Liguria. Dopo il successo delle precedenti edizioni, torna Spirali, la stagione teatrale condivisa nata dalla sinergia artistica di cinque teatri della nostra regione: Teatro Il Sipario Strappato (Arenzano), Teatro Garage (Genova), Teatro dell’Ortica (Genova), Teatro dei Cattivi Maestri (Savona) e Teatro delle Udienze (Finale Ligure). Una rassegna che ancora una volta fa dello scambio e dell’intreccio artistico di queste realtà fortemente radicate nei diversi territori la propria cifra caratterizzante.
Spirali nasce dando vita ad un “circuito teatrale regionale”, e anche per questa nuova edizione la finalità rimane quella di consolidare la diffusione di nuove drammaturgie alimentando così il coinvolgimento trasversale di un pubblico eterogeneo e variegato. Un obiettivo che nasce da una volontà comune: in un mondo sempre più diviso, diventa necessario sottolineare e valorizzare l’importanza del “fare rete”, collaborando per la creazione di un cartellone condiviso che possa allargare le possibilità di fruizione da parte del pubblico, dando inoltre nuove opportunità espressive per gli artisti coinvolti.
“Un programma di ampio respiro, capace di incuriosire e coinvolgere pubblici diversi e spettatori di età diverse, e quindi assolutamente trasversale e di elevata qualità artistica – commenta Jessica Nicolini, coordinatrice delle politiche culturali di Regione Liguria – Il progetto Spirali riesce, allo stesso tempo, a dare possibilità ai giovani emergenti di farsi notare su palcoscenici di rilievo e contemporaneamente valorizza, facendo rete, teatri importanti su tutto il territorio: un approccio che in Liguria, dal punto di vista culturale, stiamo portando avanti con successo”.
“Con Spirali si rinnova la sinergia artistica tra cinque teatri liguri, che si uniscono ancora una volta per diffondere la cultura della condivisione e offrire al pubblico una stagione teatrale variegata e coinvolgente – commenta la consigliera delegata del Comune di Genova Barbara Grosso – Spirali si conferma, dunque, come un progetto di valore e rilevanza per la diffusione della cultura teatrale e la promozione della condivisione tra territori, artisti e pubblici. La sua capacità di unire, attraverso l’arte e l’intreccio di esperienze, rappresenta un’importante risorsa per la valorizzazione del teatro nelle nostre comunità”.
“Nel nostro Municipio il teatro é una realtà molto radicata nel territorio – commenta Angela Villani, assessore alla Cultura del Municipio Media Valbisagno – con un’ alta possibilità di curare il proprio pubblico grazie alla vicinanza con esso, ascoltandone le esigenze, trasformandole in spettacoli da proporre, rendendo questa attività significativa per il territorio. L’intento di questa 3° edizione di Spirali credo sia quella di creare una rete, con la quale trasportare le realtà dei cinque teatri coinvolti, che uniti avranno la capacità di portare le proprie conoscenze verso gli altri territori diffondendo cultura. Un progetto davvero lungimirante e sicuramente da sostenere”.
La stagione si svilupperà tra novembre e marzo 2024 con 19 appuntamenti pensati per ogni tipologia di pubblico, e che da quest’anno comprende inoltre spettacoli dedicati a bambini e ragazzi. Come l’anno scorso, anche per questa edizione, ci sarà la possibilità di sottoscrivere un abbonamento trasversale tra i teatri coinvolti: una modalità pensata per sviluppare non solo la circuitazione di spettacoli e di artisti, ma anche per permettere al pubblico di conoscere le varie realtà teatrali, ampliando in questo modo l’offerta e l’opportunità culturale. L’abbonamento permette la visione di tre spettacoli, in tre spazi diversi, a soli 25 euro: un invito ad andare a teatro, ma anche uno stimolo a visitare la nostra regione.
Il cartellone è ricco: sono 10 le repliche per il pubblico serale con 4 titoli e compagnie diverse di cui tre provenienti dal territorio nazionale: il teatro della Fuffa con “Barbie e Ken”; il duo Nardinocchi e Matcovick con “Arturo”; il Teatro dell’Ortica con “Finora”; Lorenzo Guerrieri con “Esercizi di resurrezione”. Spettacoli premiati dalla critica, vincitori di premi e festival del circuito indipendente (da Scenario a Inventaria a Kilowatt). “Spirali” così si conferma come una finestra sul panorama indipendente teatrale under 35, regionale e nazionale.
La novità principale di quest’anno è però l’allargamento delle proposte anche al pubblico delle famiglie con 3 titoli: “Red” del Teatro dell’Ortica, “Lo schiaccianoci e il re dei topi” di Baba Jaga Arte e Spettacolo, “Bella e Bestia” dei Cattivi Maestri, per un totale di 9 domeniche pomeriggio da passare in famiglia.
“È sempre più importante la possibilità di fare rete, soprattutto quando a farla sono cinque teatri “piccoli” senza finanziamenti ministeriali, che uniscono le forze per creare circuitazione e indotto – sottolinea Sara Damonte, direttrice artistica de il Sipario Strappato – Questi teatri sono presidi Culturali e sociali fondamentali per il territorio, operando in periferia e provincia e arrivando a un pubblico trasversale. In questi anni nonostante le difficoltà del post covid, Spirali è cresciuta in maniera esponenziale per numero di utenti, proposte e teatri e auspichiamo sempre più il sostegno di Regione Liguria per continuare a crescere”.
“Fare rete non vuol dire solo offrire la possibilità alle compagnie di circuitare diffondendosi in modo capillare sul territorio, attraverso una proposta teatrale a “km 0″ che permette la sopravvivenza degli artisti e del pubblico dei piccoli centri e delle periferie. La volontà di questi anni di mantenere viva Spirali è stata anche la risposta ad una necessità: supportarci a vicenda, sostenerci nel lavoro di diffusione della cultura in un territorio, come la Liguria, in cui le piccole realtà tendono a soccombere” evidenziano Francesca Giacardi e Maria Teresa Giachetta, direttrici del Teatro dei Cattivi Maestri di Savona.
“Spirali è un’opportunità per il pubblico, per i nostri teatri e per gli artisti coinvolti. Un progetto trasversale che arricchisce il lavoro di tutti, una rete che crea incontro e inclusione – aggiungono Maria Grazia Pavanello e Chiara Tessiore, direttrici del Teatro delle Udienze di Finale Ligure – Lo scambio che si genera grazie a Spirali è motore di crescita, in quanto ci permette di proporre al nostro pubblico spettacoli ed artisti che difficilmente avremmo avuto la possibilità di ospitare”.
“Il progetto Spirali è nato nel 2018 e comincia ad avere una storia alle spalle, fatta di dialogo, confronto, stop forzati e nuove idee – commenta Giancarlo Mariottini, direttore artistico del Teatro dell’Ortica – È una sinergia costruita nel tempo. Questa è la terza edizione dopo la ripartenza nel 2021, a partire dalla quale siamo sempre riusciti ad ampliare la proposta, non solo da un punto di vista meramente quantitativo, ma in un’ottica di estendere il ventaglio di possibilità e le occasioni di intercettare nuovi settori di pubblico. All’inizio eravamo tre teatri, adesso siamo cinque e vogliamo immaginare la rete ancora aperta”.
“Il Teatro Garage ha nella sua storia una importante esperienza di circuitazione di spettacoli teatrali nel ponente ligure che è iniziata nei primi anni del 2000 – aggiunge Daniela Deplano, direttrice artistica del Teatro Garage – L’istituzione del circuito “Spirali “vuole essere una continuazione del percorso e un punto di riferimento per giovani, ma pur sempre importanti realtà artistiche che hanno quindi l’opportunità di rappresentare il proprio spettacolo nella Regione Liguria”.
GLI SPETTACOLI
ARTURO – Di Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich
Arturo non è uno spettacolo, bensì un accadimento, un incontro. È nato durante un viaggio in Puglia, d’estate, in un pessimo ristorante. Qui Niccolò ha manifestato a Laura il desiderio di costruire insieme un lavoro che avesse come tema il rapporto con i propri padri, con la perdita dei propri padri e che fossero proprio lui e Laura in scena, pur essendo autori e non attori. Arturo è così diventato la forma della loro memoria, in cui i racconti, i giochi, le date, gli aneddoti, le parole si sono trasformati in pezzi, per la precisione dodici, di un grande puzzle. Un gioco a cui gli spettatori non solo assistono come testimoni, ma sono anche invitati a partecipare attivamente: alcuni scrivono un proprio pensiero sul padre, mentre altri scrivono i titoli delle scene sui pezzi di puzzle, aggiungendo qualcosa di personale intorno alla figura del padre. Qual è il rapporto con i padri e cosa resta(resterà) alla loro scomparsa? I pezzi capovolti vengono poi disposti nello spazio e svelati casualmente, così che le scene possano agire come i ricordi: arrivano all’improvviso, senza poterli prevedere. Arturo ha quindi una struttura mutevole, non replicabile e dalle “infinite” combinazioni: l’ordine delle scene nelle varie repliche sarà sempre differente. Arturo vuole trasformare il dolore in atto creativo, con l’intento di rendere una memoria privata collettiva e universale.
BARBIE E KEN – Storia di una felicità imposta di Letizia Buchini, Filippo Capparella e Saskia Simonet Produzione Teatro la Fuffa, regia Filippo Capparella e Saskia Simonet. Con Letizia Buchini e Filippo Capparella
Un attore e un’attrice dentro a due scatole grandi poco più del loro corpo. Sono Ken e Barbie nello scaffale del Toys Center. Sono uno accanto all’altra, ognuno nella propria scatola; hanno due forzati sorrisi da giocattoli, come fossero dipinti e inestirpabili. La scena è composta da un telo di nylon appeso ad un’americana e due quinte ai lati, a terra ci sarà un tappeto danza bianco: l’effetto sarà quello di una grande scatola sulla scena. Barbie e Ken, due bambolotti creati dall’uomo a sua «immagine e somiglianza» si trovano meccanicamente costretti ad eseguire dei comportamenti stereotipati e cliché indotti dal loro “ruolo” in quanto “modelli” per bambini. I due fatalmente e involontariamente si ribelleranno a quello schema mettendo in dubbio il loro sapere surrogato e andando incontro a tutte le domande e le contraddizioni umane. La loro apparentemente superficiale conversazione, li porterà, senza che se ne rendano conto, a discutere dei massimi sistemi. I protagonisti sono mossi dall’incessante ricerca della felicità; che è vista dai due pupazzi come un assioma al quale si deve ambire, senza nemmeno sapere il perché. Il meccanismo però verrà sovvertito dai dubbi di Barbie, quando si chiederà se esiste qualcos’altro oltre alla felicità.
ESERCIZI DI RESURREZIONE – Di e con Lorenzo Guerrieri
È andata così. Lorenzo non ce l’ha fatta. Un giorno si è svegliato nel suo letto completamente putrefatto. Sarà che ha trent’anni e la plasticità neuronale ormai è andata scemando, sarà che vive una vita emotiva di precariato e una vita lavorativa di dipendenza affettiva, saranno l’ansia, lo stress, la sua scarsa capacità auto-imprenditoriale, o magari soltanto una dieta sbagliata, fatto sta che Lorenzo si è svegliato decomposto e ora gli tocca vivere in un corpo totalmente ossificato, perché di lui non rimane che uno scheletro. Difficile uscire di casa e farsi vedere in giro, per un morto vivente. Difficile raccontare a qualcuno la propria condizione. Lorenzo si ritrova così a marcire tra le mura della propria camera, incontrando tramite internet un mondo esterno delirante e subendo le angherie dei propri surreali demonietti interiori, che cercano di fargli affrontare la sua nuova necrotica condizione. La soluzione alla depressione è il fare, d’accordo, ma possibile che non c’è soluzione al fare? Dalla disperazione può ancora nascere un briciolo di resistenza? Non si può rischiare di essere felici per il motivo sbagliato Meglio farsi cacciare da ogni paradiso. Meglio risorgere nella putrida carne.
FINORA
Produzione Teatro dell’Ortica. Di e con Giancarlo Mariottini e Anna Giusto
“Finora” nasce dalla ricerca personale di due artisti all’interno delle identità del maschile e del femminile, giocando con il pretesto e la maschera della drag queen. Che è a tutti gli effetti una maschera, come quella del clown. Una maschera post-moderna che gioca sull’eccesso e sull’estremizzazione, smaccatamente finta, del femminile, per mettere dei punti di domanda sugli stereotipi ancora profondamente radicati in una società che è ancora profondamente maschilista e che vede come minaccia ciò che turba la rigidità delle nostre norme di genere. In altre parole, un modo diverso di gettare luce sull’umanità, al di là dei pregiudizi, attraverso una maschera, in cerca di una verità. Le due drag di “Finora” (o meglio, per l’esattezza, una drag queen e una hyper queen, visto che dietro a lustrini trucco tacchi alti e parrucche stanno un attore e un’attrice, Giancarlo Mariottini e Anna Giusto) giocano con gli stilemi classici del genere – lipsync, balli, sfilate – per coinvolgere il pubblico in un flusso caotico che possa interrogarci sul valore del momento teatrale. Si sta in un’attesa del momento, che non sarà finora, non sarà ancora, non sarà sempre e non sarà mai, sarà – si spera – ora.
GLI SPETTACOLI PER L’INFANZIA
BELLA E BESTIA
Scritto e diretto da Antonio Tancredi con Francesca Giacardi e Maria Teresa Giachetta. Produzione Cattivi Maestri Teatro
Può una ragazza giovane, bella e gentile innamorarsi di un orso? Solo nelle fiabe si possono sentire storie simili. Ed è quello che succede a Bella, figlia di un pellicciaio. Una sera un Orso si ritrova davanti alle vetrine del negozio del padre di Bella. Si ferma a guardare le pellicce appese, così simili alla sua. Il suo pianto disperato richiama l’attenzione di Bella e di sua sorella che, insieme, si prenderanno cura di Orso. Da quella sera le vite di Bella e Orso, e anche della sorella, non saranno più le stesse. Quell’incontro li cambierà per sempre. Quando Orso verrà allontanato dal padre e venduto all’uomo del circo, Bella deciderà di staccarsi dalla casa del padre e, insieme alla sorella, di fuggire alla ricerca dell’amato. E proprio durante questo viaggio Bella scoprirà in sé un’altra Bella, una Bella meno umana e più simile a un’Orsa, capace di riconoscere che niente la disseta come l’acqua, niente l’accarezza come l’aria, niente la rende forte come gli alberi. Una Bella un po’ più simile a un’Orsa selvatica. Ma anche Orso andrà incontro, per amore, a una trasformazione. Anche lui sarà meno orso e un po’ più umano, perché l’amore può tutto e il contrario di tutto.
RED
Con Irene Gulli, Giancarlo Mariottini, Riccardo Selvaggi regia Elisabetta Rossi. Produzione Teatro dell’Ortica
Red è un bambino simpatico, ma un po’ monello, tutti lo chiamano così perché indossa sempre un cappellino rosso, ma non conosce bene l’inglese! Un giorno la Mamma lo manda a portare la merenda dal Nonno, fermo a letto per un gran mal di schiena, ma Red, invece di ubbidirle e andare subito nella casetta in fondo al bosco, si ferma a giocare con tutti gli animaletti che incontra, con cui deve imparare a parlare in inglese. Mentre il tempo passa si presenta davanti a lui Black Wolf, il Lupo Nero, gran ladro di merende che, con l’inganno, si fa spiegare dove Red è diretto per cogliere di sorpresa sia lui che il nonno. Ma, per fortuna, il Direttore del Grande Circo si accorge di quello che sta accadendo e… La tradizionale favola “Cappuccetto Rosso” viene rivisitata comicamente prendendo spunto dal programma di inglese della scuola elementare. Le avventure di Red con gli animali del bosco, il Lupo, il Nonno e il Direttore del Circo, saranno rallegrate da canzoncine e filastrocche in inglese.
LO SCHIACCIANOCI E IL RE DEI TOPI
Drammaturgia Chiara Tessiore regia Sara Zanobbio con Marinella Melegari
Spettacolo di Natale Musiche dal balletto “Lo Schiaccianoci” di Tchaikovskij… Produzione Associazione Baba Jaga Una delle fiabe natalizie più amate …Tutto ha inizio la sera della vigilia di Natale, quando la piccola Marie trova un dono assai speciale: uno Schiaccianoci. Un pupazzo in forma di soldatino, che diventa subito il suo preferito. Ma quale non è la sua sorpresa quando quella notte stessa lo Schiaccianoci e tutte le sue bambole prendono vita per combattere contro il perfido Re dei Topi.