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Classica&dintorni

Fryderyk Chopin, la voce appassionata del pianoforte (parte 1)

“Classica&Dintorni” di Massimo Carpegna nasce con l'intento di portare i lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia

Classica e Dintorni Chopin

Fryderyk Chopin fu senz’altro uno dei più grandi esecutori e compositori per il pianoforte. Amava la musica di Bach, Mozart e Bellini e non ebbe mai lodi particolari per i suoi contemporanei, pur intrattenendo con loro un rapporto di amicizia. Il suo sguardo era rivolto molto a se stesso e non indugiava sugli altri.

Divenuto celebre, la nobiltà parigina se lo contendeva e lo supplicava che insegnasse la sua arte ai giovani rampolli della buona società. Era un onore conoscere la musica, imparare quel tocco gentile sulla tastiera. Lui sceglieva accuratamente gli allievi, osservandone le mani e misurandone la capacità musicale, e la prima richiesta, per gli eletti di quella stretta cerchia, era quella di lasciare il denaro sulla mensola del caminetto, appena entrati: gli artisti e i gentiluomini non si sporcano le mani con faccende di denaro.

Amava frequentare gli ambienti aristocratici e si preoccupava moltissimo che il suo aspetto fosse sempre curato, elegante, alla moda. Era quello che a quel tempo si definiva “un dandy“. Il termine nacque a Londra, al principio del 19° sec. e indicava quegli uomini eleganti il cui modello era G.B. Brummel: l’arbitro dell’eleganza londinese. “Dandy“ voleva dire anche molto di più: un ironico distacco dalla realtà, un rifiuto nei confronti della mediocrità borghese e ciò affascinò il giovane Chopin.

Tuttavia, la sua figura in generale non era un granché, nonostante l’eleganza e la ricercatezza degli abiti. Il Nostro era piuttosto comune ed esile, un po’ alla Bellini: non molto alto, magro, con capelli castano chiaro, occhi grigio-azzurri o forse nocciola e un naso importante.

Suonava sfiorando i tasti che “cantavano“ come mai prima di lui, e questo suo tocco così leggero lo indirizzò ad esibirsi in ambienti raccolti. Prima di Parigi, fu a Vienna e anche qui sbalordì il pubblico. Scriveva alla famiglia: «I giornalisti mi hanno preso a cuore… le mie spie, al pianterreno della casa, dicevano che la gente ballava sulle sedie» quando improvvisava su temi popolari polacchi.

Dopo l’esordio a 26 anni, con presenti Liszt e Mendelssohn, fece solamente altri tre recital importanti nel grande salone del fabbricante di pianoforti Pleyel e per un pubblico di circa 300 persone molto selezionate. Preferiva i concerti privati nelle dimore lussuose e sovente condivideva questi concerti con Liszt in brani anche a quattro mani.

A quel tempo, tra il 1830 e il 1840, Parigi era la capitale europea della cultura e Chopin ne era uno dei protagonisti più conosciuti e acclamati. Tutti gli riconoscevano la genialità di un grande compositore ed esecutore. Così disse Schumann della sua musica, per sottolinearne l’innovazione rivoluzionaria: «Un cannone sepolto dai fiori!»

Per entrare nel “giro“ che contava, chiese aiuto ad alcuni nobili polacchi, che gli presentarono Rothschild e questo fu più che sufficiente per proiettarlo alla ribalta con un esercito di allievi, che gli garantivano una vita più che agiata. Tra i discepoli del Maestro, naturalmente, ci fu Betty de Rothschild. Ciò può ricordare a tutti gli artisti che si può essere anche geniali, ma se al principio della carriera non si gode dell’aiuto di qualcuno importante, è difficile raggiungere il successo. (Continua…)

Massimo Carpegna è direttore d’orchestra, critico musicale e compositore, con partiture lirico sinfoniche diffuse in mondovisione. E’ stato docente presso il Conservatorio di musica di Modena ed è Visiting Professor alla London Performing Academy of Music. Con “Classica&Dintorni” porterà i nostri lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia. Clicca qui per vedere tutti gli articoli.

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