Diario

Maurizio, portacolori dell’Italia alla Maratona di New York – giorno 3: “La vigilia della gara il giorno più difficile” fotogallery

Il runner di Pietra Ligure è partito per la Grande Mela, ecco il suo diario a puntate

New York/Pietra Ligure. Ha iniziato ad allenarsi e a correre dopo aver vinto la propria battaglia contro il linfoma ed ora il pietrese Maurizio Romeo si sta preparando per partecipare alle sua nona maratona. Una delle più conosciute e importanti al mondo: la Maratona di New York.

La prima risale al 2016, a 10 anni dalla guarigione dal tumore, quando Romeo ha corso a Roma. Tutto è nato con l’obiettivo di raccogliere fondi a favore della ricerca contro il cancro con l’aiuto dell’Associazione Giacomo Sintini. E da quel momento il runner savonese ne ha fatta di strada, arrivando oggi nella Grande Mela.

E da New York ci racconterà la sua esperienza come portacolori dell’Italia, in un diario che raccoglierà episodi, storie, persone ed emozioni.

IL DIARIO DI MAURIZIO ROMEO – giorno 3

Il giorno prima della maratona è forse il più difficile da gestire, perché sei diviso fra la voglia di girare la città e l’idea di riposarsi in vista della fatica prevista per il giorno dopo. 

Quest’anno ho comunque deciso di usare una gara come allenamento “sciogligambe” finale, ovvero la Dash Abbot to the Finish Lane, una 5 km che ha il suo arrivo proprio sulla linea del traguardo che ognuno di noi maratoneti vuole attraversare domani. 

La giornata inizia con una sveglia alle 6.20, appuntamenti alle 7.20 nella hall dell’hotel per andare tutti insieme in partenza con il gruppo Born2run. In questo tragitto conosco Sauro e Irene, e poi  Ilaria che ha accompagnato il fidanzato che correrà domani e non voleva perdere l’occasione di correre a New York. 

Il via è previsto poco prima delle 9 sotto il Palazzo di Vetro, sede delle Nazioni Unite, tanto importante in questo particolare momento storico.

I km scorrono leggeri chiacchierando con Ilaria, che si emoziona quando vede il fidanzato che sulla strada fa il tifo per lei, ricambierà domani.

Poche centinaia di metri e si entra in Central Park e così tornano alla memoria le emozioni vissute esattamente 5 anni prima, il.4 novembre 2018, giorno della mia prima Maratona di New York. 

Tiro fuori il tricolore negli ultimi 600 m e con Ilaria lo sventoliamo, attirando il tifo di italiani e simpatizzanti. Rivivere quel finale ha risvegliato ancora di più in me la voglia di affrontare la gara di domani.

Dopo colazione e doccia, ho una tappa obbligata (da mio figlio Francesco) al negozio Lego di 5th Avenue per prendere qualche Souvenir e… non vuoi perdere anche l’occasione per fare una cosa unica? Così creo la mia minifigure con tanto di pettorale della maratona e maglia #unpassoallavolta, è meraviglioso tornare bambini.

Si rilassano le gambe due orette dopo pranzo prima di un altro degli appuntamenti da non perdere: la Messa nella Cattedrale di St. Patrick. Un momento per tornare in contatto con sé stessi, prima di quello da vera pelle d’oca, ovvero quando alla fine della cerimonia tutti i maratoneti presenti, provenienti da tutto il mondo, vengono invitati sull’altare per ricevere una speciale benedizione. L’avevo già vissuta su indicazione di una cara amica nel 2018 e quest’anno sono sono contento di accompagnare e condividere questo momento con Carmine e Maria, Sauro e Irene che non ci erano mai stati.

Segue il Pasta Party Born2Run dalle parti di Union Square in cui allentiamo la tensione chiacchierando con Massimiliano e Benedetta. Carico di carboidrati per domani e poi si torna in albergo: c’è un pettorale da fissare alla maglia, domani c’è La Gara che ci aspetta. Una maratona da vivere, #unpassoallavolta.

Qui tutte le puntate del diario

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