Posizioni divergenti

Termovalorizzatore a Cairo, il sindaco boccia il referendum: “Sarebbe sul nulla”. Briano: “Raccoglieremo le firme”

E poi l'attacco alla maggioranza: "Non volete prendere una posizione politica perchè siete esposti pubblicamente con la vostra regione"

briano - lambertini termovalorizzatore

Cairo Montenotte. Il sindaco Lambertini e la maggioranza bocciano il referendum consultivo sul termovalorizzatore. Una proposta arrivata da parte del gruppo Più Cairo dopo che nell’ultimo consiglio comunale minoranza e maggioranza non erano riuscite a trovare un accordo sul tema. In queste settimane le posizioni però non sono cambiate e anche questa volta la mozione dell’opposizione è stata respinta.

Da una parte infatti il sindaco Lambertini e la sua giunta si dicono al momento contrari all’installazione di un termovalorizzatore in Valbormida: “Lo saremo fino a quando non diminuirà l’impatto ambientale sul territorio, se la situazione non cambierà non accetteremo né un termovalorizzatore, né un’azienda potenzialmente inquinante”. Dall’altra parte invece i due gruppi di opposizione (Più Cairo e Cairo in Comune) sottolineano come Cairo e la Valbormida abbiano già pagato troppo a livello di inquinamento e quindi non debbano ospitare un inceneritore di rifiuti “né ora, né mai”.

Data la divergenza di vedute e l’impossibilità del consiglio comunale di fare fronte comune, l’opposizione ha proposto di dare la parola ai cittadini: “Questa tematica non può essere usata come una carta di compensazione rispetto alla chiusura di altri impianti – dichiara Fulvio Briano, capogruppo di Più Cairo – Pensare di far arrivare qui la spazzatura da tutta la regione e da mezzo Piemonte, significa far diventare Cairo la pattumiera della Liguria. Considerando che il consiglio non è riuscito in modo compatto a votare una mozione che impegnava il sindaco a una posizione politica contro questo tipo di impianto, pensiamo che sia giusto siano i cittadini ad esprimersi sull’argomento. Anche perché a dire che l’inceneritore potrebbe essere installato a Cairo sono stati il presidente della Provincia Olivieri e il governatore Toti, non due persone a caso”.

Sulla stessa linea Giorgia Ferrari, capogruppo di Cairo in Comune: “Riteniamo sia giusto e democratico dare la parola ai cittadini, non capisco quale sia il problema e perchè limitare questa possibilità. La posizione della maggioranza è talmente fumosa che è difficile da sostenere e argomentare. Non è solo un discorso sul fatto che il termovalorizzatore sarà o meno inquinante, ma è soprattutto un discorso di sviluppo. A Cairo il biodigestore ha raddoppiato la sua capienza, la discarica è quadruplicata, Italiana Coke è un impianto del 1936, dobbiamo davvero ancora discutere di impianti sui rifiuti?” si domanda Ferrari che poi sottolinea: “Non bisogna aspettare che venga presentato il progetto, perché a quel punto la parola passerà ai tecnici e sarà troppo tardi per dire no”.

Non è d’accordo il sindaco Lambertini: “Le nostre posizioni sono diverse, ma al momento portano alla stesso risultato, ovvero dire di no oggi al termovalorizzatore in Valbormida. Riteniamo che per ora sia inutile indire un referendum. A parte l’uscita sui giornali del presidente della Provincia (Toti non mi risulta abbia mai detto nulla a riguardo), infatti non mi è mai arrivata nessuna proposta nemmeno informale. Mi risulta invece che ci sia una discussione in corso per installare l’impianto a Genova. Ad oggi quindi si voterebbe sul nulla”.

Aggiunge poi il vicesindaco Roberto Speranza rivolgendosi ai consiglieri di Più Cairo: “Come mai, quando eravate in maggioranza, non avete indetto con un referendum per chiedere ai cittadini se fossero d’accordo dell’arrivo sul territorio di una azienda in seveso ter? Avrebbero sicuramente risposto no, dovete essere coerenti da minoranza e da maggioranza”.

Replica alle accuse Briano: “Sono due cose che non centrano nulla. Non volete prendere una posizione politica perché siete esposti pubblicamente con la vostra Regione e io, da malpensante, non metterei la mano sul fuoco che non avete avuto alcune interlocuzione con azienda di rifiuti in passato”. Il capogruppo poi sottolinea: “Non ci fermeremo qui, come previsto dallo Statuto comunale, il comitato per il No all’inceneritore (istituito a fine ottobre ndr) partirà con la raccolta firme per indire il referendum e permettere ai cittadini di dire la loro”. La petizione, per  raggiungere il suo obiettivo, dovrà raccogliere le firme  del 20% degli elettori (in 60 giorni dalla validazione della petizione).

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