PARTE 2
PARTE 1
Dopo aver vinto la disputa giudiziaria contro il Liceo “Rossini” di Pesaro, Mascagni assume per breve tempo la direzione del “Teatro Costanzi” di Roma. Tuttavia, il fatto più rilevante di quell’anno – il 1910 – è l’incontro con Anna Lolli: una giovane e bella corista romagnola. Inizia con lei una relazione e per trentacinque anni, Mascagni ha due famiglie, ognuna delle quali sa dell’esistenza dell’altra. Il legame desta scandalo anche per un’altra ragione: tra i due ci sono venticinque anni di differenza e Anna Lolli può essere tranquillamente la figlia del Maestro. È nata nel 1888, quando Mascagni sta componendo la sua opera più fortunata – “Cavalleria Rusticana” – e la loro storia d’amore è altrettanto favorita dalla sorte.
Anna Lolli è una saggia consigliera, una donna molto riservata che sa rincuorare il Maestro nei momenti di difficoltà e Mascagni esprime per lei uguale tenerezza. A Bagnara di Romagna esiste un piccolo museo dedicato al loro amore, dove sono raccolte circa cinquemila lettere che il Maestro le scrisse durante i suoi lunghi periodi di assenza.
Il primo di questi periodi fu nel 1911, quando il 10 aprile salpa per il Sud America per una tournée che dura sette mesi. Ma prima d’imbarcarsi, dà un’anteprima dell’opera “Isabeau”, senza scene e costumi, al Teatro “Carlo Felice” di Genova, che replicherà il 2 giugno al Teatro Coliseo di Buenos Aires.
Insieme all’amico Puccini, Mascagni è tra i compositori di punta della nuova opera lirica italiana dopo Verdi e D’Annunzio gli invia il manoscritto di “Parisina”. Sotto falso nome, il Maestro parte per la Francia con la figlia Emy e Anna Lolli; è una sorta di vacanza, di fuga dall’Italia e a Bellevue compone la musica sul testo dannunziano. Negli anni successivi, si dedica ad altri lavori e s’avvicina alle posizioni interventiste diffuse da Mussolini e dallo stesso D’Annunzio che corrispondono al suo carattere acceso. Allo scoppio della guerra scrive, su invito della Cines, la colonna sonora per il film “Rapsodia Satanica”, interpretato da Lyda Borelli, e poi nel 1921 dà alle scene l’opera “Il Piccolo Marat”.
Parte per una nuova tournée di sei mesi in Sud America. Siamo arrivati al 1924, due anni dopo la Marcia su Roma che vede il Maestro tra i sostenitori più convinti del nuovo corso politico intrapreso dall’Italia. Mentre si trova in tournée a Vienna, apprende con immenso dolore che Puccini, il suo amico e compagno di studi a Milano, è morto. Si chiude per lui come un capitolo della vita, quello in cui sognava il successo delle sue opere future, ma cenava al ristorante “Aida” insieme all’amico Giacomo, perché il padrone spesso non si faceva pagare dai giovani studenti del Conservatorio.
Dopo la morte di Puccini, Mascagni continua nella sua ascesa. Nel 1927 è delegato dal Governo a rappresentare l’Italia in occasione delle celebrazioni organizzate a Vienna per il centenario della morte di Beethoven. Nel rapporto del 21 marzo, che invia a Mussolini, ecco cosa scrive: «In ogni conversazione e in ogni accenno all’Italia [è] dominatore un Nome che all’estero spande la rinnovata luce della Stella d’Italia, un Nome che rende rispettata e invidiata la nostra Italia: il nome universale di Benito Mussolini».
Nel 1929 è inaugurata la Reale Accademia d’Italia e, fra le personalità insignite dell’ambito titolo, vi è Pietro Mascagni, accanto a Guglielmo Marconi, a Luigi Pirandello, a Enrico Fermi e a Gabriele D’Annunzio. Il periodo dal 1922 al 1938 è definito “del consenso” e l’Italia si pone al centro dell’attenzione del mondo con i suoi scienziati, artisti e con le sue imprese, come la trasvolata guidata da Italo Balbo nel 1933, la vittoria ai campionati del mondo di calcio nel 1934 e nel 1938 e tanti altri ancora. Mascagni è il compositore di riferimento e con il patrocinio del Duce, il 16 gennaio del 1935 va in scena alla Scala l’ultima opera “Nerone”.
Ma l’idillio tra tante personalità della cultura e non solo, ne è un esempio proprio Italo Balbo, e il fascismo, s’incrina con le leggi razziali e l’alleanza con Hitler. Anche Mascagni, che nel 1938 ha 75 anni, non s’accalora più per i discorsi di Mussolini. L’Italia entra in guerra nel cinquantenario di “Cavalleria Rusticana” e il Maestro, nella stagione 1943-1944, chiude al Costanzi la carriera direttoriale. Il 2 agosto del 1945, nella camera del suo appartamento all’Hotel Plaza di Roma, sua residenza dal 1927, Mascagni muore. Il Presidente del Consiglio Ferruccio Parri, partigiano, gli nega i funerali di Stato, ma Radio Mosca lo celebra con un minuto di silenzio.
[Portrait of Franz Schubert (1797-1828), 1827. Found in the Collection of Szepmuveszeti Muzeum, Budapest. Artist Melegh, Gabor (1801-1835). – Photo by Heritage Images/Getty Images]
Massimo Carpegna è direttore d’orchestra, critico musicale e compositore, con partiture lirico sinfoniche diffuse in mondovisione. E’ stato docente presso il Conservatorio di musica di Modena ed è Visiting Professor alla London Performing Academy of Music. Con “Classica&Dintorni” porterà i nostri lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia. Clicca qui per vedere tutti gli articoli.