Se esiste un’opera che possa connotare un artista, il suo sentire e il mondo che desidera condividere, per Wagner fu sicuramente il “Ring des Nibeoungen“, L’Anello del Nibelungo. Vi iniziò a lavorare durante l’esilio in Svizzera e l’idea era quella di comporre un’opera sola sulla morte di Sigfrido. Ma la saga era troppo complessa per essere contenuta in un titolo solo e quindi si fece strada l’ipotesi di raccontarla non più episodi.
Nel 1852 concluse l’intero libretto e nel 1854 scrisse il primo capitolo: “L’Oro del Reno“ al quale seguì nel 1856 “Die Walküre“, La Valchiria.
Ma la frenesia artistica non frenò gli irrefrenabili ardori sentimentali del Maestro. Conobbe in quegli anni Otte Wesendonk, uomo ricco e mecenate, impressionato dalla sua musica. Purtroppo per lui, Wagner conobbe anche la bella e giovane moglie Mathilde Wesendonk, che presto divenne la sua amante segreta. E così, da vero galantuomo, il Maestro si faceva sovvenzionare da Otte e si portava a letto Mathilde, ma sua moglie Minna scoprì una lettera d’amore inviata al marito.
Ferita a morte per quel tradimento, a sua volta inviò un’epistola a Mathilde. «Prima di andarmene, devo dirvi che siete riuscita a separare mio marito da me dopo quasi ventidue anni di matrimonio. Possa questa nobile impresa contribuire alla vostra serenità, alla vostra felicità».
Minna soffriva di disturbi cardiaci e così nel 1858 partì per Dresda, dicendo che andava a curarsi, mentre Wagner raggiunse Venezia. Interruppe la composizione dell’Anello del Nibelungo per dedicarsi a un’altra opera, il “Tristano ed Isotta“ nella quale s’adombra la figura di Mathilde.
Nacque un capolavoro per intensità, ricchezza armonica, colore orchestrale. Gli accordi che la iniziano furono giudicati allo stesso livello di quelli dell’Eroica: una rottura con ciò che prima s’era creato. Nei Tristano si scorge la frantumazione della tonalità e l’apertura verso l’atonalità. Wagner scrisse di trovarsi in uno stato di trance quando li compose: «Qui, in perfetta confidenza, affondai nel profondo degli avvenimenti dell’anima, e dall’intimo centro del mondo impavidamente andai costruendo la sua forma esterna… La vita e la morte, l’intero significato e l’esistenza del mondo esterno, dipendono qui esclusivamente dai moti interiori dell’animo».
Il Tristano abbonda di simboli quali la Notte, il Giorno, l’Amore, l’erotismo, il Sogno e analizza gli impulsi più segreti tra l’uomo e la donna nella loro unione. Molte idee del filosofo Schopenhauer confluirono nell’opera che, a riguardo della musica, scrisse che «è la copia della volontà stessa… Ecco perché il suo effetto è tanto più potente e penetrante di quello delle altre arti: queste parlano solo di ombre, ma la musica parla della cosa stessa». Nella melodia c’è «l’ininterrotta, significativa connessione di un pensiero che rappresenta, dal principio alla fine, un tutto unico». Nel 1859 il Tristano e Isotta era concluso e Wagner decise di andare a Parigi con Minna, con la quale aveva conservato un intenso rapporto epistolare. Wesendonk, per allontanarlo dalla propria moglie, gli diede il denaro, acquistando per 24.000 franchi ciò che aveva già composto per l’Anello del Nibelungo.
Con quel denaro, i Wagner arrivarono a Parigi e, siccome il suo genio non poteva racchiudessi in una modesta dimora, Richard prese in affitto una casa lussuosa, pagò tre anni in anticipo, si fece arrivare i mobili da Lucerna, assunse una cameriera per Minna e un cameriere al suo personale servizio. La ritrovata fedeltà di Mathilde aveva un prezzo che Wesendonk pagò volentieri.
Massimo Carpegna è direttore d’orchestra, critico musicale e compositore, con partiture lirico sinfoniche diffuse in mondovisione. E’ stato docente presso il Conservatorio di musica di Modena ed è Visiting Professor alla London Performing Academy of Music. Con “Classica&Dintorni” porterà i nostri lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia. Clicca qui per vedere tutti gli articoli.