Savona. Un vero e proprio “terremoto” si abbatte sulla Provincia di Savona. Nei guai infatti due figure chiave, il direttore generale Giulia Colangelo e il responsabile dell’ufficio legale Maurizio Novaro. La prima è accusato di maltrattamenti e atti persecutori nei confronti di alcuni dipendenti dell’ente, mentre entrambi sono sospettati di aver favorito alcuni candidati durante i concorsi per la selezione del personale dipendente.
Era questa la ragione del blitz in Provincia messo in atto nella giornata di ieri dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Savona. Gli agenti hanno dato esecuzione all’ordinanza con cui il G.I.P. di Savona, su richiesta della Procura della Repubblica, ha applicato ai due dirigenti la misura cautelare dell’obbligo di dimora nei comuni di residenza per la durata di 15 giorni. Il G.I.P. si è riservato di provvedere, dopo l’interrogatorio degli indagati, sull’eventuale sospensione dal pubblico ufficio, anch’essa richiesta dalla Procura.
L’indagine è iniziata nel 2022 dopo una querela per stalking da parte di un (o una) dipendente nei confronti di Colangelo. Nei mesi successivi gli agenti avrebbero ravvisato non solo i maltrattamenti, ma anche molteplici ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione, soprattutto per quanto riguarda i concorsi pubblici: un regolare “inquinamento” dei concorsi, secondo la polizia, con l’obiettivo di aiutare alcuni candidati.
“Il G.I.P., sulla base di un’articolata indagine svolta dalla Squadra Mobile – fanno sapere dalla Questura di Savona – ha ritenuto sussistenti, in capo al Direttore Generale, gravi indizi di commissione dei reati di maltrattamenti e atti persecutori nei confronti di alcuni dipendenti dell’ente; ha inoltre ritenuto, nei confronti di entrambi gli indagati, sussistenti i gravi indizi dei reati di utilizzazione di segreti d’ufficio, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico, tutti commessi, nell’ipotesi accusatoria, nell’ambito dei concorsi per la selezione del personale dipendente al fine di favorire alcuni candidati”.
L’indagine sembra comunque destinata ad allargarsi nei prossimi giorni, con altre persone a cui sarebbero stati notificati degli avvisi di garanzia.
Una notizia che non potrà non avere ripercussioni sull’operato dell’ente Provincia, di cui Giulia Colangelo è figura chiave. Originaria di Lagonegro (in provincia di Potenza), si è laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Salerno e si è specializzata in Diritto Urbanistico presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Teramo, dove ha tenuto seminari e lezioni. Lo scorso anno è stata nominata coordinatrice nazionale dell’Unione delle Province Italiane.
Ricopre la carica di direttore/segretario generale della Provincia di Savona dal 2012, ma è anche segretario generale in convenzione dal giugno del 2021 nel Comune di Albisola Superiore (dove per questo ieri è avvenuta una perquisizione della polizia analoga a quella in Provincia).
Mesi fa era stata al centro di un vero e proprio “braccio di ferro” tra il presidente della Provincia Pierangelo Olivieri e il sindaco di Savona Marco Russo. Quest’ultimo aveva posto come condizione per il suo appoggio alla rielezione di Olivieri il siluramento di Colangelo (un provvedimento caldeggiato anche dall’altro candidato, Giancarlo Canepa) per sostituirla con l’attuale segretario generale del Comune di Savona Lucia Bacciu, ma una volta rieletto Olivieri aveva deciso di mantenerla in carica finendo per scontrarsi con Russo.
Le misure cautelari per Colangelo e Novaro sono state richieste, fa sapere la Questura, “per prevenire i rischi di reiterazione degli illeciti e di inquinamento probatorio: per tale ultima finalità è stata emessa la misura dell’obbligo di dimora nei termini indicati”. L’ordinanza è stata emessa sulla base degli atti di indagine raccolti dai soli inquirenti; “soltanto le successive fasi processuali, caratterizzate dal contraddittorio con la difesa degli indagati – avverte la polizia – consentiranno la verifica dell’ipotesi accusatoria, stante la presunzione di innocenza delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per le medesime di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede”.