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Classica&dintorni

Richard Wagner e l’Anello del Nibelungo (parte terza)

“Classica&Dintorni” di Massimo Carpegna nasce con l'intento di portare i lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia

Generico ottobre 2023

PRIMA PARTE
SECONDA PARTE

Nello stesso anno in cui morì Minna, Wagner convolò a nozze con la figlia di Liszt, Cosima, e ringiovanito per il nuovo rapporto terminò rapidamente il “Sigfrido” nel 1871 e “Il crepuscolo degli Dei“ nel 1872. In questo fecondo periodo, che va dal 1870 al 1874, il Maestro diede vita a Bayreuth e incontrò Friedrich Nietzsche, il filosofo tedesco che tanto contribuì al suo concetto del “superuomo“.

A proposito di Bayreuth, Wagner pensava a un festival teatrale consacrato esclusivamente alle sue opere fin dal 1870. In un primo momento, Luigi II di Baviera non era entusiasta, ma alla fine cedette alle insistenze: “L’Anello del Nibelungo“ sarebbe stato il primo ciclo di opere a inaugurarlo e il Maestro, per seguire l’allestimento, si fece costruire una villa vicino al teatro.

Nel 1874, il re anticipò il denaro e nel 1876 si tenne il primo festival con appunto “L’Anello del Nibelungo“ diretto da Richter. Nonostante il buco nel bilancio, fu un avvenimento colossale: furono presenti corrispondenti di settanta giornali da tutto il mondo, l’imperatore di Germania, l’imperatore e l’imperatrice del Brasile, il re di Baviera, il principe Giorgio di Prussia, il principe di Hohenzollern, il principe Guglielmo d’Assia, il granduca Vladimiro, il granduca di Mecklenburg, il duca di Anhalt-Dessau e altri membri dell’alta aristocrazia.

Alla fine del festival, Wagner tenne un lungo discorso e ricevette una corona di foglie di lauro in argento. Poi rese omaggio all’amico e suocero Liszt, dichiarando che doveva tutto a lui, e poi toccò a Liszt ricambiare, paragonando Wagner a Dante e Shakespeare, i geni esaltati in Italia e in Inghilterra. Ora la Germania aveva il vate.

Dopo “L’anello del Nibelungo“, scoppiò in Europa una sorta di gloriosa devozione di tantissimi compositori e amanti del dramma in musica nei confronti della musica del Maestro e il nostro Verdi iniziò ad essere relegato tra i compositori sorpassati. La “nuova musica“ doveva prendere ispirazione da quella wagneriana.

Tutti i teatri s’affrettarono a proporre i suoi titoli. Per citare un esempio, nella stagione 1877-78 l’Opera di Berlino mise in scena 5 opere del Maestro con 38 rappresentazioni, mentre Verdi ebbe 4 opere ma con sole 19 rappresentazioni.

Wagner aver raggiunto il suo scopo: essere il più grande di tutti! La vita privata divenne ancora più stravagante: passeggiava avvolto in nuvole d’incenso come una divinità, si vestiva unicamente di seta purissima, l’unica adatta a toccare il suo corpo.

Iniziarono anche le farneticazioni sulla purezza razziale dei tedeschi, discendenti degli Ariani, e sugli ebrei che la avvelenavano. Gli Ariani avevano un’origine divina e tutti gli altri popoli, considerati inferiori, avevano privato questo popolo della loro divinità, specialmente gli ebrei. E Gesù? Era fondamentalmente un ariano ed è per questa ragione che in tante raffigurazioni pittoriche il Cristo fu proposto biondo con gli occhi azzurri. Non dobbiamo quindi meravigliarci se quell’altro fanatico di Hitler disse: «Chi vuol capire la Germania nazionalsocialista deve conoscere Wagner».

Dopo aver composto il “Parsifal“ e avuto una scandalosa relazione carnale con la bellissima Judith Mendès, più giovane di lui di quarant’anni e moglie del poeta Catulle Mendès, il tempo bussò alla porta anche di chi vede in se stesso un dio, l’unico, considerato che Wagner detestava tutte le ortodossie e rifiutava il cristianesimo in quanto nato degli odiati ebrei.

Esausto, percepì la morte che lo attendeva e tentò d’allontanarla, di sconfiggere la depressione che lo stava divorando trasferendosi a Venezia. Vi morì il 13 febbraio 1883 e la salma fu trasferita a Bayreuth. Mentre la bara era calata nella tomba, l’orchestra suonò la marcia funebre del “Crepuscolo degli Dei“ e non poteva essere diverso.

Massimo Carpegna è direttore d’orchestra, critico musicale e compositore, con partiture lirico sinfoniche diffuse in mondovisione. E’ stato docente presso il Conservatorio di musica di Modena ed è Visiting Professor alla London Performing Academy of Music. Con “Classica&Dintorni” porterà i nostri lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia. Clicca qui per vedere tutti gli articoli.

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