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Classica&dintorni

Franz Schubert, il poeta della musica nell’ombra di Beethoven (parte 3)

“Classica&Dintorni” di Massimo Carpegna nasce con l'intento di portare i lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia

Generico dicembre 2023

A Vienna le “Schubertiaden“, serate organizzate dagli amici del compositore nelle quali si eseguiva solo sua musica, erano molto conosciute e furono proprio gli amici di Schubert e frequentatori di questi eventi a pagare uno stampatore per la pubblicazione del primo gruppo di Lieder.

Ecco la descrizione di una “Schubertiaden“ scritta da Franz von Hartmann, amico del Nostro: «Sono stato accolto molto rudemente da Fritz e molto sfacciatamente da Haas. C’era una folla enorme. Gli Arneth, i Witteczek, i Kurzrock e i Pompe; la suocera di Witteczek, apprendista alla Cancelleria di corte e di Stato; la vedova del dottor Watteroth, Betty Wanderer, e il pittore Kupelweiser con la moglie, Griliparzer, Schober, Schwind, Mayrhofer e il suo padrone di casa, Huber, il grosso Huber, Derffel, Baucrnfeld, Gahy (che ha suonato splendidamente a quattro mani con Schubert) e Vogl, che ha cantato quasi trenta splendide canzoni. C’erano i1 barone Schlecta e altri tirocinanti e segretari di corte…. Finita la musica, si è mangiato e ballato molto. Ma io non avevo nessuna voglia di far la corte alle signore. Ho ballato due volte con Betty e una volta con le signore Witteczek, Kurzrock e Pompe. Alle 12,30, dopo essermi cordialmente congedato dagli Spaun e da Enderes, ho accompagnato a casa Betty e sono andato all’Ancora, dove ho trovato Schober. Schubert, Schwind, Derffel e Bauernfeld. Allegria. Poi a casa. A letto all’una».

La fama di Schubert cresceva, ma gli editori continuavano a snobbarlo; tuttavia, fu stampato uno dei diciannove Quartetti per archi, tre delle ventuno Sonate per pianoforte, una delle sette Messe, 187 degli oltre 600 Lieder dai quali il Maestro ricavò quanto gli bastava per sopravvivere. Poco prima che morisse, finalmente l’editore Schott gli inviò una lettera indirizzata al “Signor Franz Schubert, Famoso Compositore, Vienna”.

Se l’editore Schott avesse acquistato anche la musica precedente, avrebbe guadagnato una montagna di denaro, ma non fu così. Comunque, Schubert si mise subito al lavoro per produrre nuove opere e scrisse la Sinfonia in do maggiore, il Quintetto per archi in do maggiore, le ultime tre Sonate per pianoforte e alcuni bellissimi lieder. Il 1828, ultimo anno di vita, fu anche quello del suo unico concerto pubblico il 26 marzo, grazie agli amici che fecero la colletta per affittare la sala da concerto. Nessuno scrisse una riga, perché il giorno successivo era il turno di Paganini e tutta Vienna era interessata solo a lui e non c’era spazio per altri.

Schubert era un autore che componeva con una velocità impressionante. L’amico Schober raccontava che «Se uno va a trovarlo durante il giorno dice “Salve, come stai? Bene!” e continua a lavorare, e a questo punto non resta che andarsene». Sonnleithner riferì che «su richiesta della signorina Fröhlich Franz Grillparzer aveva scritto per l’occasione la bella poesia Ständchen; la dette a Schubert, chiedendogli di metterla in musica e di farne una serenata per la sorella Josephine (che era un mezzo soprano) e un coro femminile. Schubert prese la poesia, entrò in un’alcova accanto alla finestra, la lesse attentamente alcune volte e disse con un sorriso: «L’ho già fatta, e verrà proprio bene».

Purtroppo, ai primi di novembre, il male che lo affliggeva non gli diede tregua e si mise a letto; pochi giorni dopo, il 19, mori a causa della febbre tifoidea: malattia sistemica febbrile provocata dalla Salmonella. Prima che si ritrovasse l’efficacia degli antibiotici, un decimo delle persone che avevano contratto questo malattia moriva a causa della febbre alta e delle complicazioni come le emorragie e le perforazioni intestinali, la polmonite e le endocardite. A perdere la vita erano i più deboli, con il fisico minato dal troppo fumo e dal troppo bere. Schubert era tra questi.

Di lui rimase nulla, a parte mille manoscritti disseminati in tutta Vienna e nei posti più improbabili. Fu sepolto accanto al compositore con il quale era sempre stato messo a confronto e lo vedeva perdente, Beethoven. L’amico Schwind scrisse a un altro componente di quello che il Maestro chiamava “Il suo circolo”: «Schubert è morto, e con lui tutto quanto avevamo di più brillante e amabile». L’epitaffio fu creato da Grillparzer: «L’arte della musica ha qui sepolto un ricco tesoro, ma ancor più belle speranze».

[Portrait of Franz Schubert (1797-1828), 1827. Found in the Collection of Szepmuveszeti Muzeum, Budapest. Artist Melegh, Gabor (1801-1835). – Photo by Heritage Images/Getty Images]

Massimo Carpegna è direttore d’orchestra, critico musicale e compositore, con partiture lirico sinfoniche diffuse in mondovisione. E’ stato docente presso il Conservatorio di musica di Modena ed è Visiting Professor alla London Performing Academy of Music. Con “Classica&Dintorni” porterà i nostri lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia. Clicca qui per vedere tutti gli articoli.

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