Si riaprono i battenti 

Ad Altare sta per tornare attivo lo stabilimento dell’acqua Nuova Terme Vallechiara 

La proprietà Italo-araba pronta per l'avvio della produzione a fronte di un investimento di oltre dieci milioni di euro

Altare. “La sorgente in tavola”: in questo slogan che richiama la purezza e la qualità dell’acqua Vallechiara c’è la spinta del gruppo Italo-arabo che ha acquisito lo stabilimento di località Lipiani quasi pronto a tornare operativo. È infatti prevista per gennaio 2024 la riapertura delle linee produttive di imbottigliamento (in vetro e in pet) dell’acqua che sgorga nel bosco di faggi e castagni alle spalle dell’impianto, fondato nel 1965 e inattivo dal 2017.

La Nuova Terme Vallechiara Srl ha investito oltre dieci milioni di euro per ridare vita alle fonti, cinque in tutto, che in questi anni sono state coltivate con cura e che ancora oggi garantiscono proprietà organolettiche ottimali, tanto che vengono consigliate per la preparazione degli alimenti dei neonati.

Con una portata di venti litri al secondo, con l’acqua che viene raccolta nei tre serbatoi da 750 metri cubi l’uno, si conta di produrre circa quaranta milioni di bottiglie all’anno, di cui l’80% sarà esportato a Dubai dove i vertici aziendali possiedono una catena di strutture alberghiere, mentre il restante venti per cento rimarrà sul mercato italiano, non per fare concorrenza alla grande distribuzione ma per mantenere anche “a casa” un prodotto con alti standard qualitativi e soddisfare le richieste locali. L’acqua oligominerale in questione ha un residuo fisso molto basso, che si attesta sui 28,5 milligrammi al litro, ed è adatta anche per le diete iposodiche.

Come spiega l’amministratore unico Tarek Khamis: “Stiamo procedendo con i lavori di restyling degli impianti per poter partire entro il mese prossimo. Abbiamo puntato sulla modernizzazione produttiva e sulla valorizzazione del territorio sia sul piano occupazionale sia su quello dei materiali. Per tutti gli interventi realizzati infatti ci siamo rivolti ad aziende che operano in zona, per sostenere l’economia di questo comprensorio che ci ospita. Sarà nostra cura, inoltre, aiutare con uno spirito filantropico che ci contraddistingue le attività associative, qualora ci fosse l’occasione, attraverso piccoli contributi ai gruppi altaresi che si occupano di sociale“.

Ad oggi sono già stati assorbiti 5 addetti che lavoravano nell’ex Vallechiara, a cui si aggiungono altre figure neo assunte e, a regime, l’organico completo conterà oltre 25 unità.

Con una battuta si potrebbe dire che la Val Bormida disseterà il deserto, e forse sta proprio in una percezione decisamente diversa la scelta della nuova azienda di puntare sul nostro “petrolio trasparente“, che a volte a chi ne ha in abbondanza sembra scontato, ma occorre saperlo valorizzare.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.