Sviluppo

Nel 2024 la Val Bormida si conferma polo produttivo strategico della Liguria: la situazione delle aziende del territorio 

Dalla Cgil: "Più vicinanza dalle istituzioni a lavoratori, imprenditori e realtà che continuano ad assumere e a garantire un futuro"

Vetreria Etrusca Altare

Val Bormida. Il futuro della Val Bormida, il lavoro e l’occupazione saranno temi caldi anche per il 2024, che è appena iniziato ma proprio nelle prossime settimane sono già attesi sviluppi importanti.

Sono numerose le realtà industriali e artigianali alle prese con difficoltà di diversa natura seppur tutte accomunate da una crisi dei mercati e dall’aumento delle spese energetiche. Malgrado ciò, il comprensorio valbormidese resta il polo più produttivo del savonese, dove operano aziende strategiche non solo per la Liguria ma anche sul piano europeo.

A livello provinciale, le vertenze aperte sono sicuramente quelle di Piaggio, Sanac e Funivie: “Piaggio concluderà l’iter del bando di vendita il 30 gennaio, Sanac le manifestazioni di interesse a partecipare alla procedura di acquisto entro il 10 gennaio e Funivie, almeno dagli impegni del Ministero e della Regione stessa, dovrebbe vedere la costruzione del bando per la concessione e finalmente l’affidamento per la ricostruzione – spiega il segretario provinciale della Cgil, Andrea Pasa, che, però, vuole vedere, proprio in Val Bormida anche gli spiragli positivi “di un territorio vivo dove ogni giorno imprenditori seri e capaci fanno crescere le loro aziende, assumono e producono, persone a cui bisognerebbe fare sentire maggiormente la vicinanza e l’appoggio di tutte le istituzioni”.

“Questo si deve tradurre soprattutto in decisioni politiche unitarie e sinergiche, per convogliare risorse e l’attenzione dei vari ministeri governativi su un territorio che vanta un milione di metri quadri idonei – prosegue Pasa – La Val Bormida non è affatto “morta”, ha solo bisogno di essere ascoltata e di infrastrutture, non solo viarie ma anche socio-sanitarie, ad esempio, per supportare le migliaia di lavoratori presenti, tra cui turnisti anche nelle ore notturne”.

Per quanto riguarda una delle realtà valbormidesi più grandi, ossia l‘Italiana Coke, sempre Pasa sottolinea che “a fronte dei primi otto milioni su un totale di cinquanta messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo economico, nell’ambito delle agevolazioni per l’area di crisi complessa, la cokeria ha partecipato al bando aggiudicandosi il terzo posto in graduatoria con un impegno di spesa di dieci milioni. Toccherà ora capire se e quanto le verrà concesso, e, soprattutto, ci auspichiamo che l’azienda investa nella riambientalizzazione del ciclo produttivo“.

Altro tassello dell’industria valbormidese, l’ex Schneider di Bragno. A parlarne è il segretario della Fiom Cgil Savona, Cristiano Ghiglia: “La vendita di Trench e l’arrivo della Semar sono i passaggi che andranno seguiti e che dovrebbero concretizzarsi entro il primo semestre 2024. Siamo fiduciosi che tutto proceda nel migliore dei modi, come del resto ad oggi non ci sono all’orizzonte grosse difficoltà per il settore metalmeccanico valbormidese e per le numerose aziende  medio-piccole del territorio”.

Per quanto concerne il comparto del vetro, che in valle rappresenta una fonte occupazionale importante, qualche spina nel fianco c’è, come sottolinea il segretario della Filctem Cgil Tino Amatiello: “Sono circa un migliaio gli addetti di questo settore, che purtroppo subisce la diminuzione delle vendite dei prodotti “in bottiglia” nella grande distribuzione. La situazione vede Verallia con un forno fermo a Carcare, la Bormioli di Altare è dovuta ricorrere ad un periodo di cassa integrazione a rotazione e la vicina Etrusca dovrebbe ripartire con un forno nuovo. Non ci sono vertenze cruciali ma indubbiamente un po’ di sofferenza che ci auspichiamo venga superata nei prossimi mesi”.

Anche lo stabilimento carcarese Noberasco sembra uscire da un periodo non facile. “Pare infatti rientrato lo squilibrio finanziario dovuto a un insieme di fattori negativi (conseguenze del Covid, caro energia, cambio sfavorevole col dollaro e calo dei consumi) che un anno fa aveva fatto scattare la cassa integrazione per i lavoratori dell’azienda leader nella produzione di frutta secca – spiega il segretario Filcams Cgil Giovanni Tiglio – Entro gennaio dovremmo incontrare i vertici aziendali per conoscere la realtà attuale auspicando in un periodo più sereno”.

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