Ispirato dai suoi eroi letterari, Schumann tentò d’esprimere il suo mondo attraverso la poesia, la narrativa e, naturalmente, la musica. Aveva facilmente imparato a leggere le note e a suonare il piano e incominciò a farsi apprezzare come gran improvvisatore, sebbene la sua collocazione fosse tra i dilettanti.
Quando morì il padre sognatore come lui, Schumann avrebbe voluto intraprendere la carriera di poeta o musicista, ma la madre lo iscrisse alla facoltà di Legge di Lipsia perché l’arte non dava da magiare. Alla morte del padre, era ancora incerto tra la carriera musicale e quella letteraria. Ma Lipsia era densa di musica e il Nostro trascorreva molto tempo tempo ai concerti della Gewandhaus, nella chiesa di San Tommaso, dove aveva suonato l’organo Bach, o ai concerti della società corale Euterpe. Suonava il piano di continuo, fumando un sigaro dopo l’altro e avrebbe potuto paragonarsi a un Byron tedesco negli atteggiamenti. I Codici della Legge furono studiati raramente e presto sfumò il proposito della madre d’avere un figlio avvocato.
Tornato a Lipsia, decise di dismettere l’abito del dilettante e andò a lezioni di piano da Friedrich Wieck. Questo Maestro aveva un figlia che allora contava solo nove anni. Clara era una bambina prodigio e col tempo diventò una tra i più illustri artisti della storia, oltre che sua moglie. Wieck comprese immediatamente che Schumann era un genio e scrisse a sua madre promettendole che il figlio sarebbe diventato «uno dei più grandi pianisti entro tre anni. Suonerà con più ardore e genialità di Moscheles, e su scala più grande che Hummel».
E così, il Nostro si trasferì in casa di Wieck e, oltre a studiare il piano, si dedicò alla composizione andando a lezione da Heinrich Dorn, maestro direttore al teatro dell’opera di Lipsia. Purtroppo, la carriera di pianista si concluse subito, causa una contrazione che rovinò per sempre un dito, ma Schumann non si crucciò: aveva già deciso che sarebbe diventato compositore. Nel 1831 pubblicò le variazioni “Abegg“, costruite sulle lettere del nome di una ragazza, e poi l’op. 2, “Papillons“: una trascrizione della scena della sala da ballo che si legge in “Flegeljahre“.
Il mondo musicale si accorse di lui e Schumann s’immerse completamente in esso. Cominciò a recensire concerti per le riviste ”Allgemeine Musikalische Zeitung” e “Komet” e in una delle sue prime critiche segnalò il giovane Chopin all’attenzione dei lettori tedeschi con la frase: « Giù il cappello, signori! Ecco un genio! ». Non soddisfatto, nel 1834 decise di fondare una propria rivista: la “Neue Zeitschrift für Musik“ e nello stesso anno si innamorò di Clara. I due si fidanzarono nel 1837, ma l’anziano padre Wieck non era affatto contento: lui aveva preparato la figlia a diventare una grandissima concertista ed ora si legava a un compositore folle e squattrinato! Dal suo punto di vista, non aveva tutti i torti. Chopin lo metteva in ridicolo. Mendelssohn non lodava affatto le sue composizioni e Liszt, che aveva cercato di suonare qualche sua brano, fece fiasco. Ciò fu la prova della mediocrità delle sue musiche, poiché Liszt rendeva capolavori qualsiasi cosa suonasse.
Nonostante la guerra del padre, che tentò tutte le strade per dissuadere la figlia, Robert e Clara decisero di sposarsi senza il consenso di Wieck e il matrimonio fu celebrato nel 1840. Per Clara, il marito avrebbe dovuto emulare Beethoven e gli altri grandi della sinfonia e non continuare a seguire il proprio inafferrabile e folle istinto. Prima che si sposassero, scrisse nel suo diario: «La cosa migliore sarebbe se componesse per l’orchestra. La sua fantasia non trova sufficiente sfogo sul pianoforte… Le sue composizioni sono tutte orchestrali, nel sentimento… Il mio desiderio più grande è che componga per l’orchestra: è quello il suo campo. Magari potessi portarvelo!». (Continua…)
Massimo Carpegna è direttore d’orchestra, critico musicale e compositore, con partiture lirico sinfoniche diffuse in mondovisione. E’ stato docente presso il Conservatorio di musica di Modena ed è Visiting Professor alla London Performing Academy of Music. Con “Classica&Dintorni” porterà i nostri lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia. Clicca qui per vedere tutti gli articoli.