Savona. “Grande fermento nella macchina comunicativa del presidente e commissario Toti. Oramai lo sappiamo bene, la sua comunicazione è sempre più social e ammiccante verso il mondo dorato degli influencer, ma questo universo sempre sapientemente pettinato e rassicurante stride paragonato alla più istituzionale a mezzo stampa e media televisivi, dove nonostante l’ampia rete di aderenze, la pochezza dei contenuti condita dall’arroganza finora dimostrata, trovano espressione massima”.
Queste le considerazioni del gruppo savonese #quellidellaCATENA, nato per opporsi al posizionamento del rigassificatore a Vado Ligure, in seguito all’indagine che il Comitato Toti ha commissionato per scoprire cosa ne pensano i liguri sul progetto.
“È recente la pubblicazione su tutte le maggiori testate locali e nazionali del puerile tentativo del Comitato Toti Liguria, che commissiona e paga (con i nostri soldi) un presunto sondaggio su un campione di 800 adulti residenti in tutta la regione, dalla valenza prossima allo zero ma dall’effetto boomerang assicurato. Già solo presunto, come prontamente rettificato dall’AGCOM: ‘non essendo stato pubblicato sul sito di competenza nessun dettaglio della ricerca, entro due giorni dalla pubblicazione, la rilevazione condotta non può essere denominata sondaggio, per cui si suggerisce la denominazione di manifestazione d’opinione’. Caro Presidente, non è solo una mera questione semantica, ma anche di numeri, che non mentono mai”.
“Questa allegorica manifestazione d’opinione infatti mette in luce l’opera certosina scientificamente attuata dal presidente della Regione Liguria e commissario Giovanni Toti, nel mantenere colpevolmente il maggior numero di cittadini liguri più all’oscuro possibile, sia sul reale significato di un rigassificatore galleggiante a ciclo aperto e che a soli 2,9 km dalla costa ligure riverserà tonnellate di ipoclorito di sodio per qualche decina di anni, a ridosso di un Area Marina Protetta e di una Zona Speciale di Conservazione, costituendo impianto ad Alto Rischio d’Incidente Rilevante, sia sul fosco progetto politico dietro al ricollocamento nella rada di Vado Ligure-Savona”.
“Il quesito numero 26 recitava: ‘Nel 2026 è previsto lo spostamento del rigassificatore galleggiante (nave rigassificatore) dal porto di Piombino a Vado Ligure. Lei ne era a conoscenza?’. Benché la somma delle risposte faccia ben 101%, rileviamo egualmente le percentuali di risposta sotto: 30% – ‘No, non lo sapevo’; 31% – ‘Sì, ne ho sentito parlare’; 27% – ‘Sì, anche se non conosco tutti i dettagli’; 13% – ‘Sì, sto seguendo con attenzione la vicenda’. Dai risultati ci sembra chiaro che l’88% degli intervistati non era in grado di esprimere opinione cosciente, mentre lo sbandierato 60%, venduto in pompa magna come favorevole alla ‘presenza del rigassificatore a Vado Ligure’ andrebbe invece edotto in modo puntuale ed esaustivo”.
“Inoltre – proseguono – quali sono le percentuali dei favorevoli al rigassificatore, relative alla sola quota del 13% che ha risposto ‘sì, sto seguendo con attenzione la vicenda’? Come sono distribuite sul territorio regionale? Ma davvero si crede d’imbrigliare una popolazione acuta come quella ligure con questi strumenti di distrazione di massa, conditi da qualche giochetto di prestigio?”.
“Infine, repetita iuvant: noi non siamo ‘qualche strampalato movimento ambientalista’, ma una libera rappresentanza di cittadini savonesi e non, che ha già manifestato tutta la sua forza durante la Catena Umana degli oltre 16000. Meritiamo rispetto e risposte, entrambi non pervenuti”, concludono.