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Altare, scatta la diffida per le aree ex Savam. La consigliere Scotti: “Vogliamo trasparenza”

Dopo il sopralluogo annunciato dal Comune ecco il mandato affidato ad un legale

ex savam Altare

Altare. “L’obiettivo di 1.128 euro per l’inziativa popolare aree ex Savam è stato raggiunto, grazie alla sentita collaborazione di un centinaio di persone. Incarichiamo quindi l’avvocato amministrativista Del Fabro perché diffidi il Comune di Altare, la Prefettura di Savona e la Soprintendenza alle Belle Arti a procedere celermente verso la riapertura della strada senza attendere altro tempo, in quanto quello del forno San Rocco è un nodo ancora irrisolto”.

L’annuncio arriva dal consigliere comunale indipendente Rita Scotti sul caso della località valbormidese divisa in due da oltre un anno a causa della pericolosità degli edifici dell’ex Savam.

“Dopo quindici mesi di promesse disattese e delusioni, non ci accontentiamo della comunicazione di sopralluogo senza una chiara e legittima informazione” spiega.

“Per i lavori sul forno Oscar della ex Savam all’albo pretorio non risulta alcun affidamento ad una qualche impresa, nonostante si sia dichiarato più volte che è stata individuata da tempo. Miracoli della buona pratica amministrativa “altarese”… Per ogni documento che chiedo viene posto un segreto d’ufficio immotivato. Trasparenza e comunicazione veritiera è quello che sino ad oggi è mancato!”.

“Ma quel che più sarà gradito agli altaresi è la precisazione sulla geniale soluzione che riguarda via Cesio, dove verrà installato un ulteriore ponteggio!”.

“Un altro sarà quello per mettere in sicurezza il forno San Rocco”.

“Già, perché come ormai sappiamo che la soluzione per gli edifici pericolanti “altaresi” non è quella di un banale ripristino murario, ma la costruzione di un bel ponteggio, magari ancorato a quegli stessi muri pericolosi, ovviamente destinato a rimanere lì per sempre a sugello dell’unica ed originale capacità delle nostre ultime amministrazioni di far riqualificare da chi né ha la proprietà quelle brutture”.

“Ovviamente dimenticando che le impalcature sono strutture temporanee che andrebbero mantenute nel tempo con frequenti verifiche periodiche, mentre qui vengono lasciate arrugginire nella totale dimenticanza”.

E ancora: “Continuo a sostenere con fermezza che questo non è il modo di risolvere il problema, ma solo un palliativo per continuare a subire passivamente i diktat di un ente ottuso che non vuole demolire quei ruderi pericolosi, pur non essendosene mai interessato. E a spese di Pantalone, cioè di noi cittadini. E poi si vedrà…”.

“Quello dell’emergenza era il momento giusto per fare una scelta diversa, di campo, invece questa nostra sofferenza è stata inutile” conclude Rita Scotti.

Una presa di posizione che arriva nella giornata del sopralluogo con i tecnici nell’area dell’ex vetreria per procedere con l’affidamento dei lavori per la complessiva opera di messa in sicurezza.

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