Carcare. Nell’assemblea pubblica organizzata a Carcare il 25 gennaio sulla vicenda accorpamento Liceo Classico-scientifico e istituto comprensivo “è andata in scena l’ennesima farsa volta a veicolare e giustificare i tagli alla scuola previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNNR) secondo il quale, a fronte dei 30 denari di finanziamenti, si svendono i servizi pubblici collettivi e universali (scuola, sanità, trasporti), i settori strategici nazionali, e posti di lavoro”. E’ la dura denuncia della Confederazione Unitaria di Base della Valbormida.
“Amministratori locali, sindaci, consiglieri regionali e presidente della provincia hanno illustrato l’iter amministrativo legato alla vicenda che prevede nella delibera regionale, per l’anno scolastico 2024/2025, l’accorpamento di 4 istituti scolastici. Si è omesso tuttavia di ricordare – accusa la Cub – che i tagli sono in accordo al decreto interministeriale che assegna alla Regione Liguria un target di taglio di 16 autonomie locali per l’anno scolastico 2024/2025 in funzione del raggiungimento dell’obiettivo previsto dal PNNR in materia di Riorganizzazione del sistema scolastico (Missione 4, Componente 1, riforma 1.3). Il nuovo asse bi-partizan andato in scena sulla vicenda carcarese, non ha mai messo in discussione né i tagli né la loro entità, poiché, hanno detto, le leggi vanno rispettate e compito degli amministratori è applicarle. Quindi, rassegnamoci e rassegnatevi, questi tagli vanno fatti, spostando il piano di un possibile intervento sul crinale della filosofia del ‘nimbi’ (non nel mio giardino) di competenza”.
“Lo spaccato dell’assemblea pubblica riflette la realtà – proseguono – in cui non c’è alcuna forza politica/amministrativa rappresentata che metta in discussione l’applicazione del PNNR e si opponga veramente ai tagli sociali che questa accettazione prevede. Tutti concentrati nella posizione del THINA (There is No Alternative). Non c’è alternativa ai tagli è stato il messaggio lanciato dal palco, cerchiamo di limitare i danni… ma state tranquilli”.
La Cub, piccolo sindacato di base presente in assemblea, “ha avuto il coraggio e l’onestà intellettuale di chiamare le cose con loro nome vero. Ridimensionamento e non Dimensionamento. Tagli al personale, non razionalizzazione di spesa. Tagli alla scuola pubblica, universale e inclusiva, all’offerta formativa… non dimensionamento. Il nostro no agli accorpamenti da qualsiasi parte siano fatti, non è solo un no di metodo all’iter amministrativo non rispettato, che non ha coinvolto i territori. Il nostro no è una questione di merito. Ed il Merito è appunto il PNNR, targato Draghi e votato bi-partizan dai ‘migliori’. Un no ai 30 denari di tagli strutturali alla spesa spacciati per finanziamenti. La privatizzazione dei servizi pubblici universali è ormai una realtà che avanza a grandi passi con il PNNR e l’autonomia differenziata, figlia della riforma del titolo V della costituzione targata Amato-D’Alema. A completare questo quadro devastante in ambito scolastico, va inserita la riduzione a quattro anni del percorso formativo legato agli istituti tecnici. Fonte di tagli e risparmi”.
“La Cub, non avendo mai avuto governi e maggioranze amiche, si rivolge a tutti i lavoratori dei servizi pubblici universali, insegnanti, sanitari, lavoratori del trasporto pubblico, ai genitori, agli studenti, ai fruitori dei servizi pubblici universali. Mobilitarsi, partecipare, informarsi è l’unica arma che ci rimane per fermare la macelleria sociale che la politica sta realizzando. L’indifferenza, le scorciatoie amministrative e concertative sono parte integrante del progetto” concludono.
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