino) di integrare la VIS (Valutazione di Impatto Sanitario) con un parere della Asl competente del territorio.
Ricevuta la richiesta, gli uffici di Asl2 decidono di coinvolgere “ecumenicamente” il territorio: con una lettera datata 28 novembre, l’azienda interpella quasi una trentina di soggetti (per la precisione 26) sottoponendo loro un questionario, con l’intenzione di ricevere i vari contributi entro il 31 gennaio e da quelli redigere – scrivono – “una stima delle possibili ricadute socioeconomiche“. Anche in questo caso non si tratta di una decisione estemporanea: la consultazione viene fatta sulla base delle “linee guida nazionali e regionali che raccomandano il coinvolgimento dei portatori di interesse sul territorio nella VIS“.
I quesiti arrivano a 8 Comuni (Savona, Vado Ligure, Bergeggi, Spotorno, Quiliano, Altare, Carcare, Cairo Montenotte), all’universo economico (Camera di Commercio, Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Cna, Confartigianato, Coldiretti, Confagricoltura e Cia), ai sindacati (Cgil, Cisl e Uil), al mondo sociale (Caritas e Forum Terzo Settore) e ai rappresentanti dell’utenza (Federconsumatori, Casa del Consumatore, Assoutenti e Acli Lega Consumatori). Ma l’elenco non è blindato, anzi Asl invita addirittura i sindaci “a indicare eventuali ulteriori portatori di interesse sul territorio, individuabili secondo i criteri delle Linee Guida VIS regionali“.
La richiesta all’inizio non desta scalpore, ma nel corso del mese di dicembre iniziano una serie di “consultazioni informali” tra i vari soggetti e, pian piano, la perplessità monta. Il questionario richiede infatti valutazioni puntuali (e anche “adeguatamente motivate“, riportando “evidenze documentali” e proponendo “interventi di mitigazione“) su una serie di punti molto dettagliata: l’occupazione diretta e indiretta (con tanto di distinguo su lavoro femminile e giovanile), la formazione, il consumo di acqua e suolo, valutazioni sugli effetti in materia di patrimonio storico e culturale, disuguaglianze territoriali, aspetti sensoriali legati alla qualità della vita (come modifiche al paesaggio, miasmi o stress psicosomatico).
Diversi soggetti si chiedono: come possiamo rispondere a tutte queste domande, quando spesso esulano dalle nostre competenze? E se per questa evenienza il questionario prevede una apposita casella “non so”, come dare un parere sui temi coerenti con la propria attività se ad oggi mancano ancora informazioni chiave su diversi punti, ad esempio l’occupazione prevista? Nasce così l’esigenza, sempre più condivisa e diffusa tra le varie realtà coinvolte, di un incontro “fisico” con Asl che sostituisca il questionario. Incontro che avverrà, come detto, la prossima settimana.
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