Savona. “Il sondaggio del Comitato Toti è un’operazione disonesta e patetica di manipolare e demoralizzare l’opinione pubblica savonese, che ora è ancora più indignata di prima”.
Così la “Rete fermiamo le fonti fossili” commenta il sondaggio Ipsos commissionato dal Comitato Toti, secondo cui il 60% dei intervistati (il campione è composto da 800 liguri) ha espresso un giudizio positivo sull’installazione dell’impianto a Vado Ligure (per il 9% costituisce un’opera indispensabile, per il 51% è necessaria).
“Toti è ben consapevole che tra il 95% e il 98% dei cittadini nell’area da Albisola a Bergeggi è fermamente contrario al rigassificatore a Savona – stiamo parlando di circa 90.000 persone – quindi ha bisogno di armi di distrazione di massa per superare il suo problema principale: come imporre un’opera invasiva e pericolosa a una comunità così compatta nel non volerla”, commentano dal comitato savonese.
E aggiungono: “Invece di rappresentare politicamente l’unanime dissenso cittadino, come dovrebbe fare un governatore attento ai desideri dei suoi elettori, Toti percepisce questa opposizione come un fastidioso intralcio ai propri intendimenti.
“Il sondaggio – peraltro commissionato da chi è parte in causa nel progetto- evidentemente serve a Toti anche per rassicurare vari soggetti economici e politici dubbiosi o critici sul progetto: Eni su tutti (che ha manifestato critiche sulla collocazione della nave a Savona), ma anche azionisti, politici del centrodestra, rappresentanti del Governo locali e nazionali. Il governatore commissiona il sondaggio per provare a sostenere che non è lui ma sono i liguri a volere l’impianto. Come se le decisioni che cambiano la vita di migliaia di liguri si prendono non con i confronti, ma a colpi di indagini demoscopiche”
“Invece di accettare quindi il confronto aperto con i cittadini – proseguono – il Commissario Toti li usa come semplici numeri statistici, utilizzando tecniche di rilevamento discutibili e ingannevoli: mescolando in modo subdolo comuni coinvolti con comuni non coinvolti dall’inquinamento e dalla pericolosità dell’impianto, formulando in modo improprio le domande (molti cittadini possono considerare un rigassificatore “utile” in generale ma anche “pericoloso” se dislocato nella baia di Savona), inglobando nella statistica i tanti cittadini liguri ignari della questione, omettendo i dati del sondaggio disaggregati per comune (il Comitato Toti continua a non rispondere ai giornalisti), non pubblicando il sondaggio secondo le norme dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (non si ha accesso al sondaggio nel sito dell’AGCOM, di Ipsos, non è quindi possibile visionare i dettagli e la Nota informativa)”.
“I cittadini sapranno esprimere il loro dissenso non attraverso sondaggi tendenziosi e non trasparenti, ma alle urne nelle elezioni del 2024, che si trasformeranno in un referendum contro il rigassificatore nei 40 comuni della provincia di Savona” , concludono dalla “Rete fermiamo le fonti fossili”.
leggi anche

Rigassificatore, M5S: “Il sondaggio di Toti è surreale, non fornisce dati suddivisi per provincia”
