Pensiamoci

Sacrifici da non dimenticare

Incendi nel Savonese, morte e distruzione. 35 anni fa la tragedia del Canadair precipitato a Madonna del Monte

Una lunga scia di vittime nella provincia più boscosa d’Italia, cominciando dai 13 soldati precipitati nel 1967 sulla scogliera di Bergeggi

Savona. Sono passati 35 anni dalla tragedia del Canadair precipitato sul crinale Ovest di Madonna del Monte, alture di Savona, con la morte dei due piloti Claudio Garibaldi e Rosario Pierro. Era infatti il 27 gennaio 1989, verso l’ora di pranzo, quando il velivolo giallo della Protezione Civile, nel tentativo di essere più efficace possibile nel lancio, si abbassò troppo e toccò con un’ala una “fascia”, precipitando in una palla di fuoco.

Alla sala operativa dei Vigili del fuoco in via Nizza c’era anche il vice comandante Michele Costantini, oggi esperto di protezione civile, che spesso ci accompagna su questi temi e che racconta: “In cielo si alternavano due Canadair e l’elicottero dei pompieri, a terra otto squadre oltre ai volontari. Il fuoco aveva minacciato il deposito della Sarpom a Quiliano e costretto a chiudere l’autostrada Savona-Torino. Una situazione di estremo pericolo, costata la vita a Garibaldi e Pierro che avevano cercato di affrontarla nel modo migliore”.

Che cosa ci hanno insegnato questi 35 anni nella lotta agli incendi?
Ancora Costantini: “Molte cose. Tutto è migliorato. Gli interventi dall’alto sono ormai determinanti, con più mezzi, equipaggi più esperti, tecniche più moderne. Le squadre di terra agiscono con un sincronismo quasi perfetto, le norme legislative hanno consentito ai pompieri, alla Forestale passata ai Carabinieri e ai volontari di operare più in fretta e in modo più incisivo. Un tempo era tutto più difficile e infatti il numero degli incendi è diminuito in modo considerevole”.

Però in provincia di Savona sono sempre molti e violenti…
“Il numero è inferiore, le statistiche per fortuna parlano chiaro. Le conseguenze purtroppo sono sempre devastanti, com’è accaduto nell’estremo Ponente, attorno a Savona, nella zona di Varazze o in Valbormida. Purtroppo quella di Savona è una situazione quasi unica”.

Ci spieghi meglio.
“È tra le più difficili in Italia per la conformazione del territorio, il vento, il fatto che ovunque ci siano abitazioni. Non dimentichiamo che quella di Savona è la provincia più boscosa d’Italia. Un’occasione come i 35 anni della tragedia di Madonna del Monte deve servirci per ricordare e fare ancora meglio”.

Facciamolo.
“In provincia di Savona le vittime per gli incendi sono state davvero tante. Oltre a Pierro e Garibaldi mi vengono in mente gli altri due piloti di Canadair precipitati a Piana Crixia, negli anni altre vittime alle Manie, a Spotorno e Valleggia, soprattutto, anche se non può certo esserci una classifica, i 13 soldati della caserma Bligny morti il 13 luglio del 1967 a Bergeggi, nel loro camion precipitato in una scarpata mentre andavano a spegnere un incendio a Noli. Ho mille esempi anche sulla furia delle fiamme. L’episodio che mi ha colpito di più ci fu a Varazze, dove palle di fuoco come fossero sparate da un lanciafiamme superavano l’autostrada da monte a mare”.

Si può fare ancora meglio, diceva.
“Ovviamente questo è possibile. La tempestività nella segnalazione di un incendio è per esempio ancora e sempre determinante. Occorre che i cittadini segnalino sempre il fuoco, il fumo. Non pensino che altri lo hanno già fatto: meglio due o tre allarmi che nessuno. Bisogna farlo anche quando non si è certi che si tratti di un incendio. D’altronde oggi con i telefonini è la cosa più semplice…”.

La tragedia di Madonna del Monte come ogni anno sarà ricordata anche sabato 3 febbraio, con una messa e una cerimonia nella chiesetta, ribattezzata da tempo Santuario della protezione civile.

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