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Classica&dintorni

Richard Wagner e l’Anello del Nibelungo (parte seconda)

“Classica&Dintorni” di Massimo Carpegna nasce con l'intento di portare i lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia

Generico ottobre 2023

PRIMA PARTE

Con una vita così dispendiosa, il denaro offerto da Wesendonk affinché i Wagner potessero recarsi a Parigi finì presto. Il Maestro ripiombò nella indigenza e dovette rinunciare alla casa lussuosa e alla servitù per trasferirsi in un modesto appartamento del Quai Voltaire. Iniziò a comporre “I Maestri Cantori di Norimberga“ e, per sua fortuna, la casa editrice Schott gli anticipò del denaro. Una amnistia per i debiti contratti gli consentì di far ritorno in Germania e, seguito da Minna, raggiunse Biebrich, sul Reno. La sua condizione continuava ad essere modesta e per Wagner e il suo genio ciò era inaccettabile. Così scrisse: «La mia è una creatività quanto mai suscettibile, intensa, vorace, e bisogna in un modo o nell’altro appagarla se si vuole che la mia mente compia la penosissima fatica di evocare dal nulla un mondo che non esiste».

Biebrich era troppo piccola, provinciale e lui aveva bisogno di grandezza perché era un “grande“. Cambiò di nuovo casa e questa volta, nel 1862, la destinazione fu Vienna, ma Minna lo lasciò definitivamente: non sopportava più un uomo che sicuramente era un genio ma troppo preso da se stesso e completamente inaffidabile. Fu chiamato a dirigere le sue opere in Russia e guadagnò una montagna di rubli, ma non erano bastanti per le sue spese e ancor un volta, nel 1864, fu costretto a darsi alla fuga per sottrarsi ai creditori. Lo accolse la Svizzera e nello stesso anno incontrò il re di Baviera, Luigi II. Costui, omosessuale certo, era un grande appassionato della sua musica e, con ogni probabilità, innamorato dello stesso Wagner. Tutte le risorse del tetro di Monaco e dell’intera Baviera furono messe a disposizione del Maestro affinché allestisse le sue opere come meglio credeva. Per lui, era un atto dovuto poiché così scriveva di se stesso: «Io sono il più tedesco di tutti. Io sono lo spirito germanico. Considerate l’incomparabile magia delle mie opere».

Chiamò Hans von Bülow – pianista e direttore di altissimo livello che aveva sposato la figlia dell’amico Liszt, Cosima – ad essere il direttore dell’Opera di corte. Wagner era a conoscenza di quanto von Bülow lo stimasse, lo considerasse un genio assoluto e quanto affascinante fosse sua moglie. Infatti, ne divenne presto l’amante. Cominciarono le prove del “Tristano e Isotta“ e, nonostante il sospetto del tradimento della moglie e i suoi eccessi di collera con gli orchestrali, von Bülow diresse magnificamente la prima del 10 giugno del 1865 e l’opera fu un successo, anche se nel resto dell’Europa non fu accolta così trionfalmente.

Con le tasche piene di denaro, Wagner si diede a spese folli e il giudizio sulla sua moralità alquanto criticabile, si sussurrava che oltre a Cosima anche lo stesso re entrasse nel suo letto, lo costrinse ad andarsene. Era il 10 dicembre 1865 e Luigi II lo bandì, naturalmente senza togliergli l’appannaggio. Era una mossa per far calmare le acque. Nulla più.

Raggiunse Ginevra e continuò a comporre i “Maestri Cantori“, ma lo raggiunse la notizia che Minna era morta. Il legame matrimoniale s’era disciolto e così Cosima partì per la Svizzera. La coppia si stabilì in una villa di Triebschen, sul lago di Lucerna. Era il gennaio del 1866 e l’anno dopo nacque la loro seconda figlia, Eva, poiché la prima, Isolde, era stata riconosciuta da Hans von Bülow anche se la paternità era alquanto incerta.

Qualche volta, Cosima si recava dal triste marito a Monaco, che pareva essersi arreso davanti alla grandezza di Wagner al quale tutto si doveva concedere. Ma ormai tutta la Germania era a conoscenza del tradimento e implorò la moglie di tornare da lui, salvargli almeno l’onore. Ma Cosima si rifiutò e per risposta nel 1869 diede a Wagner un altro figlio, Siegfried. Era troppo e così Bülow avviò le pratiche per il divorzio, che fu concesso nel 1870.

(Continua…)

Massimo Carpegna è direttore d’orchestra, critico musicale e compositore, con partiture lirico sinfoniche diffuse in mondovisione. E’ stato docente presso il Conservatorio di musica di Modena ed è Visiting Professor alla London Performing Academy of Music. Con “Classica&Dintorni” porterà i nostri lettori alla scoperta della musica classica e delle figure che ne hanno segnato la storia. Clicca qui per vedere tutti gli articoli.

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